Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 06 Domenica calendario

Crosetto querela le talpe di Fdi

Cercare e punire gli “spioni”. Come? Con un esposto alla magistratura per denunciare i compagni di partito, per lo più parlamentari, che fanno uscire le notizie sui giornali. Ad annunciare la “vendetta” nei confronti delle “talpe” dentro Fratelli d’Italia non è un parlamentare qualsiasi, ma il ministro della Difesa Guido Crosetto. Quest’ultimo ieri, dopo l’articolo del Fatto che riportava lo sfogo in chat della premier Giorgia Meloni che minacciava le dimissioni contro le “infamie” di chi tra i suoi passa le notizie ai giornalisti, ha scritto un messaggio durissimo nella chat dei parlamentari di Fratelli d’Italia: “Siccome tanto ci ho preso la mano, lunedì farò un esposto. Perché una chat privata è privata e tale deve rimanere. E per definire come sia diventata pubblica, visto che si parla di chat che coinvolgono le istituzioni”, scrive il ministro della Difesa nel messaggio che Il Fatto pubblica in anteprima.
Tutto era iniziato nel pomeriggio di venerdì quando Meloni aveva deciso di sfogarsi coi suoi parlamentari per una fuga di notizie che riguardava la convocazione per votare il nuovo giudice della Consulta. La premier aveva scritto messaggi durissimi minacciando le dimissioni: “Io alla fine mollerò. Perché fare ’sta vita per far eleggere ’sta gente anche no. L’infamia di pochi mi costringe a non avere più rapporti con i gruppi”. Ieri Il Fatto ha riportato integralmente la conversazione, aggiungendo i messaggi di alcuni dirigenti di FdI, tra cui Crosetto, per cercare “l’infame”.
Ieri mattina alle 8.04 il ministro della Difesa allega l’articolo del nostro giornale e annuncia l’esposto: “Chiunque voglia associarsi può contattarmi in privato”. Parlamentari e dirigenti di partito – da Carolina Varchi a Sasso Deidda, passando per Wanda Ferro e Federico Mollicone – dicono che lo firmeranno. Walter Rizzetto si permette di dire che “le chat sono qualcosa di incontrollabile”, ma Crosetto lo fulmina inoltrando un messaggio in cui spiega per quale reato vuole presentare la denuncia ai magistrati, cioè la “violazione del segreto di corrispondenza” punito con la reclusione fino a un anno. Nello specifico, scrive Crosetto, i messaggi di Whatsapp “se inoltrati al numero chiuso di persone come le chat private” devono essere “considerati alla stregua della corrispondenza privata, chiusa e inviolabile”. Quindi, “chi rivela a terzi il contenuto della chat o del gruppo Whatsapp commette un reato”.
Il messaggio minaccioso di Crosetto dà l’idea del clima che si respira in FdI: il ministro vuole fare una denuncia ai pm per individuare l’autore di un reato tra i parlamentari del suo partito, con staff e collaboratori annessi. Tanto più che nella chat composta da 66 membri (è legata alla vecchia legislatura) la maggior parte sono eletti che godono dell’immunità.
Al messaggio di Crosetto si uniscono dirigenti e ministri che mettono in piedi una sorta di processo in chat, oltre a diversi insulti nei confronti del Fatto. Tra questi c’è Francesco Lollobrigida che, rispondendo a Crosetto, scrive: “Va be’, ma Gola Profonda non ha bisogno del penale, basta lo specchio al mattino”. Replica Crosetto: “Vero ma il penale aiuta”. Il capogruppo Tommaso Foti dice: “Ha ragione Guido (…). Questa è la chat storica: mai avrei pensato che l’infame si annidasse qui”. A non essere d’accordo con l’esposto è il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli secondo cui bisogna “evitare di rilanciare ulteriormente la notizia e le polemiche”. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli è duro: “Sarei felice che una volta per tutte si possa sapere chi parla a sproposito, chi consegna veline, chi colpisce a far male Giorgia (…) L’esposto è la svolta per chiarire chi si nasconde dietro l’infamia”.
Ieri la premier ha taciuto per evitare di rilanciare la questione ma Il Fatto può dare conto di un altro messaggio che aveva mandato giovedì, stavolta nella chat della legislatura attuale, composta da 157 membri. Qui Meloni si limita a inoltrare due articoli sulla convocazione dei parlamentari per il voto della Consulta aggiungendo un messaggio duro ma sintetico: “Meglio di qualsiasi ufficio stampa”.