Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 08 Martedì calendario

I bambini tedeschi sono depressi già all’asilo. A guarirli ci pensano le marionette

I bambini tedeschi sono depressi già all’asilo. Hanno problemi di comunicazione con i coetanei, e non reagiscono alle sollecitazioni dei maestri. Colpa, in gran parte, dell’isolamento sofferto durante il Covid. Per un paio d’anni i Kindergarten vennero chiusi, e alle elementari le lezioni avvenivano a distanza via zoom. Le conseguenze si notano anche nei piccoli che avevano pochi mesi durante la pandemia.
La colpa è dei genitori che hanno patito la solitudine, e inconsciamente hanno finito per influenzare i figli. Come rimedio, psicoanalisti specializzati nei problemi dell’infanzia, e insegnanti, suggeriscono le marionette, un gioco del passato, quasi scomparso. I bambini hanno un’enorme offerta di telefilm girati per loro, e di cartoni animati, li vedono via streaming sul computer, o alla tv, quando vogliono, persino sul telefonino. Ma rimangono passivi.

Gli specialisti consigliano che i piccoli debbano fabbricarsi da soli le marionette, ritagliando il cartone o il compensato, ed è facile costruire gambe e braccia mobili grazie a giunti, manovrabili con i fili. Il bambino costruisce, bene o male non importa, marionette simili a se stesso, una sorta di artigianale avatar non elettronico. E liberamente si sfoga impersonandosi nel cattivo, l’orco o il drago, o in una fata o una strega. Non si deve guidarli, non c’è da preoccuparsi, se il maschietto si fabbrica una regina cattiva, e la sorellina un guerriero con la spada.
Per decenni, per almeno tre generazioni, i piccoli romani sono andati alla terrazza del Pincio dove si trovava un minuscolo teatrino di marionette, e da adulti hanno accompagnato i figli, finché il burattinaio si è ritirato o è morto. Peccato. Per me bambino a Palermo l’appuntamento annuale, prima di Natale, era con lo spettacolo delle marionette di Podrecca, ricordo musiche, colori, una sorta di musical al teatro Politeama.

Sarebbe inutile ricordare il Teatro dei Pupi, tradizione siciliana, che affascinava anche gli adulti. I paladini di Carlo Magno sfidavano i saraceni, e tutti sapevano che avrebbero perso a Roncisvalle, eppure gli spettatori partecipavano alla lotta, il bene contro il male, insultando il traditore Gano di Maganza. Con le marionette non si resta neutrali, i bambini escono dall’isolamento, entrano nella messa in scena.
Non è facile per il puparo. Per mia figlia a Amburgo, e le sue due amichette italiane, davo uno spettacolo di burattini non marionette, una testa intagliata nel legno con una corpo, che era una guanto in cui inserire le mani per renderle vive. Ma le piccole urlavano quando appariva il lupo cattivo, attenta Cappuccetto. Non potevo ignorarle, il lupo dialogava con loro, e magari cambiavo la favola dei Grimm. Cappuccetto tra gli applausi prendeva ceffoni il lupo che implorava pietà. Le spettatrici erano felici, e certamente non depresse.

In una scuola media di Francoforte, una trentina di allievi tra i 12 e i 13 anni, cuciono abiti, dipingono le marionette di legno, e incollano capelli di lana. La tredicenne Rabina è estasiata, scrive la Frankfurter Allgemeine: «Posso essere creativa senza limiti». Fa parte di un Workshop dell’Associazione artistica per sostenere la salute mentale di bambini e adolescenti.
Annette Lang è l’iniziatrice del programma «Puppets on a string», cominciato nel 2023. I ragazzi non sono più abituati, come padri e nonni, a sfruttare la propria manualità, i bambini non giocano con le costruzioni, i giochi sono solo virtuali al computer. Costruire una marionetta e non venire giudicati dal risultato, dice Frau Annette, dà sicurezza, le marionette devono piacere a loro, imparano guardando e emulando i compagni più bravi. Ci si chiude nella solitudine perché non è più abituati al confronto, e si cade nella depressione.
Grazie alle marionette aumenta la concentrazione e migliorano i risultati scolastici, assicura l’insegnante Anja Grabovica. Il mio böser Wolf, il lupo cattivo, finiva per piangere, e le tre spettatrici lo consolavano insieme con Cappuccetto. Ero un burattinaio maldestro, politicamente scorretto, ma a cambiare la storia erano le bambine.