il Fatto Quotidiano, 6 ottobre 2024
Boeing 787, componenti fabbricati in Puglia non conformi: “Messa a rischio la sicurezza”
È capitato quasi a tutti, prima di allacciare le cinture di sicurezza, di sentire un briefing pre volo e frasi del tipo: “Nel caso di un atterraggio di emergenza, lasciate i vostri effetti personali…”. Ma a pochi viene in mente che il pericolo potrebbe arrivare dalle componenti con cui, per esempio, è stato costruito il pavimento dell’aereo o altre parti del velivolo. Ci ha pensato invece la procura di Brindisi. Per la precisione il pm Giuseppe De Nozza che, chiudendo l’inchiesta su 7 dipendenti di due società del settore aerospaziale, li accusa di “aver messo in pericolo la sicurezza del trasporto per aria”. Le indagini riguardano la produzione di componenti destinate, attraverso la Leonardo, ai Boeing 787 Dreamliner. Componenti sequestrate dal pm che ha chiuso l’indagine su Vincenzo, Antonio, Alberto e Alessandro Ingrosso, Domenico Salamino, Salvatore D’Isanto, Virgilio Sirio Zecchini, dipendenti delle società brindisine Processi Speciali e Manufacturing Process Specification. Sono accusati di attentato alla sicurezza dei trasporti, inquinamento ambientale e frode in commercio.
Secondo la Procura “ponevano in pericolo la sicurezza del trasporto in aria” producendo “e attestandone la conformità alle specifiche del progetto” di componenti aeronautiche che consegnavano a Leonardo, destinate poi all’assemblaggio del velivolo. Le leghe di alluminio non erano conformi. Idem nel caso del titanio che veniva utilizzato allo stato puro. Gli investigatori hanno individuato ben 5.987 componenti difformi (1.158 in alluminio e 4.829 in titanio). Parliamo anche dei raccordi che compongono e sorreggono il pavimento passeggeri: avevano “una capacità strutturale insufficiente durante i carichi associati a condizioni di atterraggio di emergenza con pericolo di cedimento di essi e della struttura di supporto del pavimento adiacente, con conseguente pericolo di collasso anche di quest’ultimo”. Tra le parti offese, la Boeing, Leonardo, il Comune e la Provincia di Brindisi, la Regione Puglia, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. La Procura contesta anche l’inquinamento di 1.960 mq di territorio con 12 mila litri di rifiuti liquidi per il trattamento elettrochimico e meccanico dei metalli. È stata documentata la contaminazione di suolo e sottosuolo (fino a tre metri) e acque di falda con concentrazioni superiori, rispetto alle norme, di inquinanti, incluso il cromo esavalente, “sostanza tossica per l’ambiente e cancerogena per l’uomo”.