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 2024  ottobre 09 Mercoledì calendario

Morgan McSweeney, capo dello staff di Starmer


Londra È diventato l’uomo più potente della Gran Bretagna di cui nessun fuori dalla «bolla» di Westminster ha mai sentito parlare: perché nominando Morgan McSweeney a capo del suo staff, il premier Keir Starmer gli ha di fatto messo in mano la macchina del governo. Irlandese purosangue, originario della contea di Cork, 47 anni, McSweeney è l’uomo che in un certo senso ha «creato» Starmer: non a caso già nella primavera scorsa il settimanale New Statesman lo aveva incoronato personaggio più influente della sinistra britannica, prima ancora dello stesso leader laburista. Il nuovo capo dello staff è uscito vittorioso dalla faida interna a Downing Street che ha visto la defenestrazione di Sue Gray, la donna che lo aveva preceduto: d’altra parte è una vita che Morgan vive di macchinazioni, finora di successo, culminate nella direzione della campagna elettorale che ha prodotto lo scorso luglio una schiacciante maggioranza laburista con meno del 34% dei voti. McSweeney ha un pedigree improbabile per uno che ha una simile influenza sulla politica britannica: suo nonno fu un volontario dell’Ira che si batté contro gli inglesi nella guerra d’indipendenza dell’Irlanda e lui è arrivato a Londra solo a 17 anni, per studiare all’università (senza grande profitto). Dopo aver brevemente lavorato nei cantieri edili come muratore, sono gli accordi di pace sull’Irlanda del Nord, raggiunti da Tony Blair nel 1998, che lo ispirano a entrare nel partito laburista e a diventarne un attivista. Ma lui è un laburista «di destra», per così dire, che lavora a livello locale per sconfiggere l’ala massimalista del partito e che punta a recuperare i consensi di quei ceti popolari sedotti dalla destra populista. Una piattaforma che trova in Starmer il veicolo ideale: McSweeney ne guida la campagna per la conquista della leadership del partito nel 2020 e ne informa la retorica patriottica, condita col dirigismo economico. È la ricetta vincente che ha riportato il Labour al governo: adesso però Morgan dovrà dare una direzione a una macchina che sbanda vistosamente.