Avvenire, 5 ottobre 2024
Al sinodo dei vescovi si parla dei social
Al Sinodo dei vescovi risuona l’allarme social. «Viviamo tutti la polarizzazione delle reti sociali. Il Papa ci ha chiesto di vivere con speranza in questo mondo così difficile, dove ci sono relazioni tossiche e in cui non siamo ben visti». E ancora: «In Europa le chiese sono sempre più vuote. Molti giovani non frequentano più le parrocchie, li stiamo perdendo. Siamo nell’era dell’IA. La Chiesa non può rimanere indietro. C’è anche chi non ha mai sentito nominare Gesù». L’appello a una maggiore forza missionaria, anche in ambito digitale, viene da suor Xiskya Lucia Valladares Paguaga, detta anchela “suora twittera”, nota missionaria digitale. «Il 65 per cento della popolazione mondiale – ha spiegato la religiosa nicaraguense, intervenendo al briefing di ieri in Sala Stampa vaticana – frequenta le strade digitali attraverso i social. In America Latina si stanno creando uffici per la missione digitale, forse in Europa c’è bisogno di un risveglio. Ogni giorno ascoltiamo persone che vogliono pregare per la prima volta». E «sul carisma del missionario digitale», ha spiegato che consiste «nell’accompagnamento di coloro che sono fuori della Chiesa, ma che sentono un’inquietudine per la verità, di coloro che chiedono di recuperare i valori evangelici e di tutte quelle persone che non hanno mai sentito prima il nome di Gesù».
Sulla questione del sacerdozio femminile invece si registra la presa di posizione di Antony Randazzo, vescovo di Broken Bay (Australia) e presidente della Federation of Catholic Bishops’ Conferences of Oceania, secondo cui si tratta di «una fissazione di una piccola minoranza che ha una voce occidentale potente. È una questione che va avanti da anni. Io non ho nulla in contrario ma quando le donne vengono messe ai margini, in luoghi di violenza, quando hanno opportunità professionali limitate o sono considerate cittadini di serie B, questo è lo scandalo contro il Vangelo. Noi dobbiamo parlarne, invece di essere fissati con questa questione», ha detto, nel briefing con i giornalisti.
In alcuni dei 36 interventi di ieri, comunque, (la sessione, tra l’altro, è stata aperta con il canto del “tanti auguri a te” diretto al Papa in occasione della festa di San Francesco d’Assisi), come riferito da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione, è stato notato come sia «una lacuna il fatto che la donna sia vista come consolatrice ma non come una persona che possa predicare o il fatto che non possa essere capo di una organizzazione». Un altro intervento ha fatto notare: «Ci sono donne che si sentono chiamate da Dio per essere ordinate, missionarie laiche che si occupano di intere comunità».
E nel corso del briefing è emersa anche la questione della Fiducia supplicans.. « Avrebbe dovuto essere un tema sinodale, invece non siamo stati consultati, ed è venuta fuori dal Dicastero per la dottrina della fede», ha affermato il cardinale Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat (Marocco) e presidente della Conferenzaepiscopale regionale del Nord Africa. Ma anche il continente africano, ha aggiunto, «si è pronunciato, noi avevamo una posizione diversa, ma non siamo stati ascoltati». «L’Africa ci ha chiesto scusa per non aver atteso la nostra posizione. Si tratta di fare passi avanti e passi indietro, bisogna essere umili, questo ci aiuterà ad ascoltarci», ha concluso».