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 2024  ottobre 13 Domenica calendario

Subbuteo-mania

 «Si sono conosciuti sui panni», dicono di loro. I “panni”, nel gergo, sono quelli verdi del subbuteo, il calcio analogico da tavolo rispuntato, un po’ come il vinile, dall’apocalisse digitale. Lei è Eleonora Buttitta, 31 anni, siciliana, oncologo all’Ospedale Careggi di Firenze, campionessa mondiale per la seconda volta consecutiva, e lui Stefano Buono, 36 da Arezzo, titolare di un’azienda distributrice di bevande, due volte campione del mondo under 19. Sono sposati da tre anni e – raccontano – un weekend al mese partono con bimba di un anno e nonni al seguito per andare a giocare i tornei coi colori del Bagheria. A casa si sfidano almeno un paio di volte alla settimana. Agli ultimi mondiali di fine settembre, Stefano era allo stesso tempo babysitter e Ct della Nazionale femminile, terza classificata. Le agoniste in Italia sono solo una trentina su 1500 tesserati (ma i praticanti sono minimo dieci volte di più) alla Federazione Italiana Sportiva Calcio Tavolo, anche se su questo campo non c’è guerra dei sessi, la parità è acquisita. «Ma purtroppo – dice Stefano – molte smettono dopo la maternità, mentre Eleonora ha giocato anche la Coppa Italia al settimo mese di gravidanza». Quella di Eleonora e Stefano è solo una delle tante storie intorno ai rettangoli dove si fa gol in punta di dita (non cricchi, attenzione) a Subbuteoland, che nella Bassa Reggiana è un po’ la Coverciano di questo gioco amato da Antonio Conte, inventato negli Anni Venti dai marinai inglesi in astinenza da football sulle navi (“Newfooty”), e poi brevettatonel 1946 daun ex aviatore della Raf, Peter Arthur Adolph, ribattezzandolo – da appassionato ornitologo – col nome latino del falco lodolaio, subbùteo con l’accento sulla seconda u. Perché l’indice per colpire il calciatore-statuetta si posiziona a mo’ di becco. La Betlemme del subbuteo è Tunbridge Wells nel Kent dove il mese scorso l’Italia s’è laureata per la quindicesima volta campione del mondo, con una rete all’ultimo secondo del giovane Filippo Cubeta. Almeno nel calcio bonsai siamo una potenza mondiale, di gran lunga i più forti davanti a Belgio, Spagna, Grecia e Brasile: «Perché noi siamo più freddi nei momenti decisivi» spiega Saverio Bari, capitano della Nazionale. L’anno scorso sempre all’ultimo secondo fu l’architetto napoletano Luca Battista a gelare i soliti belgi. E così il nostro campionato attrae le star internazionali come succedeva nella serie A degli Anni Ottanta. Oggi il fresco campione del mondo individuale Dimitrios Dimopoulos gioca nel Perugia mentre il vecchio Carlos Flores Lopez, operaio quasi quarantenne di Murcia, milita nel F.lli Bari Sporting Club di Reggio Emilia, il club più titolato del mondo con nove Champions League. Una stagione può costare anche trentamila euro per una squadra di vertice come quella animata dall’azzurro Saverio Bari, 54enne imprenditore edile. Per una cifra che si avvicina ai diecimila euro all’anno, dal 2008 lo spagnolo Flores prende l’aereo e si unisce al team reggiano nelle principali competizioni. Si possono tesserare tre stranieri e schierarne due alla volta. Come nel calcio vero c’è un mercato: 109 trasferimenti quest’anno tra i 123 club italiani da Aosta a Siracusa.Ma il mercato vero èquello del collezionismo dove i pezzi storici, sia le squadreche i set completi di campo e accessori, possono arrivare a costare mille euro: è il fascino del calcio formato presepe. Subbuteoland è il sogno bambino di Saverio Bari che nel 2020 ha inaugurato questo centro tecnico-ricreativo modernissimo in un capannone da 350 metri della sua ditta, tra frutteti e vigneti di lambrusco, con 25 tavoli da gioco, schermi, bar e museo.«Non è più un gioco vintage per nostalgici» garantisce Daniele Caroleo, addetto stampa federale e autore del libro 10 interminabili secondi” (il tempo a disposizione per tirare in porta). Da ormai un paio di anni, infatti, alla faccia della PlayStation, le vendite sono aumentate in Italia del 30% e sono tanti i ragazzini che hanno scoperto questo passatempo non ancora riconosciuto come disciplina sportiva dal comitato olimpico.Il Var qui non è arrivato, ma i materiali – dal ritorno in produzione dopo che la Hasbro l’aveva creduto morto – sono cambiati e i nuovi giocatorini hanno ora un fondo piatto che garantisce maggiore stabilità. Anche le tattiche sono cambiate e c’è chi, come Bari, ama il possesso palla largo e insistito alla Guardiola. Il Paolorossi del subbuteo, il mitico Andrea Piccaluga, campione del mondo ‘78 le cui mani furono assicurate per 45 milioni di lire ai Lloyds prima di una tournée in Inghilterra, oggi perderebbe – dicono gli esperti – contro il gioco veloce dei nuovi campioni. Insegna gestione dell’innovazione alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e se ne sarà fatta una ragione. Quelli che preferiscono le vecchie maniere scelgono la categoria old subbuteo, che è come se un tennista usasse la racchetta in legno, ma in comune c’è sempre lo stesso doping legale: il Pronto, lucido per mobili con cui si lubrificano le basi dei giocatorini così da farli filare dritti da una linea di fondo all’altra con un solo colpo.