Libero, 12 ottobre 2024
Jota professionista in campo e alla playstation
I calciatori hanno tanto tempo libero e non sempre lo usano in maniera sana. I casi di Fagioli e Tonali ce lo insegnano, con l’effetto noia che porta a compiere azioni stupide e addirittura a mettere a repentaglio la carriera. Ci sono però anche diversi esempi positivi di calciatori tutto campo e famiglia. E poi ci sono quelli che ammazzano il tempo alla playstation. Forse questa è la categoria più diffusa, con Diogo Jota che ne è il più alto e fiero rappresentante. Il portoghese del Liverpool però non è soltanto uno che ama videogiocare: è praticamente un professionista del settore, al punto da aver fondato anni fa un team esports che inizialmente portava il suo nome e che adesso si è affermato nel panorama mondiale come “Luna Galaxy”.
Qualche giorno fa ha destato scalpore negli ambienti di Fifa (il gioco di calcio più diffuso) il fatto che Jota abbia trovato il tempo di partecipare alla “Pro Ladder”, qualificandosi tra i 150 giocatori più forti. Un traguardo che soltanto chi videogioca può comprendere a pieno: il portoghese è un talento naturale alla playstation, rientra nello “zero virgola” percento dei player che è in grado di raggiungere un livello così alto. Jota appartiene all’élite di Fifa e ne è orgoglioso, come testimoniano varie interviste che ha rilasciato.
NON TEME RIVALI
In una chiacchierata con FourFourTwo, l’attaccante del Liverpool ha parlato di questa sua grande passione: «Ho un team esports e a volte faccio meglio dei giocatori. Non perché siano scarsi, ma perché posso davvero competere con loro. È una bella sensazione quando si può giocare alla pari con persone che lo fanno per vivere».
Guai a pensare che lo lascino vincere perché è un calciatore famoso: su Fifa non si guarda in faccia a nessuno quanto si gioca ai massimi livelli. «Spesso partecipo a gare con i professionisti – ha spiegato Jota – e vinco alcune partite». Tra i suoi colleghi che videogiocano invece non ha alcun rivale, è il più forte di tutti e nessuno finora ha dimostrato il contrario. «Ho affrontato Alexander-Arnold nella finale del Premier League Invitational durante il lockdown e l’ho battuto. Non credo che ci sia qualcuno che possa battermi», ha sottolineato. Tra l’altro durante la pandemia Jota era solito tenere anche delle live streaming in cui giocava a Fifa davanti a migliaia di persone. Negli ultimi anni invece si è defilato, dovendo giustamente concentrarsi innanzitutto sulla carriera con il Liverpool.
Il tempo libero resta però tanto e Jota non ha mai perso la mano su Fifa. Inoltre sta lavorando benissimo con il suo team esports: si può definire un proprietario “illuminato”, dato che ha creato una struttura che lo ha portato ad avere un giocatore capace di vincere l’Esports World Cup 2024 lo scorso agosto. Si tratta della competizione più importante su Fifa e ha visto il trionfo di Joao “jafonsogv” Vasconcelos, un 20enne che è seguito come un calciatore vero.
Questo ragazzo è davvero un atleta, chiamato a prendersi cura del fisico e della mente. A sua disposizione ha infatti un allenatore e un assistente, oltre a uno psicologo. La salute mentale è importante per i calciatori e lo è ancora di più per i videogiocatori professonisti: sono sottoposti a forte stress, si allenano tutti i giorni per poi decretare il loro successo o insuccesso in una manciata di partite mensili.
Quella del “pro player” è una professione consumante, al punto che le carriere di questi ragazzi durano non più di qualche anno. Sulle loro spalle c’è tanta pressione di dover fare risultati per guadagnare bene e rimanere nel giro il più a lungo possibile. Insomma, il calcio vero è duro, ma quello virtuale è per certi versi ancora più esclusivo e consumante, soprattutto a livello mentale.