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 2024  ottobre 06 Domenica calendario

Beneficienza, Naomi chiede scusa ma «Non ho preso soldi»

Naomi Campbell è una donna che ha tutto: fama, soldi, bellezza, due figli, avuti da single con la maternità surrogata. Il suo patrimonio ammonta a 60 milioni di dollari. Non si capisce, dunque, perché l’ente benefico Fashion for Relief da lei fondato abbia sperperato i fondi in attività ludiche. Ieri la Venere Nera, come viene soprannominata, ha insistito nel dichiararsi non colpevole: «Naomi non ha mai ricevuto pagamenti per il suo coinvolgimento con Fashion for Relief, né ha mai fatturato spese personali all’organizzazione», ha detto il suo portavoce al britannico Guardian. Se ha commesso un errore, è la linea di difesa, è stato quello di «non impegnarsi attivamente nelle operazioni quotidiane dell’ong come avrebbe dovuto».
Eppure i numeri parlano chiaro. La Charity Commission for England and Wales, l’ente di controllo britannico che ha condotto l’indagine, alla fine di settembre ha rivelato che l’associazione dal 2016 al 2022 ha speso in beneficenza soltanto una parte ridicola – l’8,5 % – dei milioni di sterline raccolti. I soldi, invece, sono stati impegnati per fare baldoria. Per esempio l’ente avrebbe pagato il conto del soggiorno di Campbell in un hotel a cinque stelle a Cannes (includeva trattamenti spa, servizi in camera e sigarette) per un totale di 7.940 euro, un volo Londra-Nizza per trasferire opere d’arte e gioielli a un evento di raccolta fondi a Cannes nel 2018 (14.800 euro). Il danno di immagine è incalcolabile e non ci sono scuse che possano cancellarlo. Alla modella britannica, cui fino al 6 aprile è persino dedicata una mostra al Victoria & Albert Museum di Londra, è stato vietato il ruolo di fiduciaria di un ente di beneficenza per i prossimi cinque anni. Un destino condiviso con le altre due partner nell’ong, Bianka Hellmich e Veronica Chou (nove anni di divieto per la prima, quattro anni per la seconda).
La top model, che ha 15,9 milioni di follower su Instagram, aveva fondato Fashion For Relief nel 2005, «per migliorare l’esistenza di coloro che vivono in situazioni avverse, unendo l’industria della moda come forza del bene», si legge sul sito dell’ong. Un modo per omaggiare Nelson Mandela, da lei definito suo «nonno e mentore». L’ex presidente sudafricano l’aveva nominata «nipotina ad honorem» nel 1994: «È stato lui la mia ispirazione per lanciare Fashion For Relief – ha dichiarato lei —. Diceva sempre di usare la mia voce per parlare di cose che mi interessavano e fare qualcosa».
Nel 2021 la Charity Commission aveva già scoperto che i conti non tornavano. «Su 1,7 milioni raccolti, solo 5.500 sterline sono andate davvero in beneficenza» avevano concluso le autorità di vigilanza. Ma non ci furono conseguenze.
Ora l’obiettivo di Campbell è gettarsi questa vicenda dietro le spalle. Il primo ottobre, infatti, era a Parigi, vestita Chanel, nella prima uscita pubblica dopo lo scandalo. Come se niente fosse.