Il Messaggero, 5 ottobre 2024
Alla moschea sciita al Tuscolano si prega per il martire Nasrallah
L’unico centro culturale/moschea di Roma a estrazione sciita fa riferimento all’imam Shaykh Abbas Di Palma, toscano, presidente dell’associazione islamica “Imam Mahdi”. Ma la “piccola Teheran” di via Spello, al Tuscolano, a due passi da Villa Lais, è anche legata a doppio filo a un attivista romano, Marco Hosseyn Morelli, con un passato legato all’ultradestra, vicina alla causa dell’Islam e con posizioni anti-atlantiste. Non stupisce che giovedì sera la moschea abbia ospitato una preghiera in omaggio al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso in un bombardamento di Israele il 27 settembre scorso. Di lui, poi, ieri l’Ayatollah Khamenei ha abbondantemente parlato nel sermone del venerdì. Per gli sciiti è un martire. Il rapporto tra Imam Mahdi e le autorità iraniane a Roma e in Italia, appare stretto e solido. Tra le decine di persone che si sono recate in via Spello per celebrare il nuovo martire, l’altra sera, non è mancato nemmeno l’ambasciatore iraniano seguito dalla sua scorta. Sulla porta a consentire l’ingresso un italiano con bomber nero e bandiera della repubblica islamica sul braccio. Nella piccola strada che affaccia sulla scuola elementare di via Norcia da una parte e la villa urbana dall’altra, hanno cominciato a sfilare una dopo l’altra le auto con targa diplomatica, lasciate parcheggiate in doppia fila. Sulla strada un via vai di donne con il chador nero e di uomini con le barbe lunghe e i copricapi tradizionali. A rifocillare i partecipanti un afghano che si è infilato oltre il cancello del locale al piano terra a passo svelto con sopra la testa un pentolone pieno di riso. Dietro le finestre i residenti hanno osservato con gli occhi sgranati. Qualcuno ha paura: «Non è che qualche pazzo viene qui a fare un attentato?». C’è diffidenza: «Organizzano incontri culturali, preghiere. Chissà da dove arrivano i soldi...». Non sono i soli ad osservare. L’area è monitorata a debita distanza anche da Digos e forze dell’ordine. «Combattano dunque sul sentiero di Dio, coloro che barattano la vita terrena con l’altra. A chi combatte per la causa di Dio, sia ucciso o vittorioso, daremo presto ricompensa immensa», il versetto del Corano dedicato a Nasrallah nella locandina che preannunciava la celebrazione. Il nuovo centro islamico di Roma era stato inaugurato il 5 maggio del 2018 “in occasione dell’anniversario della nascita del Dodicesimo e ultimo Imam dell’Islam sciita Imam Mahdi”, come si legga ancora nel comunicato dell’evento. Sul sito del centro vengono ripetutamente pubblicati i messaggi della Guida Suprema Khamenei. Del 23 maggio, invece, il raccoglimento in preghiera per la scomparsa in un incidente aereo del presidente iraniano Ebrahim Raisi. Non basta. Il primo giugno era stato commemorato il 35esimo anniversario dalla morte dell’Imam Khomeini. Prima di comparire al Tuscolano, un altro centro islamico era stato per anni ospitato in zona Cassia. Ora in via Spello si ritrovano varie anime ed etnie della comunità sciita, a fronte delle altre moschee romane che sono tutte sunnite. Qui si riuniscono iraniani, afghani, libanesi e siriani del subcontinente indiano. Qui l’ambasciata iraniana che è il principale organismo sciita in Italia indirizza persino le coppie che intendono sposarsi. Oggi, secondo i beninformati, difficilmente il centro islamico sarà nella piazza pro-Palestina, almeno a livello ufficiale. La loro presenza potrebbe essere strumentalizzata. Intanto contro il veto della Questura ai cortei si è schierata anche Forza Nuova: «La proibizione della manifestazione è un fatto grave, una discriminazione».