la Repubblica, 11 ottobre 2024
Francia, la manovra lacrime sangue di Barnier
PARIGI – Comincia in Francia un autunno all’insegna dell’austerità nonostante questa parola non sia mai stata pronunciata da Michel Barnier. Il nuovo premier di destra ha svelato ieri una manovra che punta a tagliare 60 miliardi di deficit, uno sforzo inedito per la Francia. Nel suo discorso programmatico, Barnier aveva allertato sulla «spada di Damocle» dei conti pubblici, sotto la sorveglianza di Bruxelles e dei mercati finanziari. «La Francia è sull’orlo del precipizio», ha spiegato il premier, ricordando che lo Stato spende più di 50 miliardi di euro all’anno in interessi sul debito. Per Emmanuel Macron, alla guida del Paese da oltre sette anni, è un cambio di rotta imprevisto. È anche un’accusa implicita alla sua gestione finanziaria. Il debito, pari a 3.228,4 miliardi di euro alla fine di giugno (il 112% del Pil), è cresciuto di mille miliardi dal suo insediamento all’Eliseo, appesantito dal costo delle crisi e dalle deludenti entrate fiscali nell’ultimo anno. La traiettoria del deficit, come ha sottolineato Barnier, è andata così fuori controllo, sforando il 6% nel rapporto deficit/Pil2024. Un terzo della manovra che dovrebbe riportare al 5% il rapporto deficit/ Pil nel 2025 viene dall’aumento delle tasse, che peseranno in particolare sulle imprese (13,6 miliardi di gettito). Una patrimoniale una tantum (2 miliardi) è prevista per i francesi più ricchi: 65mila famiglie (con reddito annuo superiore a 500 mila euro per una coppia) pagheranno un’addizionale “eccezionale”. Circa trecento aziende con un fatturato oltre un miliardo di euro pagheranno un’aliquota superiore al 25% dell’imposta sulle società. Anche i trasporti inquinanti sono nel mirino, con una sanzione ecologica più severa e persino una nuova tassa sul settore aereo. Dopo anni di «scudo» sulle bollette durante la pandemia, la tassa sull’elettricità sarà aumentata drasticamente. Quasi due terzi della manovra, promette il governo, viene dai risparmi, di cui 20 miliardi sulle spese delloStato. Allo sforzo di risanamento parteciperanno anche i pensionati per 4 miliardi di euro, con il rinvio di 6 mesi (dal 1° gennaio al 1° luglio 2025) delle misure di adeguamento delle pensioni all’inflazione. Gli aiuti per l’assunzione di apprendisti saranno ridotti, così come gli sgravi sui contributi previdenziali. Un aumento del costo del lavoro che preoccupa il Medef, la Confindustria francese, secondo cui sono minacciati «centinaia di migliaia di posti di lavoro».
La sfida per Barnier è rassicurare velocemente i mercati finanziari che hanno già cominciato a monitorare il rischio Francia, con uno spread che oscilla tra 70 e 80 punti, quasi il doppio rispetto a un anno fa. Nelle prossime settimane è atteso il verdetto delle agenzie di rating, con Fitch che già oggi potrebbe decidere un declassamento. La nuova legge di bilancio è definita dal presidente della Corte dei conti, Pierre Moscovici, come «la più importante dal dopoguerra». Il bivio in cui si trova la Francia è aggravato da una situazione politica altamente instabile. Barnier, nominato pocopiù di un mese fa, guida un esecutivo di minoranza sostenuto solo dal blocco macronista e dal partito di destra.
La gauche denuncia «il piano di austerità più violento che la Francia abbia mai conosciuto». Il partito di Marine Le Pen, che con la «non sfiducia» al nuovo esecutivo ha un ruolo da arbitro in parlamento, spiega che «rifiuterà che si svuotino le tasche della Francia che lavora». I macronisti, azionisti di maggioranza di questo governo, tentano a fatica di smarcarsi da una manovra che sarà ovviamente impopolare. Il cosiddetto Plf (Projet de Loi de Finances) approderà la settimana prossima in commissione all’Assemblée Nationale, con una pioggia di emendamenti in vista. Barnier ha già spiegato di voler fare qualche concessione ma potrebbe essere costretto a fare un passaggio in forze sul parlamento, usando l’articolo della Costituzione 49.3.