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 2024  ottobre 13 Domenica calendario

Biografia di Renato Casaro

Quando Renato Casaro, oggi 88 anni, iniziò a lavorare nel cinema, il cinema era un’altra cosa. O meglio lo erano le sale cinematografiche: luoghi in cui negli anni Cinquanta gli spettatori si mettevano in coda per entrare, attirati in sala dai grandi cartelloni dipinti che “strillavano” lo spettacolo in corso. La mano che li disegnava, spesso, era quella del trevigiano Casaro, maestro dell’areografo e pennello che di lì a poco – con l’esplosione dei peplum, dei musicarelli e del western all’italiana – sarebbe diventato il più importante “cine-pittore” (lui ama definirsi ancora così) d’Italia. E probabilmente del mondo. Sue le locandine dipinte a mano di tanti film di Sergio Leone, di quelli di Bud Spencer e Terence Hill, del Nikita di Luc Besson e dello 007 di Mai dire mai, del Tè nel deserto di Bernardo Bertolucci, di Opera di Dario Argento, della trilogia di Rambo e così via di cult in cult, sul filo di una professione che sta lentamente scomparendo. Al genio di Casaro – tuttora in attività – la Festa del Cinema di Roma dedica un tributo, con la mostra “Renato Casaro, l’uomo che ha disegnato il cinema”, da domani al 27 ottobre alla Casa del Cinema.
Coppola, Bertolucci, Zeffirelli: chi era il più difficile da accontentare?
«Mai avuto difficoltà con nessuno. Ma con Bertolucci c’è sempre stato uno scambio di idee più fitto. Una delle mie locandine preferite è Il tè nel deserto: ho sintetizzato la fusione di due civiltà immaginando due figure avvolte dallo stesso mantello. Piacque moltissimo, anche se nel film quella scena non c’era».
Sergio Leone com’era?
«Uno che alla pubblicità – perché le locandine erano questo – ci teneva tantissimo. Seguiva tutto il processo, avevamo un rapporto fraterno. Avevamo cominciato a fare anche i primi schizzi per Colt, il film che non girò mai». 
Però lo farà Stefano Sollima: vi siete sentiti?
«No. Chissà che non chiami».
Tornatore?
«Per il manifesto dell’Uomo delle stelle mi fece penare. Mi chiese un poster che fosse come i carretti siciliani, con i pannelli su cui sono dipinte le storie locali. Fu una bella sfida, ma ci riuscii».
E tra gli stranieri, chi ricorda con piacere? 
«Luc Besson diventò pazzo per il manifesto di Nikita. E dire che i produttori non erano convinti, perché l’attrice (Anne Parillaud, ndr) era esordiente e bisognava farla vedere bene in faccia. Io invece la misi di spalle. Quentin Tarantino mi ha chiamato per C’era una volta a Hollywood (sono di Casaro tutte le finte locandine del film con DiCaprio/Rick Dalton, ndr): un vero signore, una persona gentilissima. Un onore pensare che sia venuto a pescarmi a Treviso, dove mi sono ritirato con mia moglie, potendo scegliere chiunque in America».
Come definirebbe un “cinepittore”?
«Un artista che dipinge il cinema sulla carta». 
Quali sono le regole della locandina perfetta?«Fino agli anni Settanta c’erano i clichè: la coppia e il cattivo, oppure lui, lei e il cornuto. Un grande classico. Io ho messo in discussione tutto, aggiungendo un tocco simbolico o umoristico».
Quanto tempo ci vuole per farne una?«Per realizzarla, escluse bozze e schizzi, una decina di giorni».
Costa molto?«Molto più che affidare un poster in grafica digitale a uno studente fresco di laurea».
Perché oggi il cinema non lo si dipinge più?«Perché si lavora col digitale e con la fotografia. Il problema è che non si distingue più tra cinema e pubblicità commerciale».
Cioè?«Guardi le locandine: certi volti potrebbero funzionare ugualmente sulla pubblicità di un dentifricio, di una crema o una beauty farm. Il pubblico è disorientato». 
Prima e ultima locandina fatta?«La prima fu Due occhi azzurri (del 1955, di Gustav Ucicky), l’ultima in Italia Una commedia pericolosa (del 2023, ndr) con Enrico Brignano. Ho fatto anche un paio di film per gli inglesi e uno in Germania». 
Un sogno mai realizzato?«Purtroppo non ho mai lavorato con Federico Fellini».
Uno da realizzare?«Mi piacerebbe lavorare con uno come Paolo Sorrentino. Sarebbe come chiudere un cerchio. Per lui, ne sono sicuro, darei il massimo».