la Repubblica, 4 ottobre 2024
Rinnovato il Patto di Mediobanca: cresce il peso di Mediolanum
Si rinnova e si rafforza l’accordo di consultazione tra i soci di Mediobanca. La banca guidata da Alberto Nagel ha fatto sapere che è avvenuto un «rinnovo tacito del patto per un periodo di tre anni a far data dal 1 gennaio 2025» e che quindi resterà valido fino al 31 dicembre 2027. Cambiano i pesi, perché la Finprog Italia che fa capo alla famiglia Doris di Mediolanum ha acquistato 1,6 milioni di nuove azioni Mediobanca, arrivando a quota 6,1 milioni e pari allo 0,67% del capitale sociale (dal precedente 0,53% dichiarato a luglio). E così se il patto che sta per scadere raggruppava il 10,98% del capitale, quello che è stato appena rinnovato fino al dicembre 2027 rappresenterà invece l’11,4% del capitale, un incremento che è in parte dovuto all’effetto del buy back da un miliardo di euro, la cui prima tranche da 197,9 milioni (pari al 2% del capitale) è stata completata a febbraio e le azioni sono state annullate lo scorso giugno. Fonti finanziarie riferiscono però che sono attesi nuovi ingressi e quindi la compagine che sostiene Nagel è destinata a consolidarsi nei prossimi mesi, con buona pace del primo socio che è la Delfin della famiglia Del Vecchio (padrona del 19,74% del capitale), che da tempo chiede un cambio di passo in Piazzetta Cuccia con un’operazione di peso, ed è rappresentata in cda con due indipendenti.«Abbiamo bisogno di banche più grandi in Europa dove i primi 5 istituti di credito hanno il 25% del mercato mentre negli Stati Uniti il 60% ha detto ieri Nagel, a margine di un incontro organizzato da Bloomberg– come evidenziato anche da Mario Draghi nel suo rapporto, bisogna favorire la creazione di un’unione bancaria e di un’unione dei mercati dei capitali». Nagel ha poi commentato una possibile integrazione tra Unicredit e Commerzbank, come un«consolidamento domestico», per effetto delle sinergie tra Hvb e Commerzbank, più che di un’operazione cross-border. Ugualmente l’ad di Mediobanca si è detto «d’accordo» conl’ad di Intesa, Carlo Messina, che ieri ha ribadito che nei prossimi due anni non farà acquisizioni «per rimanere concentrato nell’aumentare le commissioni e nello sviluppo delletecnologie». Infine, secondo Nagel, le due operazioni che si sono viste quest’anno, l’Opa ostile di Bbva su Sabadell e l’acquisizione dell’asset management di Axa da parte di BnpParibas «sono buoni esempi di quello che possiamo vedere nel futuro. consolidamento all’interno del mercato» non di consolidamento cross-border.