Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  ottobre 03 Giovedì calendario

La giostra macabra di Tik Tok, dove si procrea per scommessa

Sembra una giostra macabra, una visione, un delirio. Ma è il nostro mondo, la vita che viviamo, lo sdoppiamento parallelo e inebriante del perfetto alter ego-social. Si riproducono mostruosità, non possiamo nemmeno intitolarli fenomeni, al pari di fatti di cronaca, vedi l’indicibile sepoltura dei neonati in giardino: basta definirlo infanticidio?
E d è proprio riflettendo sulla vicenda di Chiara Petrolini – la ventiduenne che persino il mito esiterebbe a ritagliare in una precoce Medea – che mi si presenta davanti ancora una idiozia criminale, altrimenti detta la “challenge” della sex roulette. Nasce su Tiktok, pare in ambienti cosiddetti perbene e facoltosi, mettono la firma i figli annoiati di certi milionari di Belgrado. Poi si propaga, simile a un terribile golem, in altri paesi europei, arriva anche in Italia. Di che si tratta vi dico subito. È una gara, tra un gruppo di giovanissimi, le ragazze devono avere rapporti con sconosciuti, non protetti, rapporti multipli, “perde” chi resta incinta. Tutto documentato sulla piattaforma di Tiktok. Si aggiungono varianti, le più perverse o le più deficienti, scegliete voi, ad esempio nel gruppo si deve aggregare almeno un sieropositivo, no profilattici, “perde” anche chi si contagia. I partecipanti non conosceranno l’identità degli altri, prima regola. Chi perde va sbattuto fuori dal gruppo, o branco, come preferite.
Il fenomeno. Basta definirlo fenomeno? Non credo. L’idiozia che investe generazioni di annoiati anaffettivi ha ragioni devastanti, eppure è il minore dei mali, se non fosse che il minore dei mali produca morte. Una morte invisibile che sotterraneamente segue un suo percorso, dove e con chi non è dato prevedere, appunto: l’arbitrio è quello delle probabilità di una roulette. Inafferrabile. Sieropositivi potenzialmente in giro come un’arma puntata sul mucchio e altri neonati seppelliti? Nel senso, chi vi scrive non sa certamente se Chiara Petrolini e il suo gesto abbiano una qualche contingenza con la sex roulette, tuttavia se non lei, quante altre ragazze (molte sono appena delle bambine, leggendo alcune testimonianze, una quattordicenne ad esempio) avranno consumato una gravidanza, e il verbo consumare mi sembra davvero il più appropriato, con un simile crimine finale, al rintocco dei nove mesi, al primo vagito?
Quanti neonati casomai venuti al mondo, in un mondo trincerato dietro realtà parallele efferate, da impassibili e agoniche ragazzine perbene e finiti dove? La sex roulette si propaga in special modo negli ambienti di una borghesia medio alta. Famiglie normali, diremmo. Se non fosse che la normalità sia allo stato dei fatti un concetto assai banale e sfuggente, di cui si sa abbastanza poco. Esiste?
La quattordicenne di cui riferivo sopra, italiana, famiglia colta e abbiente, al sesto mese di gravidanza, trova la collaborazione della madre, un sostegno. La ragazzina tuttavia è demoralizzata: ha “perso”, è stata sbattuta fuori dal gioco.
Capite?
Sembrerebbe che molto spesso il ruolo genitoriale diventi un ostacolo, che tenda a negare le azioni criminali di questa razza di imberbi esaltati, a coprirle, o forse rifiutarne l’evidenza: cioè la brutalità, la ferocia, la stupidità precoce.
Siamo saliti su una giostra macabra. Non sappiamo più scendere. Sono stati piantati covoni di male, non raccoglieremo soltanto la degenerazione umana sprofondata nel parossismo della dannazione, il male testé, ma raccoglieremo nella sostanza la più terribile delle solitudini, la solitudine dell’uomo che non riesce a inorridire dinanzi a sé stesso.