il Fatto Quotidiano, 13 ottobre 2024
Tajani alla fiera del tartufo
Mercoledì 2 ottobre, Palazzo Chigi. È l’ennesima giornata di inferno in Medio-Oriente, con l’Iran che attacca Israele e Netanyahu che grida alla guerra contro “l’asse del male”. Antonio Tajani si presenta in conferenza, ma dopo una breve dichiarazione, il capo ufficio stampa di Palazzo Chigi Fabrizio Alfano lo scorta fuori: “Se non ci sono domande, il ministro degli Esteri deve lasciare la conferenza stampa per impegni”. Tajani replica brevemente a una cronista, poi fila via. Deve partecipare a una riunione del Quint, un gruppo informale dei Paesi Nato. Qualche ora più tardi però, alla Farnesina guardano con stupore i social del ministro: Tajani posa con tale Linda Elezi, consigliera regionale nelle Marche che in quel giorno ufficializza il passaggio a Forza Italia: “Cresce ancora la squadra di Forza Italia nelle Marche, avanti cosi!”.
È solo uno dei tanti episodi che in queste settimane hanno fatto storcere il naso a molti, tanto al ministero degli Esteri quanto a Palazzo Chigi. Il malumore riguarda un’agenda allegra: nonostante la tensione internazionale, Tajani non rinuncia a sagre, festival e gazebo di partito. Il perché è intuibile, visto che il leader di FI convive con l’ingombrante presenza della famiglia Berlusconi e non può permettersi scivoloni o sconfitte elettorali, a partire dalle imminenti regionali in Liguria. Non è un caso che Tajani sia già andato a Genova il 18 settembre e l’1 ottobre, sia stato a Savona due giorni fa e si prepari a tornare nel capoluogo il 25 ottobre.
Ed è stata proprio la visita dell’1 ottobre a esser notata dagli alleati. Come detto, si tratta del giorno dell’attacco dell’Iran, parte di un’escalation che – come prevedibile – ha presto coinvolto anche i militari italiani in Libano. In quelle ore, Tajani sta presentando le liste di FI per le regionali ed è costretto a collegarsi in video, da Genova, a una riunione d’urgenza convocata a Palazzo Chigi. “Ma Tajani dov’è?”, si chiedono gli sherpa della premier. Due giorni dopo, nel pieno dell’escalation, il vicepremier compare a una conferenza stampa nella sede del partito a san Lorenzo in Lucina col viceministro Francesco Paolo Sisto e Alessandro Cattaneo per presentare “la relazione e la sintesi” sull’iniziativa “L’Estate in carcere” di Forza Italia.
Altro caso analogo succede il 6 ottobre. Israele da ore minaccia l’Iran e il clima è reso ancor più teso dall’imminente anniversario dell’attacco di Hamas che ha fatto nuovamente deflagrare la guerra in Medio-Oriente. Tajani è reduce da un sabato passato a Milano a un evento di FI per presentare lo Ius Italiae, un ddl sulla cittadinanza. E la domenica mattina Tajani si concede una visita alla celebre Sagra dell’uva di Marino, in provincia di Roma. Il ministro esalta la festa con tanto di emoticon su X: “Storia, tradizione, cultura, anche con la rievocazione del ritorno di Marcantonio Colonna dalla Battaglia di Lepanto e il miracolo delle fontane”. La gita gli viene rinfacciata anche da Matteo Renzi nel question time al Senato: ieri il leader di Iv ha definito Tajani “moralmente indifendibile e istituzionalmente indecente”.
E si arriva a giovedì, altra giornata campale. L’Italia è in allarme per i soldati della missione Unifil, più volte colpita da Israele. Tajani è di ritorno da una lunga missione in Argentina e Brasile e a convocare l’ambasciatore quindi è Crosetto: il ministro degli Esteri non si farà sentire fino a tarda sera di giovedì, quando fa il giro delle tv per mostrare che anche lui esiste. Ma al suo rientro non fa in tempo a rimettere piede alla Farnesina che si rimette subito in viaggio. Stavolta per impegni tutti italiani: venerdì mattina è a Torino per un confronto sui trasporti col presidente di Regione Alberto Cirio e le associazioni di categoria; a Cherasco (Cuneo) fa una riunione di partito con i ministri Paolo Zangrillo e Gilberto Pichetto Fratin in cui dice che alle prossime elezioni Forza Italia arriverà al 20%; il pomeriggio si sposta a Savona per promuovere Marco Bucci e poi, prima di sera, raggiunge il Teatro Sociale di Alba (Cuneo) per l’inaugurazione dell’imperdibile Fiera internazionale del Tartufo Bianco. La crisi in Medio-Oriente può aspettare.