Il Messaggero, 4 ottobre 2024
Tony Effe si prepara a consacrarsi come reuccio della scena rap
«Ho provato a sentire questi rapper italiani, ho visto che facevano tutti schifo e ho detto: “Fondamentalmente potrei fare i soldi con questa roba”. E mi ci sono buttato»: è così che si presenta Tony Effe. È il dicembre del 2016 quando in una puntata del programma Nemo – Nessuno escluso, su Rai 2, va in onda un servizio realizzato da Amir Issaa, una delle eminenze grigie della scena hip hop romana, sul fenomeno del momento tra i giovanissimi (romani e no). La Dark Polo Gang, così come si chiamava il gruppo con il quale Tony Effe ha mosso i suoi primi passi, ha da poco fatto uscire il singolo Sportswear, con un testo pieno zeppo di citazioni di marchi della moda: «Fatto come Mick Jagger / fai finta come un wrestler / borchiato come un emo / sto pensando soltanto agli euro», rappa nei suoi versi Nicolò Rapisarda, questo il vero nome del futuro reuccio made in Rione Monti del rap capitolino (che sullo pseudonimo dice: «Tony Effe perché Fendi è ciò che mi appartiene»). Un peccato di gioventù. «Maglioncino di cashmere da mille euro senza la marca, mocassino: questo è il ricco italiano. Invece noi abbiamo preso un po’ quell’idea di coatto», dicono loro parlando di quello stile tutto basato sull’ostentazione di capi firmati, orologi, collane e quant’altro.La svolta per il collettivo, composto insieme a Wayne (vero nome Umberto Violo), Pyrex (Dylan Thomas Cerulli) e Side Baby (Arturo Bruni, figlio del regista – e sceneggiatore – Francesco, storico braccio destro di Paolo Virzì), arriverà di lì a poco con la hit Caramelle: uno dei primissimi casi di un fenomeno partito “dal basso” e arrivato a conquistare, grazie alle piattaforme, i giovanissimi. «Qualche multinazionale della discografia ci ha fatto proposte. Noi gli abbiamo risposto: fanc.», sottolineano. Tempo un anno e mezzo e si ritroveranno a firmare un contratto con una multinazionale, la Universal. Otto anni dopo il collettivo non c’è più: la Dark Polo Gang non si è sciolta, dicono loro, ma è dal 2020 che non esce un disco a nome del gruppo. Nel frattempo i quattro ragazzi hanno preso ciascuno una strada diversa. Gli altri si sono un po’ persi. Invece Tony Effe si prepara a consacrarsi come reuccio della scena: il concerto di domani sera al Palazzo dello Sport sarà a tutti gli effetti la sua incoronazione, davanti a 8 mila fan adoranti. Rapisarda arriva all’appuntamento sulla scia del successo di Sesso e samba – il tormentone estivo con Gaia rimasto al primo posto della classifica Fimi/Gfk dei più ascoltati e scaricati in Italia per dodici settimane consecutive – e su quella delle polemiche legate al dissing con Fedez, tra insulti di bassissima lega e accuse reciproche dai toni omofobi e sessisti. E pensare che lo scorso giugno, all’indomani dell’uscita – sempre per Universal – dell’album solista Icon, triplo Disco di platino, in un’intervista a Gq il rapper aveva detto: «Sono cambiato io, è cambiata la mia musica. Sento che ci sono tutte le mie parti, quella autoironica, quella sentimentale, quella malinconica, quella che fa casino. Ho cercato di raccontare un po’ tutto me stesso, nel bene e nel male». Il concerto è stato annunciato come «una celebrazione della carriera dell’artista, che andrà a rimarcare la sua impronta indelebile nella storia della trap». Quasi certa una reunion sul palco della Dark Polo Gang, mentre tra gli ospiti potrebbero arrivare la stessa Gaia e Emma (con la quale l’estate scorsa pubblicò il singolo Taxi sulla luna). Lo show è sold out da tempo. C’è chi è arrivato a pagare 69 euro per esserci: tutto vero. I biglietti più economici, quelli per il parterre, costavano 40,25 euro. Con 3 milioni di follower sui social, è uno degli artisti più cercati da brand e aziende. Netflix lo ha ingaggiato per una clip, diventata virale sui social, per lanciare la nuova stagione di Emily in Paris, la serie del momento. Nel video la protagonista, in vista a Roma, sbaglia stanza d’hotel e si ritrova in quella di Tony Effe. «Sono Emily Cooper, la tua nuova vicina», fa lei. «British?», risponde lui, citando la hit della Dark Polo Gang. E lei: «Da Chicago». «Io Tony, Roma centro». «Oh, conosco quel posto». «Te credo, è casa mia».