Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 05 Sabato calendario

La rissa tra Fedez e Iovino nel privé del The Club

Nel privé del The Club volano schiaffi e bottiglie. Il bodyguard-ultrà di Fedez, Christian Rosiello, si lancia addosso a un ragazzo. Lo butta a terra, gli dà «una cinquina». Poi la corsa dei buttafuori che separano tutti. Uno ha il «volto sporco di sangue» e i vestiti strappati. È il personal trainer Cristiano Iovino. Gli viene chiesto se ha bisogno di un’ambulanza e della polizia ma dice di «no» e se ne va. 
Dall’altra parte, sulle scale di servizio, la situazione è esplosiva. Ci sono Rosiello e il rapper Fedez. È tarantolato. Lo racconta uno dei buttafuori: «Era molto agitato e continuava a dire che quel ragazzo ha alzato le mani su uno dei suoi amici». Il rapper cerca di divincolarsi: «Abbiamo dovuto sollevarlo di peso per portarlo fuori». Con lui c’è un altro addetto alla sicurezza: «Quando lo abbiamo accompagnato fuori, ha cominciato a urlare contro di noi: “Lasciatemi stare, lasciatemi stare che l’ammazzo. Io sono di Rozzano!». Fedez ha gli occhi spiritati, lo trattengono a fatica. Altri buttafuori placcano Rosiello: «Temeva che, in sua assenza, qualcuno potesse picchiare Fedez». La scena però si chiude quando il «Federico Lucia from Rozzano» torna ad interpretare il ruolo pubblico da rapper-influencer milionario. Vede che qualcuno lo sta filmando con il telefonino: «Credo fossero dei ragazzi asiatici, ricordo che guardando verso di loro si è messo a ridere». 
Il racconto della notte tra domenica 21 e lunedì 22 aprile è agli atti dell’inchiesta «Doppia curva» dei pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra che ha portato a 19 arresti tra ultrà di Inter e Milan. Perché il seguito di quella rissa si trasformerà in un pestaggio violentissimo a Iovino qualche minuto dopo in via Traiano, con la partecipazione di Fedez, del fido Rosiello (arrestato) e di altri (forse ultrà rossoneri). Nei video delle telecamere, si vede anche una ragazza. I poliziotti sospettano sia l’amica Ludovica Di Gresy. 
Il giorno dopo gli investigatori captano il racconto di quella serata dalla viva voce del capo ultrà milanista Luca Lucci, il Toro della Curva Sud: «Fedez ha detto: “Ma perché devi fare così?». E tipo lo spingeva, una cosa e l’altra, gli fa “ma che ca...o vuoi?”. E Fedez gli ha dato uno schiaffo. Christian (Rosiello) si è messo in mezzo, l’ha messo subito a terra, mentre era a terra l’amico di questo qua gli ha dato una cinquina». Con il gruppo c’è anche il rapper Taxi B., all’anagrafe Michele Ballabene. Poi Lucci aggiunge: «E questo qua l’ha spaccato, è normale sto lavorando che fai mi spingi? E pensare che Fedez... questo qua l’ha fatto male, ha perso qualche dente». 
La ‘ndrangheta 
I propositi di vendetta dopo l’omicidio Bellocco: «Ho rabbia, devo fare una strage» 
Dopo il pestaggio, Iovino viene sentito dai carabinieri. Gli chiedono perché una volta arrivato a casa sia salito e poi tornato in strada, come in attesa del «secondo round»: «Mi sono cambiato le scarpe. Avevo il sentore che la serata non si sarebbe conclusa...». 
Quando il caso Fedez-Iovino finisce sui giornali, Lucci è una furia: «Non c’era nessuna curva, cioè Christian era là, non ho chiamato la curva. Pazzia, giuro pazzia. Giornalisti di me....». Ma si agita anche il fronte interista con il capo ultrà laziale Orial Kolaj che chiede conto al leader della Nord, Andrea Beretta, perché Iovino è vicino ai biancocelesti. Il caso si chiuderà, almeno tra Fedez e Iovino, con una transazione di alcune migliaia di euro e niente denuncia. 
Dalle carte della Squadra mobile emergono anche i propositi di vendetta della cosca, dopo l’omicidio del rampollo Antonio Bellocco per mano proprio di Beretta: «E dove ti rassegni? Ho la rabbia per davvero. Devi combinare una strage! Un giovane figlio, ce l’ha tolto davanti».