la Repubblica, 15 ottobre 2024
Intervista a un ex naufrago della Vlora
Agron tre anni fa è diventato cittadino italiano. E da Bari dove oramai ha casa e famiglia segue quello che sta accadendo in Albania. Sull’apertura dei centri per i migranti ha un suo pensiero. «È giusto che anche il mio paese d’origine aiuti e faccia la sua parte, questa sicuramente è una cosa bella, ma questi centri non devono essere delle prigioni, i migranti avrebbero diritto a girare liberamente».Lei è arrivato in Italia, a Bari, con lo sbarco della Vlora, nel 91.«Sì e sono stato accolto da questo paese. C’è stata tanta solidarietà all’epoca,ho trovato affetto, ma all’inizio non è stato per nulla facile, anzi, è stato difficile, ho vissuto per strada, fatto tanti lavori, il lavapiatti, l’operaio in campagna, ma ora sto bene. Ho un lavoro, sono pizzaiolo, ho una casa ed una famiglia»Ora invece è l’Albania il punto di arrivo di chi, come lei più di 30 anni fa, cerca una vita migliore. Crede che sia una soluzione al fenomeno dell’immigrazione?«Io dico soltanto che è giusto che anche il mio paese d’origine dia una mano. Ma mi chiedo se questi centri siano la soluzione migliore, i migranti sono esseri umani, devono essere liberi, i centri di accoglienza non devono essere delle galere».Lei adesso è cittadino italiano.«A me l’Italia ha dato questa opportunità. E naturalmente credo che tutti debbano avere le opportunità che abbiamo avuto noi».