il Giornale, 10 ottobre 2024
L’Italia dei collezionisti
Siamo un popolo di nostalgici, siamo un popolo di collezionisti. Oltre un italiano su due ha almeno una collezione e nel 2023 ogni nostro connazionale ha speso 1.381 euro per la propria passione, più di quanto – e questo è sorprendente – abbia speso per le vacanze estive, che tra il giugno e il settembre 2023 ci sono costate 1.130 euro pro capite. E la spesa dovrebbe aumentare nei prossimi tre-cinque anni del 37 per cento, raggiungendo quota 1.892 euro.
La fotografia è stata scattata ad Amsterdam nel corso di un evento organizzato da Catawiki, marketplace in rete per gli oggetti speciali, e Hypebeast, piattaforma leader per la moda e la cultura contemporanea, per presentare la ricerca internazionale «21st Century Collecting», che racconta come è cambiato il collezionismo nel primo quarto del millennio e quali sono i comportamenti degli appassionati in cinque Paesi europei: Italia, Francia, Germania, Belgio e Paesi Bassi. Una ricerca condotta attraverso interviste tra 4.500 collezionisti dei Paesi e che individua proprio gli italiani come i più «impallinati»: in Italia il 57 per cento della popolazione dedica il suo tempo libero a collezionare cose, numero che scende al 50 per cento in Belgio, al 47 in Francia, al 45 nei Paesi Bassi al 43 in Germania.
Gli oggetti più raccolti e catalogati in Italia sono libri (49 per cento), orologi (33), gioielli (32), oggetti legati alla fotografia (32) e monete (32), anche se molti sognano di collezionare anche vinili (28 per cento). I collezionisti sono attivi e reattivi: il 96 per cento di essi prendono parte ad attività legate alla loro passione, come fiere, mercati e forum online. Naturalmente le varie generazioni declinano in modo differente il loro (costoso) hobby): i «boomer» sembrano molto conservativi, poco inclini a calcolare il valore dei loro oggetti e a venderli (appena il 15 per cento rispetto al 25 di media). Gli esponenti della generazione X sono nostalgici e informati, i «millennial» sono i più spendaccioni e hanno un debole per i fumetti e i videogame, mentre
i giovani della generazione Z sono i più interessati a fare del collezionismo una fonte di guadagno e alla moda. Tutti più o meno si aspettano che la tecnologia abbia effetti positivi sulla loro passione (il 78 per cento). «La forte passione degli italiani per il collezionismo – ci dice Ravi Vora, ceo di Catawiki – emerge anche dai dati di Catawiki: l’Italia è il primo mercato in termini di spesa tra i Paesi chiave in cui è presente l’azienda. Lo scorso anno sono stati oltre 250mila gli italiani che hanno fatto un’offerta sulla nostra piattaforma, in crescita del 18 per cento rispetto al 2022».
Allo Studio Automat di Amsterdam, in uno spazio dall’atmosfera molto Silicon Valley, Catawiki e Hypebeast hanno anche allestito una piccola mostra di alcuni degli oggetti che sono stati inseriti nella lista definitiva delle icone del XXI secolo, scelti da un panel di esperti: si va dal primo iPod Classic del 2001 alle Big Red Boot di MSCHF del 2023, dal tappeto Ikea Markerad Receipt Rug che riproduce uno scontrino della catena svedese (2019) alla custodia per iPhone di Moschino che sembra una confezione di patatite (2014), dalla macchina fotografica Lumix DMC-GF1 della Panasonic (2009) alla casa Malibu di Barbie (2019). E poi le sneaker Triple S di Balenciaga (2017), la t-shirt gialla della DHL (2016), il cavatappi Anna della Alessi (2003), la lampada da tavolo Bourgie di Kartell, il BlackBerry Bold 9000 del 2008 (lo ricordate?) e la sedia trasparente The Ghost di Philippe Stark (2002). Cose da mettere nella capsula del tempo che racconterà al futuro chi siamo e chi siamo stati ieri e l’altro ieri.