Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 07 Lunedì calendario

Le coppie di artisti

PASSIONE
Lei sposata con due figli e un passato burrascoso, viene sedotta dal geniale scultore: una relazione clandestina per 5 anni
icono sia meglio non mettersi insieme a chi fa il tuo stesso mestiere, soprattutto quando si tratta di persone dalla spiccata vena creativa. Conosco coppie di avvocati, commercialisti, medici che funzionano benissimo da decenni, per gli artisti sembrerebbe diverso, scatta la competitività, la corsa al successo, al riconoscimento e al denaro. Di norma uno recita il ruolo di spalla del protagonista, in passato è toccato spesso alla donna ma in realtà la casistica è molto ampia: certi sodalizi sono durati tutta la vita, altri per decenni, qualcuno si è interrotto rapidamente, così alla fine anche le coppie nell’arte seguono lo stesso andamento delle coppie cosiddette “normali”.
Qui parliamo di arti visive, prendendo spunto dalle due mostre personali milanesi di Jean Tinguely all’Hangar Bicocca e Niki de Saint-Phalle
al Mudec. Un amore nato negli anni ’60 all’interno del Nouveau Réalisme, movimento critico della Pop Art, lei già sposata, madre di due figli con un passato burrascoso e un ciclo di opere definite protofemministe dalla critica, viene sedotta da questo giovane scultore che usa materiali riciclati, ferro arrugginito, costruisce macchine celibi inventate da Marcel Duchamp e le fa funzionare. Per cinque anni è un amore clandestino, poi esce allo scoperto, qualche volta lavorarono insieme come nel progetto della fontana Stravinskij a Parigi, si sposano e per un po’ vanno a vivere in Toscana dove Niki realizza il suo capolavoro, il Giardino dei tarocchi.
Se Lee Krasner fu costretta a mettersi da parte per assecondare il temperamento iracondo e possessivo del marito Jackson Pollock, rinunciando per un lungo periodo a emergere nel mondo nell’arte, per la coppia Diego Rivera–Frida Kahlo
il tempo in qualche modo ha fatto giustizia: all’inizio era lui la star, pittore ufficiale del muralismo messicano, oggi la storia ricorda soprattutto lei, personaggio strepitoso, multiforme, irregolare, divenuta un culto nella contemporaneità. Si amavano molto anche se la loro unione fu burrascosa, prendersi e lasciarsi più e più volte, tradirsi e ritrovarsi. Carla Accardi e Antonio Sanfilippo si conobbero in Accademia a Palermo, si trasferirono a Roma, nel 1949 aderirono a Forma 1 e si sposarono. Un matrimonio durato fino al 1964, lei prende il volo confermandosi una delle più importanti pittrici italiane, lui entra quasi nel dimenticatoio. Più volte Accardi disse che con il senno di poi avrebbe sconsigliato il sodalizio con un collega.
Soltanto dodici anni è durato un connubio che invece sembrava indissolubile, talmente forte era stata l’unione di arte e vita. Marina Abramovic incontra Ulay nel 1976, insieme inscenano performance di rara intensità esibendo i loro corpi nudi davanti al pubblico e scrivendo pagine fondamentali nella Body Art. Nel 1988, quando il rapporto era già incrinato, si lasceranno nel modo più spettacolare possibile, camminando in direzione contraria sulla Muraglia cinese. Le successive carriere soliste hanno evidenziato un solco impietoso, Marina anche grazie a un temperamento fortissimo è ancora una delle artiste più famose al mondo, Ulay prima della scomparsa nel 2020 è ritornato nell’underground da dove proveniva.
Sono più belle quelle storie che neppure la morte riesce a spezzare. Christo e Jeanne Claude – gemelli astrali, erano nati lo stesso giorno, mese e anno – progettarono e realizzarono insieme le grandi installazioni ambientali e ogni intervento è stato sempre firmato a due mani anche quando lui rimase da solo, come a spiegare che l’arte supera il tempo e aspira all’immortalità. Per fortuna sono ancora vivi e vegeti, due arzilli vecchietti che fanno coppia fissa dal 1967 quando si conobbero sui banchi del college, vestiti all’inglese, imperturbabili e comici: Gilbert & George sono qualcosa di più di un duo, un’entità, inimmaginabile distinguerli o separarli, «siamo due individui ma un unico artista», erano ragazzini e ora sono anziani, si amano con gli acciacchi e continuano a produrre opere che definiscono «per tutti».
Quante volte ci è capitato di incontrare ex coppie che pur non stando più insieme sono ancora in società nel lavoro. Basti pensare a Dolce & Gabbana, ciascuno ha preso la propria strada ma il marchio resta legato a loro nomi. Anche l’arte, talora, risponde a logiche aziendali, separarsi equivarrebbe a indebolirsi e non conviene a nessuno. Dal 1990 Stella Scala e Simone Crispino, nati a Napoli, cominciano a lavorare insieme con il nome vedovamazzei che avevano trovato su un annuncio mortuario sui muri della loro città. Ironici, beffardi, sarcastici, hanno resistito allo scioglimento ufficiale della coppia ma ciò non ha impedito di continuare a produrre opere intelligenti e imprevedibili. Talora, insomma, non condividere il letto può essere un ottimo viatico alla sopravvivenza artistica.