il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2024
Il benvenuto di Aponte al Secolo XIX
Il Comandante è uomo di poche parole, ma che si fa capire bene. Al suo primo giorno da editore, di fronte alla redazione del Secolo XIX, Gianluigi Aponte ha riassunto così la sua idea di giornale: “Dobbiamo essere più tolleranti nei confronti dei politici e degli imprenditori che favoriscono lo sviluppo”. Un’entrata a gamba tesa sulla linea editoriale, in cui ogni riferimento a fatti o persone non è casuale. Negli ultimi cinque mesi il quotidiano genovese ha raccontato in modo puntuale l’inchiesta che ha travolto il sistema Toti, dando alla vicenda lo spazio che merita per i lettori di una regione in cui il governatore viene arrestato per corruzione. A giudicare dai primi segnali, quel tipo di giornalismo è stato archiviato il 29 settembre, con il cambio di proprietà e soprattutto della direttrice Stefania Aloia. Una spina nel fianco per Toti, che prima del terremoto giudiziario aveva provato a far vendere il XIX ad Aldo Spinelli.
Il Secolo è stata l’ultima testata ceduta dal gruppo Gedi (Repubblica e La Stampa), protagonista della più significativa concentrazione editoriale del Paese, seguita da un altrettanto rapido smembramento. E a chi era abituato agli interventi felpati di John Elkann, attentissimo (almeno nelle forme) a evitare l’impressione di ingerenze sui contenuti editoriali, le parole di Aponte devono essere sembrate quasi brutali.
In un successivo incontro, con il Cdr, l’armatore è stato anche più diretto e ha chiesto più tolleranza nei confronti di quei politici e quegli imprenditori “che hanno risollevato la città dopo il crollo del viadotto Morandi”. Un identikit che porta facilmente a Marco Bucci, sindaco di Genova e “uomo del ponte” scelto dal centrodestra per far dimenticare il fresco patteggiamento di Toti. Al primo giorno di campagna elettorale, con la ruvidezza che lo contraddistingue, Bucci ha dichiarato pubblicamente che non avrebbe più dato interviste ai giornalisti del quotidiano cittadino finché non fossero cambiati proprietà e direttrice. Una profezia che sembra prossima all’avveramento: subito dopo la presentazione in redazione Aponte ha incontrato Bucci.
Il cambiamento in piazza Piccapietra, insomma, non è solo un dato rilevante per l’informazione locale. I primi segnali suggeriscono che questo passaggio potrebbe avere un significato politico ben più profondo. A suggerirlo non è solo il fatto che il nuovo editore abbia incontrato personalmente uno dei due candidati in corsa per delle elezioni regionali che avranno un importante ricaduta sulla politica nazionale. Aponte è uno dei cinquanta uomini più ricchi del mondo, alla guida della più importante compagnia di movimentazione merci al mondo. A Genova ha forti interessi, dal porto all’aeroporto. Ma le dimensioni del suo impero sono tali da suggerire che l’avventura editoriale potrebbe non fermarsi qui. L’idea di informazione che ha in mente il gruppo Msc si può desumere dall’editoriale del nuovo direttore Michele Brambilla, ex Corriere, QN, Libero e Giornale: “Denuncerà quello che non funziona, ma darà spazio anche a quello che funziona benissimo, cosa non frequente sui media, dove spesso si cede alla tentazione del disfattismo, il quale disfattismo serve solo a portare alla paralisi”.