La Stampa, 2 ottobre 2024
Gli studi Rai di Torino intitolati a Piero Angela
«Se nei suoi primi anni di Rai a Torino, quando uscivano con la giardinetta per andare sui servizi, gli avessero detto che il suo nome e la sua faccia sarebbero state qui per sempre, non ci avrebbe mai creduto. Era una persona molto umile». Alberto Angela è emozionato negli storici studi di via Verdi a Torino davanti alla targa appena scoperta con la quale il Centro di produzione tv viene intitolato a papà Piero, qui dove aveva cominciato l’avventura in Rai, alla radio prima ancora che in tv. Sul muro accanto, Piero sorride e saluta in un gigantesco murales «ed è proprio lui – osserva Alberto – è un gesto suo, sono proprio i suoi occhi azzurri».È il tributo di una città, «che amava tantissimo», ricorda Alberto, a uno dei volti più amati, nonché ispiratore di tante generazioni di ragazzi che hanno amato la scienza grazie alle sue trasmissioni. Uno di loro sta sotto la targa, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, professione geologo. È anche il tributo della Rai, la sua Rai, nell’anno in cui si celebrano i 100 anni della radio e i 70 della tv. Il ricordo di Angela ha aperto il Prix Italia: nel segno di un grande italiano, ma anche di una grande italiana, Letizia Battaglia, morta anche lei un paio di anni fa, a cui è dedicato il doc realizzato da Rai Documentari insieme a France Télévisions, Il mio nome è Battaglia, di Cécile Allegra. La storia del Paese è passata anche dalle sue fotografie, quelle di mafia, quelle con cui ha denunciato crimini, ma anche quello con cui ha raccontato volti e storie della sua Palermo. E dietro ogni scatto c’era il suo sguardo di donna in una professione in cui erano quasi tutti uomini, dunque anche una figura aspirazionale, che ha acceso l’interesse della tv francese (con cui la Rai continuerà ogni anno a lanciare un bando per società di produzione di entrambi i Paesi, obiettivo la realizzazione di doc di qualità in grado di sfidare le piattaforme streaming). Tra gli scatti più drammatici di Letizia Battaglia, quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che tiene tra le braccia il corpo del fratello Piersanti massacrato in auto dalla mafia. Per questo, dopo l’anteprima di ieri al Prix Italia, il doc sarà trasmesso su Rai 3 il 6 gennaio, nel 45esimo anniversario dell’uccisione.