Corriere della Sera, 13 ottobre 2024
A Milano apre la M4 tutta intera
Da ieri tutta la M4 è aperta. La nuova linea blu taglia Milano da est a ovest, porta da Linate al centro in 12 minuti, e poi al Lorenteggio: 21 fermate, 15 chilometri, sei interscambi, 90 secondi la frequenza di esercizio negli orari di punta. Ho seguito con partecipazione i lavori, per anni, dal balcone di casa. Una delle fermate – California – sta proprio sotto. Sono un umarèl del settimo piano, e non posso rinunciare a un commento finale.
Scrivevo qui sul Corriere, nella primavera 2017: «Milano è generosa ma non è stupida. Davanti alla sfida – la fine dei lavori è prevista nel 2022 – si sta comportando da grande città europea. Sa qual è l’obiettivo, lo condivide e accetta di pagarne il prezzo. Non solo in denaro; anche in traffico, fatica, rumore, polvere. I milanesi si dimostrano ammirevoli. Però, attenzione: se scoprissero che i lavori costano più del dovuto, sarebbero disgustati. Se vedessero che si protraggono inutilmente, reagirebbero».
Non è accaduto. I milanesi hanno protestato, ogni tanto (e con motivo). Ma hanno capito che due anni di ritardo e 3,4 miliardi di costo totale – considerate pandemia e inflazione – sono accettabili. Hanno sopportato il disagio dei cantieri. Ben più di me, che a Milano non sono residente. Scrivevo: «La sera non so mai da che parte accedere, perché reti e barriere si spostano di continuo (solo l’ungherese Orbán è altrettanto veloce ad allestire recinzioni)». È andata avanti così per altri sette anni, intorno a casa mia (anche in Ungheria, peraltro).
Il primo scavo a Linate risale al 24 marzo 2014. Ci sono voluti, quindi, dieci anni e mezzo. Come siamo riusciti a costruire l’Autostrada del Sole in otto anni (1956-1964), non lo so (ero uno neonato e non mi occupavo di lavori pubblici). Ma mi sembra di poter dire che Milano – spendendo, faticando, bofonchiando – le cose le faccia, pensando al domani. Roma, purtroppo, non ci riesce. Corre dietro alla emergenze di oggi; cerca di accontentare tutti e non accontenta nessuno. Non può contare su taxi e mezzi pubblici, è soffocata da bus turistici e noleggi con conducente. Cambiano i sindaci, ma cambia poco.
Facciamo così: noi scendiamo a Roma a leggere la poesia della storia, voi salite a Milano a sfogliare la prosa della vita quotidiana. Ma non chiedeteci di far cambio.