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 2024  ottobre 03 Giovedì calendario

Biografia di Andrea Moccia, direttore editoriale di Geopop

«Patatine, popcorn!».
Flashback: Andrea Moccia, studente di Geologia all’Università Federico II, sta sulle scale del Cinema Arcobaleno al Vomero di Napoli e vende viveri tra il pubblico. «Ogni weekend». L’impiego dura il minimo indispensabile perché il ragazzo è brillante e macina esami ad alta velocità. Laurea in Geologia, poi master in Georisorse. «A 25 anni mi hanno offerto uno stage». Destinazione Scozia, la Midland Valley Exploration gli affida «modelli 3d del sottosuolo» (e lo stage diventa assunzione). A seguire devia su Parigi, per l’Istituto nazionale francese dell’energia gira il mondo e sale le gerarchie diventando manager dell’équipe di geologia e fisica. Lo punta quindi l’italianissima Snam: «Mi hanno chiamato e sono rientrato in patria. Bel ruolo, bello stipendio». È il 2021. «Un gran posto fisso».
Ma?
«Ho lasciato dopo 6 mesi».
Saltiamo nel presente. Andrea Moccia, napoletano, nato nel 1985, oggi adottato da Milano, è direttore editoriale di Geopop. Il canale con base in via Fauché (la scelta di portarci uffici e redazione è sua) è tra quelli italiani più cliccati sul web: community da 13 milioni di follower, pagine viste al mese 7 milioni. «Volevo raccontare la scienza nella vita di tutti i giorni. Si dice: il pubblico non legge, non approfondisce. Falso. C’è tanta curiosità. Siamo arrivati su TikTok e gli esperti profetizzavano: i video sopra i 30 secondi non li guarda nessuno. Abbiamo tirato dritto con 8-10 minuti. Mica puoi fare divulgazione in 30 secondi. Risultato: ci seguono».
Com’è che un geologo, quadro della Snam, molla il posto fisso per fare video?
«Nel 2018 ho lanciato il mio canale su Facebook: Geologia Pop. Gli amici insistevano: ti spieghi bene, fallo online. La teatralità un po’ mi appartiene: a Pasquetta ho postato».
Primo video su?
«Campi Flegrei. Avevo zero follower, in un giorno l’hanno guardato in 30 mila. La faccenda ha iniziato a piacermi: scrivevo, giravo e montavo dalle 20 a mezzanotte e dalle 5 alle 8, prima e dopo il lavoro».
Poi è diventato «il» lavoro.
«Arriva la chiamata della Snam: ero felicissimo, la base era Milano, mi sono trasferito. Dopo poco alla porta bussa il Gruppo Ciaopeople (edita anche Fanpage, ndr) proponendo di fare della pagina una Srl, io con loro. Ci sto! Mamma Rina, maestra elementare, e papà Adriano, geometra e capocantiere nel settore dell’alta tensione, mi hanno sempre sostenuto. Pure loro però sono stati presi alla sprovvista: sei sicuro?».
Cosa vi differenzia da altri?
«Forse il fatto che siamo agganciati alla cronaca. Portiamo dati e analisi».
Quanto tempo vi serve per preparare un video?
«Da un giorno a una settimana. Sono circa 220 l’anno».
Il più visto?
«Nel 2021, sull’attentato alle Torri Gemelle. Ci abbiamo lavorato 3 mesi, durava 11 minuti, l’hanno visto in 25 milioni. Quando è diventata srl Geopop aveva 400 mila follower su Facebook, poi è arrivato Instagram: lì a dicembre 2021 eravamo a un milione, oggi sono tre. Ricordo una data: 20 dicembre 2023. L’algoritmo di Instagram ha improvvisamente “girato”, ci mostrava a chi non ci conosceva ancora. In un giorno siamo passati da 1,030 milioni di follower a 1,130. Noi abbiamo notato il picco inserito nei video la frase: “Guardi i nostri video, ma non segui la pagina? A te non cambia niente ma a noi sì”. Il trend si è visto poi sugli altri social».
Vi seguono volti noti.
«Valentino Rossi è un amico, a ogni like di Vasco vorremmo contattarlo».
Hater ne abbiamo?
«I complottisti: i poteri forti vi pagano...».
Parla al plurale.
«I dipendenti full time sono 24. Oltre a me vedete in video i creator Alessandro Beloli, Stefano Gandelli, il DeNa e Maria Bosco. Non è facile trovare esperti abili nello storytelling: ne troviamo più o meno uno all’anno».
Un lavoro redditizio?
«Nel 2022 abbiamo fatturato 740 mila euro e speso 50 mila euro in più. Nel 2023 il fatturato è stato 1,2 milioni, i costi 1,1. Facciamo cultura: già questi sono ottimi risultati. C’è chi pensa che io sia milionario perché abbiamo tanti follower, mica vero! Siamo persone normalissime».
Economicamente come si sostiene il canale?
«Ci sono gli spot nei video, i banner o i contenuti sponsorizzati solo per inserzionisti scelti con attenzione. Adesso vogliamo ampliare i progetti restando indipendenti».
E come si fa?
«Stiamo per lanciare un nuovo modello di membership: a breve potremo essere più precisi. Chiederemo alla community di credere (di più) in Geopop. Chi ci segue potrà sostenerci, diventando mecenate. In base al numero di mecenati attueremo i piani: a mille un programma in prima serata su YouTube, a 3mila una troupe partirà per l’Islanda. A 10mila realizzeremo una serie di video sui vulcani, a 20mila un tour nelle scuole, a 30mila il Geopop Festival, a 50mila un programma per bambini».
Geopop a pagamento?
«No! Tutto resterà libero e gratuito per tutti, sia i contenuti che vedete ora che i piani extra. Ma, grazie ai mecenati, potremo potenziarci».
Perché ha scelto Milano?
«Quando abbiamo creato la srl il Gruppo Ciaopeople mi ha chiesto dove volevo stare: Milano, Roma o Napoli. Io ho scelto Milano per due motivi. Uno: ero già qui per Snam e un altro trasloco mi avrebbe piallato. Due: Napoli è cuore, Roma è bella, però Milano è Milano per servizi, efficienza. Vivo all’Isola: la adoro».
Moccia il milanese?
«Il milanese al cento per cento è mio figlio, che ha due anni ed è nato qui. Certo, la parlata la prenderà da me...».