il Fatto Quotidiano, 5 ottobre 2024
Le prodezze di Antonino Monteleone
Non sentivo parlare delle prodezze giornalistiche di Antonino Monteleone dal 19 settembre, subito dopo le esplosioni dei cercapersone in Libano (migliaia di feriti e tra i morti anche due bambini). Quel giorno, tanto per mettere in chiaro la sua cifra umana e giornalistica, aveva pensato bene di pubblicare una storia Instagram con un’immagine esilarante: la foto di un cercapersone sul cui display appariva la scritta “Shalom!”. Neanche a farlo apposta, è finita che dopo due settimane il botto l’ha fatto lui. Il suo cercapersone deve essere stato manomesso da Hezbollah perché non ha trovato più di 276.000 persone disposte a guardarlo. Davvero inspiegabile che gli italiani non si siano sintonizzati in massa su Rai2 per seguire il pupillo di Giorgia Meloni (che per l’occasione ha tolto il cravattino da Iena e ha indossato il cravattone da Vespa), visti i successi giornalistici da lui accumulati negli ultimi anni. L’ultimo, per chi non lo ricordasse, la sua strenua battaglia per la liberazione di Rosa e Olindo, vittime della malagiustizia. O anche il suo famoso assalto al Pd, reo di andare in ritiro nell’hotel di lusso a Gubbio, dove quella spendacciona di Schlein invitava tutti a bivaccare tra affreschi di pregio e rubinetti d’oro in alloggi da 130 euro a camera.
“Non faremo sconti a nessuno”, aveva dichiarato il conduttore alla vigilia del suo debutto in Rai. Purtroppo non li ha fatti neppure alla tv di Stato, a cui è costato la bruttezza di 380.000 euro solo per lui, senza contare il programma, con un contratto da ben 33 puntate.
Comunque almeno possiamo affermare che ora Monteleone ha dato un significato al titolo del suo programma: c’è un’Italia che il giovedì sera guarda Formigli e Del Debbio, e poi c’è “L’altra Italia” che guarda Chiambretti e il film su Italia 1. Magari potrebbe chiamare il suo prossimo format tv “Tutta l’Italia, cioè quella che non mi guarda”, giusto per non essere inutilmente divisivo e uniformare i gusti degli spettatori in un solo titolo.
Certo, va detto che la concorrenza giovedì sera era spietata. Corrado Formigli, con quasi il 9% di share, l’ha praticamente polverizzato. Ed è divertente perché Monteleone, piazzato di giovedì, era proprio una creatura voluta da Giorgia Meloni per togliere spettatori all’odiata Piazzapulita. Non a caso, l’ex Iena aveva scippato inviati e altri collaboratori al programma di La7 potendo contare su un budget decisamente importante.
Il paradosso è che l’altra sera Piazzapulita ha realizzato uno dei dati di ascolto più alti della sua storia grazie soprattutto alla presenza di Maria Rosaria Boccia, ovvero colei che ha costretto il ministro Gennaro Sangiuliano a dimettersi. E l’ulteriore paradosso è che mentre Monteleone su Rai2 si arrabattava per coprire ogni tema possibile, dal Libano ai problemi di Roma capitale all’alopecia areata, Formigli ha piazzato la Barbie vesuviana su una sedia e l’ha intervistata per circa tre ore di programma, fra qualche ospite e un servizio, riuscendo nella rara impresa di far passare una scena muta per un acceso scambio di battute.
Boccia, infatti, non ha risposto praticamente a nulla. Da abile manipolatrice quale è, ha adottato le seguenti tecniche per confondere l’interlocutore: 1) rispondeva alle domande con altre domande; 2) ogni volta che era in difficoltà replicava sorridendo “questo non posso dirlo perché è oggetto di indagine”; 3) ha evocato continuamente segreti inconfessabili, chat scottanti, eminenze grigie che aleggerebbero sulla sua testa; 4) saltato in aria Sangiuliano, si è portata dietro l’innamorato di scorta, ovvero Luca Telese, che vedremo presto con uno sfregio sul sopracciglio o un bitorzolo lacero sulla fronte, segno inequivocabile che pure lui si è lasciato intortare dalla imprenditrice, stilista, dietista di Pompei. O almeno, c’è da sperare che sia così, che sia l’intontimento dell’amore, perché ormai Telese sembra Mr Richard, il papà e allenatore di Serena Williams, che si porta la figlia dietro per far vedere a tutti quanto è brava e nel caso la difende dai bifolchi alla Francesco Specchia.
Ho trovato poi esilarante, da parte di Boccia, il continuo evocare la figura di Arianna Meloni senza mai dire “Arianna Meloni”, ma buttando lì “la mia nomina bloccata da chi non fa parte del governo”, la mia nomina bloccata da chi non potrebbe bloccare nomine, la mia nomina bloccata da una biondina, la mia nomina bloccata da una che stava con uno non tanto sveglio. Mancava solo il rebus per scoprire l’identità della figura ostile: “il filo di…+ due frutti ovali della famiglia Cucurbitacea”, chi è? L’importante era non dire mai “Arianna Meloni”: nome impronunciabile, tipo Voldemort.
Ad ogni modo, è meraviglioso il fatto che Monteleone, alla fine, sia stato sconfitto da se stesso, perché in fondo Maria Rosaria Boccia ha imparato il metodo dal gran maestro delle Iene, ovvero: braccare il prossimo, registrare e riprendere con la telecamera nascosta, buttarla in caciara e tirarla per le lunghe per 100 puntate fingendo di avere chissà quale scoop anche senza nessuno scoop e, infine, rincorrere disperatamente una nomina. Chi da consulente, chi da conduttore. Mi sa che finiranno insieme ad aprire una agenzia di spionaggio: lei con gli occhiali bionici, lui con il microfono nelle mutande. Sempre che Arianna Meloni sia d’accordo, sia chiaro.