Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 13 Domenica calendario

Fenomeno De Martino

e la Rai negli ultimi tempi ha azzeccato poche decisioni, le va dato atto di aver imbroccato la scelta più importante: una volta perso Amadeus pochi sarebbero stati sicuri che il nome di Stefano De Martino fosse quello giusto. Al netto di Sanremo – quello è un altro campionato e se lo gioca Carlo Conti – la fascia di access prime time (tra le 20.30 e le 21.30) rappresenta da tempo ormai lo slot più pregiato per gli investitori pubblicitari. Lì la Rai fa parecchi soldi, lì ormai si concentra il maggior numero di spettatori, non ci sono più – salvo rarissime eccezioni – programmi di prima serata che riescono a superare i 5 milioni di spettatori. Invece nella terra del game ogni sera si toccano quelle vette. 
Lì per anni ha dominato Amadeus e sembrava impossibile che qualcuno riuscisse a fare altrettanto. Invece Stefano De Martino ci è riuscito. In poche settimane si è cucito Affari Tuoi sul suo stile di conduzione (l’ultimo dato parla 5.396.000 spettatori, 27,3% di share, la regia di Stefano Mignucci è sempre una garanzia). 
Uno come Bonolis non aveva dubbi su di lui: «Ha grandissime potenzialità. E poi è un bellissimo figliolo, è molto bravo, è empatico. Andrà sicuramente migliorando strada facendo». De Martino è riuscito a far cambiare idea a Selvaggia Lucarelli che prima era scettica («ha le spalle ancora troppo piccole per questo programma») ma poi si è ricreduta: «Ha preso confidenza con il suo ruolo, sta diventando molto bravo e finalmente sembra divertirsi». Lo approva pure Rocco Siffredi che con la telecamera ci sa fare ma in altri ambiti: «Potrebbe fare il mio lavoro a occhi chiusi, è super performante». 
Perché Stefano De Marino è sicuramente uno che piace. Sotto questo aspetto bipartisan con uomini e donne. Con i maschi sa far trasparire quel clima da partita di calcetto, dove ci si capisce con un cenno. Con le donne invece va sul velluto, con quella fama da latin lover che non guasta. Diciamo che lì, sul pubblico femminile, parte in vantaggio su tipi esteticamente ordinari che hanno fatto la storia recente della tv come Gerry Scotti, Bonolis, Carlo Conti o lo stesso Amadeus: da Belén in giù passando per ipotetici o inesistenti flirt con la top model Mariacarla Boscono e Alessia Marcuzzi, le conquiste – o presunte tali – del sex symbol De Martino nella società del gossip contribuiscono ad alimentare i like virtuali e reali. 
L’aura da seduttore serve per aprire il cuore anche alla casalinga di Voghera: basta un sorriso alla telecamera per farla sognare, la promessa che, magari, stasera tutto è possibile (come il format che lo ha fatto crescere). È successo in una delle ultime puntate, con l’apprezzamento di una concorrente a cui è partita la frizione; più che ai pacchi e ai soldi pensava ad altro: «Ci vuole fortuna nella vita, ci vuole un gluteo come il tuo». E anche l’ormone è servito. 
A livello formale De Martino ha scelto la sua divisa d’ordinanza: camicia bianca per mettere in risalto il bicipite da ballerino, cravatta stretta, sorriso sempre aperto come un pianoforte. Tra verità e leggenda ora sembra che nella moda ci sia un ritorno della cravatta e il merito sarebbe (anche) suo. A trasformare l’acqua in vino del resto quando le cose vanno bene è un attimo. 
La conduzione punta invece su due pilastri: da una parte l’empatia nei confronti dei concorrenti e l’inevitabile astio verso il Dottore che cerca di non farli vincere; dall’altra la simpatia riversata sullo spettatore che si riverbera tra battute e ammiccamenti, virando – senza calcare troppo – sulla cadenza napoletana che fa subito informale e familiare. 
Nazionalpopolare insomma. Aggettivo che una volta era un insulto (chiedere a Baudo quando il presidente della Rai Enrico Manca definì così la sua televisione) e che nel tempo è diventato invece una medaglia, il grimaldello per fare breccia nel telecomando degli spettatori. 
Piacione e nazionalpopolare, ma anche paraculo, in accezione positiva beninteso. De Martino ha l’intelligenza e la vivacità di chi è cresciuto in strada, ha lavorato come cameriere, barista, parcheggiatore, fruttivendolo e poi anche in un call center. Insomma ha sempre avuto a che fare con le persone, ha sempre dovuto «vendergli» qualcosa, ha dovuto convincerli, blandirli, lusingarli, adularli. Ma sempre senza sembrare falso, che in tv è un peccato capitale. Oggi in fondo il suo mestiere non è cambiato, De Martino vende tv. E ci riesce.