Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 07 Lunedì calendario

Il chilowatt ora, quando la stampa aziendale faceva crescere il Paese

Municipalizzate contro. Rivalità pesante. Sconfitta umiliante: «Doccia fredda per gli arancioni milanesi». Aem Milano vs Aem Torino. L’anno della batosta è il 1963: «Il risultato di tre gol a due parla da sé». L’house organ dell’azienda elettrica milanese riporta cronaca e tabellino della partita. Pagina seguente: notizie sparse. Benvenuti ai 14 figli d’impiegati nati nel settembre/ottobre. Augurio d’un «lungo e sereno riposo» ai 7 dipendenti andati in pensione. E annuncio per il gennaio venturo: iscrizioni aperte al torneo di scopone. Sede: salone del Dopolavoro aziendale, via della Signora, 12. Quota di iscrizione: L. 500 a coppia. Basta spigolare a caso sfogliando un numero qualsiasi de il chilowattora per sprofondare in un’altra epoca, un’altra Milano, un’altra cultura industriale, un’altra società, una galassia di micro storie che fanno un’identità.  Abbiamo pescato a caso il numero di novembre 1963. Ecco quel che Aem propone ai suoi dipendenti, secondo la formula: eventi (dal vivo) e cronache degli eventi (sul giornale aziendale). La sera del 10 novembre Tino Buazzelli recita sonetti di Belli e Pascarella. Tenere presente: in quel momento Buazzelli, a Milano, fa il protagonista nella Vita di Galileo di Giorgio Strehler. Due pagine precedenti: lungo resoconto di un dibattito su «La lingua che parliamo», tra dialetti e contaminazione dell’italiano che si trasforma. Partecipanti: Mario Apollonio, professore di letteratura italiana alla Cattolica, fondatore della prima cattedra universitaria di storia del teatro in Italia e promotore del Piccolo Teatro con Strehler e Paolo Grassi; al suo fianco, Augusto Marinoni, storico della lingua, il maggiore studioso di Leonardo da Vinci in Italia. Accanto ai due docenti, per dare un po’ di brio alla serata, Dario Fo. 
Pensate a proporre oggi un argomento del genere in una qualsiasi grande azienda: una parte dei dipendenti s’adatterebbe peggio di Fantozzi davanti a Cobram, gli altri chiamerebbero la neuro per far internare i dirigenti. 
Sì, era un altro mondo. La stampa aziendale era un oceano: 150 testate, 12 milioni di copie distribuite; si facevano anche i convegni nazionali. Il chilowattora è un miracolo di longevità: 1952-1981. Testata bianco su blu, i puntini sulle i sono scintille, la cornice un filo con due spine nell’atto del congiungimento. Nasce sotto la presidenza di Roberto Tremelloni, già ministro dell’Industria, poi delle Finanze, docente del Politecnico, dopo la fine della presidenza in Aem nel 1962 di nuovo ministro del Tesoro. Sono gli anni in cui l’azienda costruisce le grandi e moderne centrali in Alta Valtellina, i nuovi elettrodotti, porta l’energia a Milano che sta entrando nel boom. 
Azienda/città/comunità dei dipendenti: il legame d’appartenenza cresce, Aem lo rafforza con la cassa per i lavoratori, le colonie estive, le gite, un Dopolavoro sempre più attivo. Al centro di questo movimento, Tremelloni mette il chilowattora. Affida il giornale a un «comitato culturale aziendale»: sempre per avere un’idea del livello della classe dirigente, il primo presidente è Gino Cassinis, già rettore del Politecnico, poi sindaco di Milano e presidente dell’Accademia dei Lincei. Ma è a partire dal 1962 che il giornale dell’Aem entra nella golden age della stampa aziendale; industria, cultura e società ritengono che si cresca insieme, perché ognuna ha bisogno dell’altra. Il giornale passa in mano a un eccezionale animatore culturale milanese, oggi dimenticato, Enzo Ferrieri, giornalista e sceneggiatore. Le collaborazioni si moltiplicano. Adriano Celentano, Enzo Jannacci, Paola Borboni. Esibizioni e resoconti. Ai dibattiti sul giornalismo partecipano Enzo Biagi e Giorgio Bocca. In un appuntamento sull’industria culturale dialogano Franco Fortini e Francesco Alberoni. Agli operai si offrono consigli per i weekend, le spiegazioni dei bilanci dell’azienda, ma anche una testimonianza di Simon Wiesenthal su leggi razziali e crimini nazisti, un profilo per il centenario dannunziano firmato dallo scrittore e critico Giovanni Titta Rosa, e infine due pagine dedicate a un dibattito tra due filosofi, Remo Cantoni e Dino Formaggio. Titolo: «L’alienazione».