Libero, 11 ottobre 2024
L’esame per diventare «ghisa» a Milano
Preparati fisicamente ma un po’ meno performanti nelle prove scritte. Questo il profilo degli aspiranti ghisa emerso dopo la conclusione dei test sostenuti nei giorni scorsi per entrare nei ranghi della polizia municipale. E il dato ha creato un certo sconcerto. Almeno la metà dei candidati ha dimostrato infatti di sapere fare piegamenti e flessioni con una certa scioltezza, ma cultura e libri di testo si sono rivelati un ostacolo insormontabile per la maggior parte di loro. I risultati sono impietosi. Nella prova scritta del 12 settembre su 324 candidati iscritti ai test, solo 84 hanno superato l’esame mentre in 240 sono stati bocciati. Ma c’è di peggio. Il totale degli iscritti ai test all’inizio era di 589 soggetti dei quali ben 265 hanno gettato la spugna prima ancora di iniziare. E questo nonostante avessero già pagato i 10 euro di iscrizione alla prova. Giovanni Aurea, presidente dell’Associazione per i Diritti e la Protezione dei Lavoratori, spiega che una simile debacle è da attribuirsi innanzitutto alla «estrema difficoltà della prova scritta». Aurea racconta infatti che il candidato ideale per Palazzo Marino «dovrebbe essere un po’ hacker e un po’ avvocato, nonché esperto nella gestione di enti locali». «Si richiede la conoscenza della lingua inglese, dell’informatica, del codice di procedura penale e del diritto amministrativo» racconta il presidente di ADPL spiegando che questo tipo di preparazione specifica fa parte del bagaglio culturale di ben pochi degli agenti attualmente in servizio.Come nel caso del testo unico di pubblica sicurezza. «Se ne richiede la conoscenza ai candidati ma non è strettamente necessaria tanto che a Milano solo reparti specializzati come l’Annonaria lo conoscono» sottolinea Aurea che pone l’accento anche sulle modalità con cui vengono condotte le selezioni fisiche. Anche in questo caso la prova di martedì scorso per il contratto a tempo indeterminato ha decimato i candidati con 39 bocciati e 89 idonei. Lunedì invece le cose sono andate molto meglio con 54 promossi e solo 14 scartati. «Una volta venivano respinte ancora più persone» spiega Aurea raccontando di test fisici che richiedevano perfino le faticosissime trazioni alla sbarra. Trazioni che ben pochi candidati maschi e quasi nessuna candidata femmina riusciva a superare. Ora invece si richiedono solo corsa, flessioni e addominali. «Il processo di selezione rimane comunque duro» spiegano all’APDL «tanto è vero che nelle prove dei giorni scorsi con il maltempo i candidati sono stati fatti correre sotto la pioggia».
Quanto alle rinunce, ancora prima di avere sostenuto i test, ADPL spiega che chi vorrebbe entrare nella polizia municipale è disincentivato quando viene a sapere delle condizioni di lavoro. «Il sindaco un anno fa ha cancellato unilateralmente il contratto decentrato con salvaguardia su punti fondamentali come l’esposizione agli incroci per più di 90 minuti consecutivi» conclude Aurea. E questo rischia di incidere nella scelta del lavoro. La pensa invece diversamente Amilcare Tosoni, segretario amministrativo del sindacato CISL-FP Milano, che parla di «concorsisti di professione» che provano a entrare nella polizia municipale di Milano col miraggio di potere fare molti straordinari. L’esponente CISL spiega che per legge il dipendente di un ente locale non può fare più di 180 ore mensili ma che il capoluogo lombardo ha una deroga che gli permette di arrivare a 250. «Abbiano agenti che arrivano fino a 270 ore in 30 giorni» spiega Tosoni raccontando però che per i vigili che hanno già una casa a Milano «lavorare per Palazzo Marino ha senso altrimenti le spese diventano insostenibili». Ecco quindi spiegato perché in molti si iscrivono alle prove di ammissione ma poi nemmeno si presentano. «Probabilmente hanno trovato lavoro in qualche Comune con un costo di vita meno caro e quindi non si partecipano più ai test». E, a testimonianza di questa tendenza, Tosoni racconta anche di agenti che rinunciano alla divisa anche dopo essere entrati a fare parte del corpo di polizia municipale. In tutto questo però il vero rischio è che vadano disattesi gli obiettivi della giunta che aveva promesso 3350 ghisa entro il 2023 mentre ad oggi ce ne sono solo 2900. E questo in una città che registra traffico alle stelle e il maggior numero di reati ogni 100mila abitanti.