Corriere della Sera, 5 ottobre 2024
Chiara e i due impostori: il Trionfo e la Rovina
Un anno fa Chiara Ferragni era il prototipo della principessa moderna, più azzurra del principe con cui allora si accompagnava. Se qualcuno avesse detto che, appena dodici mesi dopo, si sarebbe ritrovata come Cenerentola allo scoccare della mezzanotte, con al posto della zucca un’accusa per truffa aggravata, sarebbe passato per pazzo o per menagramo. Questa favola non (ancora?) a lieto fine racconta qualcosa che ci riguarda tutti, famosi e non famosi. Si chiama legge del contrappasso e dice che, quando ti avvicini troppo in fretta alle stelle, succede sempre qualcosa che ti fa precipitare. Gli antichi esortavano a non sfidare gli Dei ed è un suggerimento che ha solcato i secoli, riassunto mirabilmente dai versi di Kipling: «Se saprai trattare il Trionfo e la Rovina, questi due impostori, allo stesso modo». Perché anche il Trionfo è un impostore che porta inesorabilmente alla Rovina, se chi ne è investito non sa governarlo e se ne lascia dominare, traendone spunto per sentirsi onnipotente.
Non so voi, ma io nella vita ho perso più spesso la testa dopo una vittoria che dopo una sconfitta. Il dolore, oltre che vergogna e umiliazione, può regalare consapevolezza. Mentre l’euforia porta con sé la presunzione. Per fortuna nessuna storia si esaurisce in due atti. Ce n’è sempre un terzo che dà un senso a tutta la trama, perché è lì che si capisce che cosa il protagonista ha imparato dai primi due.