Corriere della Sera, 15 ottobre 2024
La Cina spaventa e Tavares taglia. Ora tocca alla Francia
«Non mi preoccupa la concorrenza con i cinesi o con chiunque altro, sono gli altri ad essere preoccupati. Io non ho paura della concorrenza, in Stellantis siamo pronti. Ma è l’Europa a temere la concorrenza, ha paura di entrare in gara. L’Europa continua ad avere una posizione demagogica, che non fa bene al mercato», dice Carlos Tavares a margine del Salone dell’auto di Parigi. Il ceo di Stellantis, appena riconfermato nell’incarico fino alla scadenza naturale dell’inizio 2026, ostenta padronanza della situazione nonostante il titolo Stellantis sia crollato in Borsa di oltre il 40% rispetto al gennaio scorso e i margini operativi per il 2025 siano dimezzati rispetto alle previsioni.
La solidità del gruppo dei 15 marchi è messa a rischio in Europa dall’arrivo in massa della concorrenza cinese nell’elettrico, tanto che Tavares non esclude nulla: né di disfarsi di alcuni dei marchi né di chiudere alcuni stabilimenti, anche in Francia, seguendo l’esempio di Volkswagen in Germania.
«Se i cinesi conquistano una quota di mercato del 10% in Europa alla fine della loro offensiva, significa che produrranno 1,5 milioni di auto – ha detto Tavares al quotidiano economico Les Echos —. Vale a dire sette stabilimenti di assemblaggio. I produttori europei dovranno chiuderli o trasferirli ai cinesi. Nessuno ne parla. In questo contesto, chiudere le frontiere ai prodotti cinesi è una trappola. Non servirà a nulla. I cinesi aggireranno le barriere investendo in fabbriche in Europa. Fabbriche che saranno in parte finanziate da sussidi statali in Paesi a basso costo. Non dovremo allora sorprenderci se dovremo chiudere stabilimenti, per assorbire una sovraccapacità produttiva che sarà stata aggravata». Sull’eventualità di rivedere i calendario della transizione energetica, Tavares si dichiara contrario: «Perché Stellantis deve essere il fusibile delle liti tra l’Ue e alcuni suoi membri, come l’Italia, che vogliono tornare sulle decisioni prese? Oggi il sostegno o l’opposizione all’auto elettrica è una questione di natura politica».
Tavares è tornato a chiedere incentivi, «ma non chiediamo soldi per Stellantis, chiediamo soldi per i consumatori, per i cittadini». Quanto all’Italia, «la produzione della 500 ibrida a Mirafiori sarà nell’ordine di 80-100 mila vetture all’anno»