ItaliaOggi, 3 ottobre 2024
Periscopio
Pioggia di missili contro Israele. Spari e coltellate a Jaffa: sei uccisi tra la folla un’ora prima dell’attacco. Repubblica.
La rappresaglia dell’Iran buca lo scudo d’Israele. il Fattosky.
L’unico morto è un palestinese. Libero.
Il giorno prima che la Repubblica islamica dell’Iran lanciasse il suo secondo attacco diretto contro Israele, a Teheran era atterrato il primo ministro russo, Mikhail Mishustin.il Foglio.
Teheran dopo l’attacco: «Se ci sarà reazione ridurremo Tel Aviv in cenere». repubblica.it
Non reagire avrebbe significato perdere molta della sua influenza nella regione – perché se Teheran avesse sacrificato la prediletta Hezbollah senza esitare, tutti gli alleati-clienti dell’Iran dalla Siria allo Yemen avrebbero capito che, se le cose si fossero messe male, la Repubblica islamica non li avrebbe difesi, e avrebbero cominciato a rivedere i propri calcoli. Reagire, come Teheran ha fatto oggi, significa [però] tirarsi addosso la furia che Israele ha appena scatenato contro Hezbollah. Cecilia Sala, il Foglio.
«[È stato] un grande errore», per il quale Teheran «pagherà». Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’attacco dell’Iran sul territorio israeliano. Linkiesta.
Dopo la rivoluzione del 1979 Khomeini proclamava i tre obiettivi principali della teocrazia iraniana: distruggere Israele, prendere possesso dei luoghi sacri in mano ai Sunniti o agli ebrei e diffondere l’Islam in tutto il mondo. (…) Sono bastati pochi colpi ben assestati da parte dell’esercito d’Israele per dimostrare la fragilità di questa illusione. Dopo aver messo fuorigioco Hamas, in pochi giorni Israele ha disarticolato il più importante braccio armato dell’Iran, Hezbollah, e messo sull’avviso gli Huthi. Ora, di fronte allo strapotere militare d’un paese con meno di 10 milioni di abitanti, l’Iran [ha dato] a Gerusalemme la scusa per impartirgli una dura lezione. La rivoluzione islamica è finita, era solo un bluff. Diritto & Rovescio, Italia Oggi.
Stavolta gli ayatollah sono caduti in trappola. La Stampa.
Si parla d’escalation, allargamento della guerra, dimenticando che da dodici mesi c’è una grande assenza in questo conflitto: nessun Paese arabo si è lasciato coinvolgere; se non, occasionalmente, per aiutare Israele a intercettare missili iraniani, e per mandare aiuti umanitari a Gaza. È un’assenza clamorosa che dà la misura del fallimento iraniano. Buona parte del mondo arabo esulta per il colpo che le forze armate israeliane hanno sferrato a Hezbollah. Federico Rampini, Corriere della Sera.
Le bandiere con il cedro sventolate a Tripoli e quelle della Siria libera a Idlib lasciano intendere che le comunità sunnite vittime negli ultimi anni della violenza di Hezbollah considerano la morte di Nasrallah una sorta di giorno della liberazione. Maurizio Molinari 1, Repubblica (già ricordato qui, ma repetita juvant).
Un colpo di tuono nella regione è il punto di partenza d’una polemica contro diversi organi di stampa – dal New York Times al Guardian, passando per Le Monde – accusati d’avere omesso le imprese più sanguinarie del leader di Hezbollah. L’Express.
Hassan Nasrallah e il gruppo terroristico da lui guidato, Hezbollah, sono stati responsabili dell’uccisione di centinaia di americani nel corso d’un regno del terrore durato quattro decenni, e la sua morte in seguito a un attacco aereo israeliano è una misura di giustizia. Joe Biden (dichiarazione già annotata, ma ribadiamo anche questa).
«Sussurri maliziosi, bugiardi e non credibili». Con un comunicato congiunto, e durissimo Idf, Mossad e Shin bet hanno definitivamente smentito le voci secondo cui Hassan Nasrallah, estratto dal cratere provocato dalle bombe israeliane, avesse ancora a braccetto Massimo D’Alema. Andrea’s Version, il Foglio.
Israele da mesi viene attaccato da più fronti, da Gaza, dal Libano, dalla Siria, dalla Cisgiordania, dall’Iraq, dallo Yemen, oltre che dall’Iran, a proposito di chi sia l’aggressore e chi l’aggredito. Claudio Cerasa, il Foglio.
Il segretario alla difesa americano Lloyd Austin: «Oltraggioso atto d’aggressione dell’Iran a Israele». repubblica.it
E ora Teheran teme l’attacco letale. Repubblica.
Sarebbe un grave errore pensare che il duello militare fra le maggiori potenze della regione riguardi solo il Medio Oriente: se gli Stati Uniti hanno dato pieno sostegno politico-militare a Israele e la Russia è stata informata in anticipo da Teheran sulla pioggia di missili è perché Washington e Mosca duellano fra Hormuz e Tel Aviv proprio come avviene lungo le sponde del Dnepr. In palio c’è l’architettura di sicurezza globale, che il Cremlino vuole ridefinire sostenendo ovunque chiunque aggredisce una democrazia. Maurizio Molinari 2, Repubblica.
Corteo pro-Palestina del 5 ottobre a Roma. È massima allerta. Dal web.
Vietare il corteo pro-Pal è incostituzionale. l’Unitasky.
[Qui] non c’entra la tolleranza liberale per cui si garantisce il diritto di parola a tutti, soprattutto a chi la pensa in modo opposto. Qui siamo di fronte a una prova di forza in cui si mescola antisemitismo, odio verso l’Occidente, desiderio di distruggere Israele, plauso esplicito al pogrom dell’anno scorso, uno degli episodi più efferati degli ultimi decenni. Allora cosa hanno da dire le forze politiche in vista di sabato? Il governo ha vietato la manifestazione. Ma il centrosinistra? Silenzio. Stefano Folli, Repubblica.
La campagna d’affissioni «La Russia non è il mio nemico» in giro per le città italiane è solo l’ultimo tassello d’una complessa rete che il Cremlino ha pianificato nel nostro Paese per modificare l’orientamento dell’opinione pubblica. Linkiesta.
[Conte] pensa di poter riattivare il rapporto idilliaco con Trump (do you remember Giuseppi?) – per non parlare di quello con Putin (do you remember la sfilata dell’esercito russo lungo le strade italiane?) – e di candidarsi al ruolo di garante di un’Italia sovranista e amica sia dell’autocrate del Cremlino sia del Cialtrone in chief. Christian Rocca, Linkiesta.
Jimmy Carter, l’ex presidente americano, compie 100 anni: «Resisto per poter votare Kamala Harris». Ansa.
La politica è fatta di allusioni e illusioni. Roberto Gervaso.