la Repubblica, 11 ottobre 2024
“L’odio” diventa musical una banlieue in teatro Mathieu Kassovitz dirige la trasposizione del suo film
Trent’anni dopo l’uscita del film, L’odio diventa un musical. Era il 1995 quando Mathieu Kassovitz aveva rappresentato la rabbia di una generazione narrando la giornata dei tre amici Vinz (Vincent Cassel), Saïd (Saïd Taghmaoui) e Hubert (Hubert Koundé) all’indomani di una notte di scontri tra giovani di banlieue e polizia. La battuta del film, “fino a qui, tutto bene”, pronunciata da uno dei protagonisti mentre cade da un palazzo, è rimasta come simbolo di una società che precipita nella violenza. Da allora le scene di guerriglia nei ghetti urbani si ripetono, come pure le accuse alle forze dell’ordine. “Fino a qui, nienteè cambiato” è il sottotitolo dello spettacolo che ha debuttato ieri alla sala da concerti Seine musicale con una tournée prevista in tutta la Francia.
Per La Haine – Jusqu’ici rien n’a changé Kassovitz ha riadattato i dialoghi, integrando alcuni riferimenti alla politica di oggi, come l’ascesa dell’estrema destra in Francia. «I buoni musical sono politici», racconta il regista. «Il problema rimane ancora oggi la brutalità della polizia», sottolinea, facendo vari esempi di giovani di banlieue uccisi da agenti negli ultimi anni. «La violenza è intrinseca alla società ma quando c’è un errore o un incidente, intenzionale o meno, sono i poliziotti a doversi autodenunciare». La questione attraversa il nuovo show. «La polizia è lì per proteggerci, ma chi ci protegge dai cattivi poliziotti?» prosegue Kassovitz, che ha reclutato un cast di giovanissimi attori al servizio di una colonna sonora in cui ci sono rapper come Akhenaton a Jyeuhair e star francesi del calibro di Clara Luciani.
Kassovitz, 57 anni, è noto anche per alcune recenti dichiarazioni polemiche o complottiste. Qualche mese fa ha scambiato insulti sui social con uno degli attori del film del 1995, Taghmaoui, che lo aveva criticato per non averlo valorizzato abbastanza dopo il successo di L’odio.