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 2024  ottobre 06 Domenica calendario

Tom Parker Bowles, figlio della regina Camilla, raccoglie ricette e storie gastronomiche della casa reale inglese. Da Vittoria a Carlo III



 
Per una sera di freddo autunno al Castello di Balmoral, scegliete senza esitazione il Salmon Chambord: un salmone intero, selvatico ça va sans dire, sobbollito nello champagne, infilzato con gamberi di fiume, bardato con filetti di sogliole di Dover e tartufi. Se invece siete a pranzo ad Ascot o a un picnic, meglio optare per un classico estivo, l’Insalata di astice o per le divertenti Œuf Drumkilbo (niente paura, c’è l’astice anche qui), da accompagnare magari con la Mousse di anguilla affumicata e i biscottini della Regina Maria.
Siete in viaggio per mare, non in traghetto sia chiaro? Concedetevi delle semplici Sardine alla griglia e accompagnatele magari con un cocktail: che sia un perfetto Martini – ovviamente shaken, not stirred come ribadirebbe James Bond – o un rinfrancante Gin e Dubonnet della Regina Madre. Immaginatevi dove volete, a Londra o in Scozia, a bordo di uno yacht o al galoppo nella brughiera, insomma in un qualunque scenario che vi faccia anche solo lontanamente pensare alla monarchia britannica e a suoi reali, di ieri e di oggi. Non dovrebbe essere difficile, vista la frequentazione vicaria della nobiltà inglese che tocca in sorte a tutti noi spettatori golosi di serie tv, da Downton Abbey a The Crown, passando per Bridgerton, senza dimenticare il sottile capolavoro romanzesco di Kazuo Ishiguro, Quel che resta del giorno, caro alla gen X, e il bel film omonimo di James Ivory che ne fu tratto. Se siete in questa disposizione di spirito, La cucina e la corona. Ricette reali dalla Regina Vittoria a Re Carlo III fa per voi. L’ha scritto Tom Parker Bowles, uno che le tavole reali le frequenta davvero e non solo con l’immaginazione, essendo il figlio della Regina Camilla e quindi il figlioccio di Carlo III. Pluripremiato scrittore gastronomico (sono suoi tra gli altri i libri bestseller di Fortnum & Mason, il più celebre tra i fornitori di sua maestà), critico per la rubrica di cucina di The Mail on Sunday, Parker Bowles dimostra d’aver l’occhio e la penna per raccontare la monarchia a tavola non con un semplice ricettario (le preparazioni sono oltre 100) ma con un racconto che dai tempi gloriosi e munifici della Regina Vittoria e di re Giorgio V giunge fino a quelli della dinastia odierna, senza dubbio più appannati ma non senza attrattive per noi commoners.
Che attraverso la lente della cucina si possa leggere la Storia non ce lo insegna certo Parker Bowles, ma un’intera corrente della storiografia che solo in Italia conta nomi illustri come Piero Camporesi. Ciò detto, senza l’ambizione di riassumere duecento anni di regno, il volume offre parecchi scorci illuminanti su nobiltà e miserie di re e regine. Diviso in capitoli che corrispondono ai pasti della giornata, dal fondamentale breakfast al lussurioso dessert, è punteggiato di note e brevi racconti che dalle cucine salgono, via portavivande, fino ai saloni delle cene di Stato, perdendosi talvolta tra battute di caccia, corse di cavalli e altri passatempi.
Per ciascuna occasione, un profluvio di piatti raggiungeva i principeschi palati e quelli degli ospiti. Alcune consuetudini sono passate di moda o quasi. Nel novero, la gigantesca caccia alla pernice e al fagiano (Giorgio V) e l’abitudine di farsi cucinare il curry da uno stuolo di servitori indiani (la regina Vittoria). Parker Bowles, politicamente corretto, ci tiene anche a sottolineare che la defunta Elisabetta II, e a maggior ragione il re ecologista Carlo e la consorte Camilla, sono ben più parchi e parsimoniosi. Eppure cucinare per i re non è nemmeno oggi un affare da poco. Incontriamo così, partendo dai focolari di Winsor, i fantasmi dei grandi chef del passato imperiale, a partire dal celebre Charles Elmé Francatelli, il capocuoco d’origine italiana che cucinava per la regina Vittoria, fino al contemporaneo Mark Flanagan, cuoco personale di Carlo III e capo chef della casa reale, ma anche l’ignota Mildred Dorothy Nicholls, settima assistente di cucina dal 1908 al 1919, che lasciò un libro di ricette scritte a mano oggi conservato nell’Archivio reale di Windsor. Dal quadernetto di Mildred l’autore ha tratto la preparazione dello Swiss Roll e quella dei Ginger Nuts, dolcezze che venivano gustate ai piani alti durante l’intramontabile rito del tè delle cinque. Come nota Parker Bowles, non un intermezzo, ma un vero pasto con la sua tradizione ben consolidata, fatta di Tramezzini di pollo dell’Incoronazione, Welsh Teabread, Fagottini alla marmellata e Scones di Birkhall.
La cosa più grave? Molte delle ricette, debitamente aggiustate per chi sta in cucina senza l’aiuto di una brigata di decine di persone, sono fattibili anche dai comuni mortali. Per perpetuare la tragica illusione che tra noi e gli abitanti di Buckingham Palace non ci sia poi tanta differenza.
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