Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  settembre 19 Giovedì calendario

Biografia di Sophia Loren

Sophia Loren, nata a Roma il 20 settembre 1934 (90 anni). Attrice • Il suo vero nome è Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone; il suo primo nome d’arte fu Sofia Lazzaro, poi il produttore Goffredo Lombardo glielo cambiò nel 1953 per il film Africa sotto i mari: «mi venne in mente l’attrice svedese Marta Toren, e così affibbiai a Sophia il cognome Loren. Lei lo seppe solo dai manifesti del film, e si arrabbiò» • Nella sua carriera ha recitato in un centinaio di film • Il 30 maggio di quest’anno è stata fotografata sorridente all’uscita di un ristorante di Beverly Hills al braccio del figlio Edoardo. Si poggiava a una stampella: un anno fa è caduta nel bagno della sua casa di Ginevra fratturandosi femore e anca. • «L’età è uno stato d’animo. […] Vorrei che le mie ginocchia e la mia schiena si sentissero allo stesso modo, perché sono le uniche a ricordarmi che ho la mia età» • Ha due figli e quattro nipoti • Cittadinanza italiana e francese, ma ha sempre detto di sentirsi innanzitutto napoletana.
Titoli di testa «La mia infanzia è stata un’esperienza negativa, con la guerra, i marocchini, la povertà, la mancanza di un padre. Però tra noi c’era molto amore, così non sono diventata una persona amara: sono anzi ottimista, mi sveglio ogni mattina certa che dietro l’angolo mi aspetta una cosa bella».
Vita La madre Romilda, definita dalle figlie un «carabiniere», era pianista e mancata attrice: aveva vinto un concorso della Metro Goldwin Mayer come sosia di Greta Garbo, ma i parenti non le permisero di andare ad Hollywood • «L’ho sempre ammirata per come ha vissuto, per come ci ha cresciute» • Quando Sofia nacque, i suoi genitori non erano sposati: il padre – Riccardo Scicolone Murillo, un barone siciliano, ingegnere – la riconobbe, ma poi si fece un’altra famiglia • Intervistata da Alberto Moravia Sofia raccontò che la mamma scriveva al padre telegrammi tipo «Sofia gravissima, vieni subito»: «Lui il più delle volte ci cascava. Ma appena arrivato scopriva che stavo bene e allora si arrabbiava. La sua famiglia l’aveva a Roma. Io ho due fratellastri. Era un estraneo, non vedeva l’ora di andar via, tanto più che i miei non gli perdonavano di non aver sposato mia madre. Era come un asino tra i suoni. Lo diciamo a Napoli. Vuol dire: come un intruso» • Nel 1938 nacque sua sorella Maria, riconosciuta dal padre solo dopo qualche anno. Maria raccontò che la madre Romilda, incinta di nove mesi, andò in treno da Pozzuoli a Napoli per vedere Mussolini: avvistatolo, per l’emozione svenne sui binari della stazione. Nel 1962 Maria sposò il quarto figlio di Benito Mussolini, il pianista jazz Romano (1927-2006), con una cerimonia a Predappio dove lo sposo arrivò in ritardo • Troppo povere per restare a Roma, le tre donne andarono a vivere a Pozzuoli dalla famiglia d’origine di Romilda • Le ristrettezze economiche però non si risolsero, soffrivano la fame. Negli ultimi giorni dell’occupazione tedesca «non avevamo da mangiare, perfino da bere. Mia madre raccoglieva l’acqua piovana nelle strade, la filtrava alla meglio e ce la dava così, senza neppure bollirla, perché non c’erano né carbone né legna per accendere il fuoco» raccontò Maria • Durante un bombardamento alleato Sofia fuggì verso un rifugio antiaereo e la scheggia di uno schrapnel la sfiorò, ferendola al mento.
Comparsa Finita la guerra, Romilda portò Sofia a vivere a Roma per farne un’attrice. La sorella Maria le raggiunse una volta guarita dal tifo preso a Pozzuoli • Abitavano vicino a piazza Bologna in una stanza, dividendo un letto singolo in tre. «Una mattina all’alba sentimmo bussare alla porta di casa. Stupite per l’ora andammo ad aprire e ci trovammo davanti la polizia. Romilda Villani? Scicolone Sofia? Venite con noi, ci intimarono. Fummo trascinate e ci fu chiesto di giustificare i proventi con cui vivevamo. Qualcuno ci aveva denunciato avanzando il dubbio che avessimo trasformato il nostro appartamento in una casa di appuntamenti»: era stato il padre • Sofia va tutte le mattine con la madre a Cinecittà fino a che non riesce ad ottenere un ruolo come comparsa in Quo Vadis?. «Mia madre – racconta la sorella Maria – aveva la valigia in mano, superò lo sbarramento delle guardie, si presentò davanti al regista e gli urlò: “L’inglese non lo sappiamo, ma ce murimmo e famme, e questo you understand…”. Le presero tutte e due, mamma e Sofia, come comparse”. [...] Un giorno, Romilda all’uscita da uno studio incontra Totò e si mette a gridare in napoletano, lui riconosce il dialetto, fa fermare l’autista e regala 100 mila lire, una piccola fortuna, a Sofia Loren. “Con quei soldi mangiammo i primi pasti regolari – scrive Maria – e ci cercammo una casa”. Le fettuccine di Totò durano qualche mese, poi ricominciano i digiuni. Sofia, che allora si chiamava Sofia Lazzaro, in attesa del grande cinema, ripiega sui fotoromanzi» [Palombelli].
Miss Il 2 ottobre del 1949 «dovette accontentarsi del titolo di “Principessa del mare”, che le fu assegnato insieme ad altre cinque ragazze. Era il primo concorso di bellezza del dopoguerra e la futura diva, 15 anni, sorrideva mostrando il numero sette. Timida candidata più per volere della madre che per piacer suo. Acerba nei modi, ma promettentissima nel fisico, la giovane Sofia percorreva la passerella in un affollatissimo Metropolitan, il cine-teatro di via Chiaia insieme con 36 ragazze selezionate fra 400 candidate, al cospetto di una giuria di 60 commissari, giornalisti, artisti e gente del bel mondo napoletano, duemila persone nel cineteatro, altrettante fuori. Era la più alta, i lineamenti inconfondibili che le avrebbero regalato fama e notorietà, spiccava tra tutte ma il voto deluse la ragazza di Pozzuoli. La madre, determinata a farne una stella dello spettacolo, protestò energicamente per la mancata vittoria della figlia al Metropolitan. Entrò furente nella redazione del Corriere di Napoli trascinando Sofia al cospetto dei giornalisti del quotidiano e, ordinandole di mostrare le gambe e sollevandole la gonna, rimproverò tutti di avere negato il primo premio “a questo ben di Dio”. Tra i premi che toccarono a Sofia: ventimila lire, un paio di guanti, una giacca di lana bianca, un rossetto Winner, un lampadario di Murano, una valigia di cuoio e sei lenzuola di lino» [Carratelli] • Nel 1950 partecipò all’ottava edizione di Miss Italia: l’evento si svolse in un’unica serata (3 settembre), per la prima volta a Salsomaggiore Terme e per la prima volta fu trasmesso alla radio. Sofia arrivò quarta. Scrisse l’inviato di Europa Lincoln Cavicchioli: «alta 1,73 con un peso di 59 chili, segnalata fra le cosiddette “sirene dell’Adriatico” è stata infatti eletta “reginetta dell’eleganza”», titolo creato appositamente per lei • Il giornalista Orio Vergani, che presiedeva la giuria, la giudicò «troppo alta, troppo magra, troppo poco donna, troppo adolescente ancora, male impastata e soprattutto troppo bocca» • Aveva il tipico fisico «da maggiorata», cioè sinuoso, ai tempi apprezzato come «una reazione gioiosa ai corpi malnutriti della guerra» [Andrea Minuz] • Grazie ad un’altra fascia – miss Roma a Colle Oppio, secondo posto – la nota Carlo Ponti, avvocato diventato produttore cinematografico, che le fa firmare un contratto in esclusiva: inizia così a recitare sul serio.
Carlo Carlo Ponti e Sophia Loren si innamorano: lui è del 1912, perciò aveva ventidue anni in più rispetto a lei, era dieci centimetri più basso di lei, e per di più era già sposato, con Giuliana Fiastri • Nel 1958 si sposarono in Messico: al rientro in Italia Ponti rischiò di essere arrestato per bigamia perché il divorzio in Italia ancora non esisteva • Ponti chiese la cittadinanza francese e nel 1966 poté finalmente divorziare e sposare la Loren • La portò ad abitare in una villa del XVI secolo (Villa Sara) nel comune di Marino, alle porte di Roma. Nel 1964 la rivista Life la fotografò nel letto a baldacchino della lussuosa casa, con sette ettari di parco, un acquedotto, un frutteto e una piscina bordata da statue di marmo • Sofia si sottopose a cure contro l’infertilità in Svizzera e la coppia ebbe due figli: il direttore d’orchestra Carlo (nel 1968, il presidente della repubblica Saragat le inviò un telegramma per congratularsi della gravidanza) e il regista Edoardo (nel 1973, ha recitato per il figlio in La vita davanti a sé nel 2020) • «Ponti era bruttissimo e gentilissimo. La prima volta che lo incontrai mi dissi: ma come diavolo ha fatto Sophia Loren a sposare uno così? Poi cominciò a parlare e capii: aveva un eloquio che t’incantava» [Moira Orfei] • Carlo Ponti è morto nel 2007 a 94 anni.
Lavoro Ponti la mandò a cercar ruoli negli Stati Uniti: «Sei bauli di vestiti, 65 paia di scarpe, 20 cappelli, 30 bambolotti portafortuna, non le è stata insegnata la “sofistication”, fa brutte figure, chiama i domestici “servi” e per la stampa femminile non è altro che “una florida contadina”» [Oriana Fallaci] • «Sophia è una grande attrice e ha un temperamento da vera stella internazionale. Ci sarà una ragione se, quando si parla di attrici italiane, in tutto il mondo si pensa subito a Sophia […] Solo la Magnani era più brava» [Ponti].
Film Il primo film in cui ebbe una battuta fu Anna di Alberto Lattuada, nel 1951: «Strizzata in una maglia nera, con una parrucca di rafia d’oro e la bocca violentemente truccata, la ragazza entrava in un bar. Lo spavaldo barista Vittorio Gassman le faceva: “Ciao, bella, quando?”. Lei rispondeva sussiegosa: “Mai”. Breve, come battuta: ma per la Loren era la scoperta della parola, il riscatto dal mutismo di comparsa» [Lietta Tornabuoni] • Nel 1953 fece la schiava ne l’Aida di Giuseppe Fracassi, le colorarono la pelle di marrone e fu doppiata dalla soprano Renata Tebaldi • Per recitare nel film hollywoodiano La caduta dell’Impero romano del 1964 venne pagata 620 milioni di lire, allora uno dei compensi più alti mai concessi • Con Marcello Mastroianni avete girato 14 film, alcuni successi storici, siete stati un marchio d’esportazione del nostro cinema, ma il primo a costituire la coppia con i primi due titoli fu Alessandro Blasetti (Peccato che sia una canaglia, La fortuna di essere donna), anche se con De Sica ci furono i successi internazionali di Ieri, oggi, domani, di cui Altman rifece la scena mitica dello strip con l’ululato di Marcello, e di Matrimonio all’italiana, tratto da Filomena Marturano di Eduardo. «Sì, è vero, l’amicizia e la collaborazione con Mastroianni hanno definito la mia carriera e la mia vita. Averlo avuto al mio fianco per tutti quegli anni mi ha resa non solo un’attrice, ma anche una persona migliore» [a Nicola Porro, 7] • Nella serie tv Rai che racconta la sua vita – La mia casa è piena di specchi, tratta dal libro scritto dalla sorella Maria – è stata interpretata dalla siciliana Margareth Madè, e Sofia ha interpretato la sua stessa madre Romilda. «Un’intera vita artistica per uscire dal neorealismo, una fiction Rai per rientrarci. Mah! Chi glielo avrà fatto fare a Sophia Loren di raccontarsi in maniera così retorica, stereotipata, convenzionale?» [Aldo Grasso].
Venezia Nel 1958 vinse la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile in Orchidea Nera. Brigitte Bardot – 24 anni come la Loren, era alla mostra con La ragazza del peccato – si arrabbiò e se ne andò dal Lido senza presentarsi alla premiazione • Quando ricevette la notizia era in vacanza a Saint-Tropez, arrivò di corsa a Venezia con un aereo privato. «Si chiuse in camera, telefonò alla madre e cercò di abituarsi all’idea. Non ci si abituò. Col suo buon senso di ex popolana intuiva il miracolo» (Oriana Fallaci) • «Quando una voce stentorea la invitò sul palcoscenico, la paura la paralizzò. Gli occhi sbarrati, le labbra dischiuse, quasi stesse per soffocare, le mani aggrappate ai braccioli della poltrona in platea, guardava nel vuoto e non aveva la forza di alzarsi. Fu necessario sollevarla di peso, e sorreggerla, perché si avviasse verso l’onorevole che avrebbe consegnato la coppa. L’abito rosso, di taffetà, che aveva indossato con tanta disinvoltura alle prime di New York e Bruxelles, le pesava addosso, confidò, come se fosse piombo. Il sorriso che con altrettanta disinvoltura aveva ostentato davanti alla regina d’Inghilterra era solo uno scostarsi di labbra. Mentre la gente applaudiva, riuscì solo a balbettare un debolissimo grazie. Poi la intervistarono alla televisione e aggiunse che il grazie era per la giuria, per il regista del film e per Carlo Ponti. Dicendo “Carlo Ponti” la voce si incrinò. Era stata sul punto di dire “mio marito”. Allora i grandi occhi verdi si riempirono di lacrime, i singhiozzi la scossero, e questo conquistò definitivamente il pubblico. [...] La verità è che non c’è cosa, al mondo, cui gli italiani siano più sensibili quanto le lacrime di una donna bella e famosa» [Oriana Fallaci].
Oscar Nel 1962 vinse l’Oscar come migliore attrice per La ciociara, diretta da Vittorio De Sica: è la prima non statunitense a farcela • Batté Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany e Natalie Wood in Splendore nell’erba • Le dà la notizia Cary Grant telefonandole alle sei del mattino nella sua casa di Roma, all’Ara Coeli: non era andata alla cerimonia di premiazione perché era sicura di perdere • Il progetto iniziale prevedeva che lei interpretasse la figlia diciottenne e Anna Magnani la madre quasi cinquantenne, ma questa rifiutò ritenendo la Loren troppo alta per interpretare una ragazzina indifesa: «Io la madre e la Loren la piccola Rosetta? Il pubblico si sarebbe aspettato che fosse lei a violentare i marocchini e non il contrario!» • «Sul set andò d’accordo con tutti, Belmondo non era ancora un divo, con Vallone erano amici e con la piccola Eleonora stabilì un ottimo rapporto che si prolungò nel tempo» [Porro] • In America il film fu titolato Two Women, due donne • «Il Time le dedica un ritratto di prima pagina. L’attacco è memorabile: “I suoi piedi sono troppo grandi. Il naso è troppo lungo. I denti sono irregolari. Ha un collo da ‘giraffa napoletana’, e un girovita che sembra iniziare coi fianchi. Si muove come un terzino. Ha delle mani enormi, la fronte bassa, la bocca troppo grande, ma… mammamia è davvero stupenda”» [Minuz] • «Sophia!» urlò Lello Bersani che quella notte la intervistò in casa sua. Immagini che non furono trasmesse dalla Rai «per quelli che all’epoca furono considerati insuperabili motivi di opportunità: la coppia Ponti-Loren non era sposata e poi i due erano entrambi in vestaglia perché svegliati in piena notte. Sconveniente mostrarli agli italiani nel paludato telegiornale delle 20» [Marucci, Dazebao] • Tiene la statuetta sugli scaffali della libreria della sua casa di Ginevra: «“Ci ho messo un faretto sopra per illuminarlo bene e tutte le mattine gli tolgo la polvere. Perché l’Oscar deve brillare!”. Gli altri premi, negli armadi: “È roba mia, che neanche i miei amatissimi nipoti possono toccare”» [Cappelli, Cds] • Indimenticabile la consegna dell’Oscar per il miglior film straniero a Roberto Benigni (1999): «And the Oscar goes to... Robertooooo». «Non dimenticherò mai la sua mitica reazione quando esclamai il suo nome. Cominciò a saltare su e giù dai sedili dell’Auditorium con l’innocenza, la spontaneità e il dinamismo che sono i tratti distintivi dei suoi film» [Sofia Loren a Valerio Cappelli, Cds].
Amori Ha confessato di essere stata innamorata di Cary Grant, che le mandava fiori negli hotel e che sposò sul set di Un marito per Cinzia («Io indossavo un abito bianco e un velo e Cary mi aspettava all’altare. Quando ci baciammo mi venne da piangere»). Alla fine però restò con Ponti: «Avevo 23 anni. Non ero pronta per lasciare l’Italia. Avevo paura di cambiare completamente la mia vita. Mia madre aveva paura di volare e io temevo che vivendo in California non l’avrei vista spesso» • Achille Togliani, attore di fotoromanzi e cantante, alla fine di Sanremo 1954 brindò al secondo posto della sua Canzone da due soldi, dichiarando agli amici che la sua storia con la Loren era finalmente finita • Pare si invaghirono di lei: Peter Sellers, Marlon Brando, il presidente Kennedy • Nel 1981 frequentò l’endocrinologo francese Étienne-Émile Baulieu, lo scopritore della pillola Ru486. Entrambi sposati, fecero arrestare il paparazzo Umberto Pizzi pur di non essere fotografati nelle loro fughe ai Caraibi. «In seguito ricomposero i loro matrimoni in nome della famiglia e la moglie di Baulieu lo giustificò così: “Cosa avrebbe dovuto fare? Era innamorato. Dopo tutto, Sophia è una donna splendida”. Sophia negò come sempre, ma disse che in ogni caso non avrebbe mai lasciato suo marito. Infatti si trasferirono con i figli da Parigi a Ginevra» [Benini, Foglio] • A detta di Romano Prodi (festa della Margherita di Monopoli, 2004), la Loren definì Francesco Rutelli «nu bello guaglione».
Detrattori «La rivalità con la Loren? Sono quarant’anni che la subisco. L’ha creata quella che è arrivata dopo, è chiaro» [Gina Lollobrigida] • «Una volta al trucco la Loren raccontava di aver visto Giulio Cesare [di Shakespeare, ndr]: “Che bravo Marlon Brando, meraviglioso, ma anche lo sceneggiatore è bravissimo”» [l’attrice Valeria Moriconi] • «Ti sei mai innamorato della Loren? Mai. Non è il mio tipo. Troppa. Una bellezza prepotente» [Dino Risi a Claudio Sabelli Fioretti] • «La più dispettosa è stata certamente Sofia Loren. Lavorammo insieme in Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica. Ricordo che al trucco le abbassavo un po’ la pettinatura e lei non reagiva, Ma appena era sul set, senza una parola, fulminea, estraeva chissà da dove un pettine, si cotonava al volo e, lanciandomi uno sguardo di sfida, mi faceva la linguaccia» [lo scenografo Piero Tosi].
Guai Agli inizi della sua storia con Ponti, quando il divorzio ancora non esisteva in Italia, per la legge era una concubina • Nel 1982 passò diciassette giorni nel carcere femminile di Caserta. Era accusata di aver evaso le tasse. Lei diede la colpa al suo commercialista. «“So che la signora Loren ha una cella con la Tv. Quando in galera c’ero io non ci davano nemmeno da mangiare”, avrebbe commentato l’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, al quale si proponeva la domanda di grazia. Ci fu un sondaggio fra i lettori di Sorrisi e canzoni, per sapere se la grazia andava concessa: 74 su cento risposero sì» [Trivelli]. Nel 2013 la Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’attrice dieci anni prima, scagionandola. La Loren si è detta «felice» per il verdetto: «Finalmente si chiude una storia che è durata quaranta anni».
Curiosità Ha ricevuto il titolo di Cavaliere in Italia, in Francia e a San Marino. Il Giappone le ha dato il Premio Imperiale. Le hanno dedicato una stella sulla Walk of Fame di Los Angeles nel 1994. Cittadina onoraria di Napoli dal 2016 • Possedeva il ritratto di Innocenzo X del pittore inglese Francis Bacon, venduto all’asta nel 2007 per ventuno milioni di euro • Il maresciallo Tito, rozzo nei gusti, iniziò ad interessarsi di piatti raffinati quando seppe che la Loren aveva dichiarato che amava cucinare • Pare che mangi la pasta tutti i giorni, ha anche scritto un libro di ricette e cucinò gli spaghetti in un programma tv della Cnn • Ha posato per il calendario Pirelli a oltre settant’anni. Gianni Boncompagni commentò: «Nessuno mi può costringere a guardare quelle foto» • «Se amo sciare? Ma come faccio? Sono napoletana» [eppure nel 2006 fu madrina delle Olimpiadi della neve] • Nel 2011 sarebbe stata ospite di Berlusconi per colazione a villa Certosa • Negli ultimi anni si è appassionata al tennis – non si perde una partita del Roland Garros, le piace Jannik Sinner – e pare che guardi molta tv italiana, soprattutto Rete 4 e programmi di cronaca nera • Secondo il parruccaio Mario Audello, in pubblico porta sempre una parrucca: «ottimi prodotti, ben confezionati, che le donano» [2011] • È un po’ superstiziosa: si faceva cucire del sale negli orli dei vestiti.
Titoli di coda «All’uscita dalla guerra eravamo tutte brutte per la fame e malvestite per la povertà, così umiliate, e lei possedeva invece questa bellezza prepotente che ci illuminava di colpo indicando una diversa possibilità di esser donna. Uno dei ricordi più forti è la sua camminata in L’oro di Napoli, la pizzaiola Sofia che, sfacciata, fende la pioggia con tutti gli sguardi maschili addosso e si fa largo, grembiule sui fianchi, ancheggiando decisa sui tacchi, a petto in fuori, mentre dietro di lei arranca il marito rassegnato e vinto» [Natalia Aspesi].