la Repubblica, 15 ottobre 2024
Il premio «Nobel» per l’economia a Robinson, Johnson e Acemoglu
«L’Unione Europea è sotto attacco, ma ne abbiamo bisogno sempre di più. Perciò bisogna lavorare per rafforzarla». È il messaggio che lanciano i premi Nobel per l’Economia Daron Acemoglu e Simon Johnson, rispondendo a Repubblica durante un webinar organizzato dall’MIT, dove insegnano.Con James A. Robinson avete ricevuto il Nobel per il lavoro sul ruolo delle istituzioni nel favorire la crescita. L’Ue è ancora utile?Acemoglu: «Anche l’Unione Europea ha ricevuto un Nobel, per la Pace, e penso lo abbia meritato, perché è un progetto di straordinario successo. È iniziato per allentare le tensioni che avevano portato alla Prima e Seconda Guerra Mondiale, ma più in generale fa parte dello sforzo di realizzare istituzioni sovranazionali che sono essenziali, perché le sfide sono in prevalenza di natura globale. È difficile costruirle e la democrazia sta attraversando un momento molto difficile, nonostante io ritenga che resti essenziale e funzioni in generale abbastanza bene. Quindi non misorprende che il progetto della Ue incontri difficoltà, ma penso che ne sia necessaria più di prima. Servono approcci diversi alla tecnologia e alla globalizzazione, e abbiamo bisogno di un mondo multipolare. Ovviamente non c’è una misura che calza per tutti e non mi stupisce che alcune persone vogliano uscire dalla Ue. Ma questa è la sfida continua che i politici europei devono affrontare, per portare avanti il progetto».Johnson: «Il più grande cambiamento degli ultimi anni nel mondo è stato sicuramente che gli europei non si combattono più come durante le due guerre mondiali. Il fatto che la Ue esista, e si sia sviluppata fermando la rivalità tra Francia e Germania, è un risultato enorme. Non dovremmo dimenticarlo, mentre la Russia esercita grandi pressioni sull’Ucraina, che non fa parte dell’Unione, ma è molto importante nel continente. Noi europei dobbiamo concentrarci su ciò, capendo la portata e l’importanza di questa sfida. Quindi sono un grande sostenitore della Ue».Mario Draghi ha appena presentato una proposta di riforma. Come andrebbe aggiornata l’Unione?Johnson: «Ogni anno al MIT, durante l’Executive MBA, simuliamo la prossima crisi dell’area dell’euro. La teniamo da dieci anni, ogni anno pensiamo che sia l’ultima, ma poi accade sempre qualche crisi che offre nuovo materiale, obbligando glistudenti a riflettere sulle risposte macroeconomiche da dare. I problemi ci saranno sempre. Bisogna affrontarli per andare avanti nella costruzione di istituzioni solide e democratiche, sotto attacco da parte delle forze del caos interne ed esterne».