la Repubblica, 2 ottobre 2024
Il critico Dambruoso dice di esser stato escluso dalla mostra sul futurismo
Gennaro Sangiuliano, atto secondo: Boccia e non solo. Ora anche Boccioni e la mostra sul futurismo hanno un futuro incerto. Tra promesse, annunci e rinvii della nomina a co-curatore dell’esposizione di Alberto Dambruoso – conoscitore tra i più attenti del movimento fondato da Marinetti – ora per l’ex ministro e, chissà?, per il suo successore, Alessandro Giuli, si apre un altro fronte di spine. Dambruoso, infatti, «dopo oltre un anno e mezzo di impegni disattesi dal ministero e di lavoro durissimo», annuncia: «Senza la formalizzazione di un contratto, farò valere le mie ragioni in altre sedi».Quali ragioni? «Pochi mesi dopo il suo insediamento, l’allora ministro Sangiuliano», racconta Dambruoso, «lanciò l’idea della mostra su Umberto Boccioni». E dell’artista futurista il critico d’arte è tra i massimi esperti con il quale su Boccioni ha curato il Catalogo generale (Allemandi 2016). Per ciò fu chiamato dall’altro curatore, Gabriele Simongini, a rimboccarsi le maniche per l’impresa. Peraltro, della sua sempre “imminente” investitura, Dambruoso esibisce carte e testimonianze: «Con Simongini», ricorda, «cominciammo subito a scrivere il progetto scientifico della mostra che, nel frattempo, si era estesa da Boccioni a tutto il movimento futurista». «Ai possessori di opere di Boccioni, collezionisti privati e musei, interpellati per i prestiti, era stato comunicato che l’esposizione sarebbe stata curata da Simongini e da me, come peraltro provano vari documenti e le numerose lettere del direttore generale, Massimo Osanna, oltre che la mia partecipazione, nella veste di co-curatore, a svariate riunioni sia al ministero sia alla Galleria nazionale d’Arte moderna». Insomma, «dal gennaio 2023 a tutto lo scorso agosto – argomenta Dambruoso – ho lavorato alacremente per la mostra, certo che, prima o poi, il mio stato di fatto sarebbe stato riconosciuto dal dovuto stato di diritto». Aspetta, aspetta e un giorno Simongini confida a Dambruoso che «al direttore Osanna e al capo della segreteria del ministro, Emanuele Merlino, erano giunte voci tutt’altro che confortanti sul mio conto, in particolare sulla mia conoscenza scientifica di Boccioni».Quindi, Simongini consiglia a Dambruoso di «chiedere chiarimenti al segretario del ministro» e si dice disposto ad accompagnarlo. Così, i due bussano alla porta di Merlino che, rivolto a Dambruoso, gli chiede di «fare un passo indietro». La replica è pronta: «La mia nomina dovrebbe essere un fatto acquisito, come documentano le lettere del direttore Osanna e il mio nome, come co-curatore della mostra, è già stampato nelle brochure in bella vista qui». Merlino prende tempo: «Le farò sapere...». «A tre mesi da quell’incontro, però», chiosa Dambruoso, «non ho ancora ricevuto segnale alcuno». Neanche Repubblica ha più sentito i funzionari del ministero che, contattati, avrebbero dovuto richiamare «entro dieci minuti».