Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 13 Domenica calendario

Usare lo smartphone senza farci rubare l’anima

Caro Aldo,
il cellulare ha invaso e invade le nostre vite e lo noto in tanti momenti della vita quotidiana. Io, però, faccio parte degli «immuni»: possiedo un cellulare vecchio tipo in grado di mandare e ricevere sms e stop e non sono sui social. Posso dirlo? Non sento la mancanza dello smartphone e vivo benissimo così. Credo che la tecnologia sia utile in molti settori ma non lasciamo che ci faccia dimenticare la bellezza della natura o l’importanza dei contatti umani. Segnalo una notizia che mi ha colpito non poco: una signora si è offesa con la figlia perché la ragazza le ha negato l’amicizia su Fb. Sans paroles...
Susanna Nistri,  Catanzaro

Cara Susanna,
il telefonino è come l’alcol, la droga, certi tranquillanti: dà dipendenza. Di continuo siamo tentati dal prenderlo in mano, controllare whatsapp, mail, sms, consultare i siti, andare sui social. È una gratificazione, ma nello stesso tempo è anche una condanna. Un’opportunità, ma anche una maledizione. Il ritmo è sincopato. Il tempo è frammentato. La capacità di concentrazione si è drasticamente ridotta. Gli spazi per leggere, per fantasticare, financo per annoiarsi si sono ridotti. Questo vale per noi, che abbiamo imparato a usare i cellulari da grandi e gli smartphone da adulti; si figuri per i nativi digitali, che hanno imparato prima a usare tablet e cellulari che non a leggere e scrivere.
Il telefonino ha cambiato l’uomo più del fuoco e della ruota; o comunque più velocemente. Tanti ragazzi non hanno il coraggio di guardarsi negli occhi, di toccarsi, di uscire, di abbracciarsi. Si innamorano on line e on line si lasciano, senza neppure aver vissuto una vera storia d’amore. Non saprei trovare a tutto questo una soluzione. Non è vero che i social sono il regno dell’odio. L’odio molto spesso è alimentato da siti semiclandestini, da giornalisti falliti, da aspiranti scrittori, da calunniatori di professione. Insomma, da poveracci. La gran parte delle persone usa i social per esprimere le sue emozioni. L’importante è continuare a vivere una vita fisica e non soltanto virtuale, è essere padroni dello smartphone e non lasciare che lo smartphone si impadronisca del nostro tempo e della nostra anim