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 2024  ottobre 02 Mercoledì calendario

MOSSAD, PRESUNTI HACKER E TANTI, TANTISSIMI SOLDI: LA GUERRA DELLE CASE NEL PRINCIPATO DI MONACO – IL GIALLO SUL DUO DI “ITALIANI” ARRIVATI A MONTECARLO PER ROMPERE IL MONOPOLIO DEL MERCATO IMMOBILIARE AL RE MIDA PATRICE PASTOR. I DUE AVEVANO FATTO BRECCIA NEL CUORE DELLA FAMIGLIA GRIMALDI GRAZIE AI BUONI UFFICI DEI FEDELISSIMI DI ALBERTO II, CLAUDE PALMERO E THIERRY LACOSTE – LE MAIL HACKERATE AL DUO DI COLLABORATORI E LE ACCUSE DI DOSSIERAGGIO A PASTOR, CHE PORTANO FINO A UNA SOCIETÀ IN AFFARI CON I SERVIZI ISRAELIANI… -

«La famiglia cresce». Questo titolo di Paris Match […] sta facendo furore in territorio monegasco. La gente se lo passa di mano accennando sorrisi di circostanza, come vuole l’etichetta del Principato di Monaco.

Guai ad ammettere di aver fatto passare di mano una riproduzione del ritaglio […]. Si tratta di un ritratto del principe Alberto II circondato dalla consorte Charlene e dai due figli. Al centro, tuttavia, troneggia la testa di Patrice Pastor.

Nulla di nuovo: Pastor è l’uomo d’oro del Principato grazie alla sua condizione di pronipote del fondatore del gruppo omonimo, Jean-Baptiste, l’immobiliarista legato a Ranieri III tanto da fargli guadagnare il soprannome di Principe Costruttore. Pare che il patrimonio di Patrice ammonti a 30 miliardi, quello della casa regnante è venti volte più piccolo (1,5 miliardi). C’è chi giura di averlo visto in prima persona dare istruzioni dalla scrivania di un ex ministro di Stato, ovvero il primo ministro.

[…] I maligni […] lo hanno soprannominato P2. Questione di metodo: capelli lunghi, barba di qualche giorno, mai vista una cravatta annodata al collo. Pare che circoli in moto, che si mescoli spesso agli avventori dei pub e che […] non sia mai accompagnato dalle guardie del corpo […].

D’altra parte il giovanotto è proprietario di un gruppo che ha l’esclusiva sul mercato immobiliare del Paese. Un Bengodi del settore, dove i prezzi si collocano tra i 60 e i 120 mila euro per metro quadrato. Le compravendite rappresentano il 21% del Pil monegasco e il cliente tipo appartiene a poche categorie abbastanza facili da immaginare.

Si passa dall’oligarca russo alla testa coronata saudita, dal rampollo di magnati del petrolio a stelle e strisce a parenti di cocaleros sudamericani. Una compagnia molto pittoresca sulla quale il rampollo Pastor ha praticamente diritto di vita o di morte. Un suo diniego significa l’esclusione da quel mercato.

[…] La notizia è che di recente pare che il giovane Pastor abbia perso l’allegria che lo contraddistingue. Per sciogliere il dilemma ancora una volta tocca fidarsi di chi non gli vuol bene […]. Ed ecco la traccia più accreditata: i grattacapi di Patrice dipendono dal fatto che alcuni concorrenti italiani (Antonio Caroli e i fratelli Mazzocco) si stiano ritagliando un posto nel cuore della famiglia reale grazie al passepartout sottoscritto da altri amici molto potenti: Claude Palmero, già amministratore dei beni della famiglia regnante, e Thierry Lacoste, amico d’infanzia di Alberto II.

[…] Tanto Palmero quanto Lacoste hanno interesse a circoscrivere l’onnipotenza di Pastor e della sua famiglia, dunque usano la loro influenza per spalancare agli italiani – Les Italiens! – le porte e il cuore della famiglia di Alberto.

[…] A sostegno dei gossip circolano citazioni tratte da un altro documento. Ovvero i passaggi di una lettera che Pastor avrebbe inviato ad Alberto II nel luglio 2020. Scrive l’immobiliarista: «Da diversi decenni, c’è chi ha ritenuto necessario favorire determinati personaggi per creare un contropotere e demonizzare il successo della nostra Famiglia».

Chi non è avvezzo al protocollo principesco non può sapere che a Monaco si usa Famiglia con la maiuscola solo quando si parla dei Grimaldi, la casa regnante. I soliti maligni insistono: lapsus freudiano. E sghignazzano, sorseggiando l’aperitivo.

[…] Il caso vuole che nell’autunno del 2021 un sito web (Le Dossier du Rocher) abbia cominciato ad aggredire chiunque si fosse azzardato a raccontare in giro della presunta disgrazia del rampollo Pastor attraverso il contenuto di milioni di email hackerate nel corso del decennio precedente. Un gruppo di pseudo giornalisti […] ha messo insieme una vera e propria campagna denigratoria, arricchendola con riproduzioni di documenti bancari falsificati molto grossolanamente.

Per impedire che chiunque potesse risalire agli autori di quel romanzo cavalleresco, i suoi autori lo hanno trasmesso attraverso server indiani e pakistani. Ma chi se ne intende davvero assicura che un lavoro del genere deve essere costato almeno cinque milioni.

[…] Ovviamente quel materiale non ha minimamente influenzato la fiducia che Alberto II ripone in Lacoste e nel suo amico (e sodale) Palmero. Ma il giro dei pettegoli si è riacceso appena – siamo nel maggio del 2023 – Alberto II ha licenziato in tronco tanto Palmero quanto Lacoste, proprio una quindicina di giorni dopo il suo ultimo incontro con il giovane Pastor. […]

E non è neppure bastato il fatto che Lacoste giuri di possedere uno scritto autografo di Alberto nel quale il Principe si sfoga: «Pastor mi ha seccato, è un gran bugiardo». Insomma: possibile che Alberto tenga il piede in due scarpe? […]

[…] Pastor, a domanda diretta, nega assolutamente di aver commissionato i dossier. […] Ovviamente c’è anche un’indagine della Procura. Che ha trovato due bonifici – uno da un milione e un altro da 850 mila dollari – ma non può garantirne l’autenticità (e ti pareva): sembra che siano stati inviati dalla Sci Esperanza, uno dei tanti atolli dell’arcipelago Pastor per essere accreditati sul conto alla Black Cube, una società basata in Israele che assolda ex agenti del Mossad per progetti di sicurezza privata.

[…] A Libération ha risposto invece Antoine Vey, uno dei moltissimi avvocati che vantano Pastor tra i suoi clienti. Lui non ha dubbi: tutta la vicenda è una montatura ai danni del suo cliente. «C’è chi prova a fornire ai giornali documenti falsi dai quali risulterebbe che Patrice Pastor ha un conto presso una banca americana».

Vey smentisce tutto: l’esistenza del conto intestato Pastor, il contenuto delle carte, le manovre che il suo capo avrebbe messo in piedi per screditare i suoi avversari nel mondo dell’immobiliare monegasca. Molto più colorita (e divertente) l’unica risposta di Pastor, registrata durante un’intervista a Le Parisien nel 2023. «Mi chiamano corvo, ma sono una banda di avvoltoi».