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 2024  ottobre 02 Mercoledì calendario

Una bella intervista a Guido Crosetto

Davanti all’ingresso della Rai, in via Asiago, parcheggiò una piccola Smart. Con una qualche fatica ne uscì un gigante. Era il gigante buono. Guido Crosetto, oggi ministro della Difesa. Con i suoi 147 kg venne a farsi trattar male nello Studio Due dove andava in onda Un giorno da pecora.
Ti ricordi Guido?
«Come dimenticarlo?»
Anche io ricordo la tua complessa fuoriuscita dal loculo.
«Fuoriuscii con sicurezza».
Hai sempre la Smart?
«Non posso più usarla. Non ci stanno i carabinieri della scorta».
Quanto pesavi allora?
«147 kg».
E adesso?
«Adesso sono 118».
Che è il minimo?
«Quando giocavo a basket ero 96».
Come si fa a dimagrire?
«Basta non mangiare».
Il potere ingrassa?
«Adesso sono ministro e sono magro».
Magro è una parola grossa.
«Però non sono grasso».
E stai bene?
«No, io sto meglio quando sono grasso. La magrezza porta tristezza».
Tu sei di Cuneo. Dicono che i cuneesi sono un po’ come i carabinieri delle barzellette.
«Lo dicono i torinesi. Dicono che guidano tutti col cappello. E hanno tutti la Prinz verde».
Togliatti li definì scettici, bigotti, pettegoli, ipocriti, servili e crudeli.
«Quel giorno aveva bevuto».
Tu hai fatto il militare?
«Certo, ho fatto il militare a Cuneo, sono uomo di mondo».
Hai fatto carriera?
«Intendi militare? Be’ un po’ sì, sono diventato ministro della Difesa».
Da sindaco di Marene avevi fatto un’ordinanza contro le prostitute.
«Era contro la prostituzione. La vietai per motivi sanitari».
I protettori ti bruciarono l’auto.
«Fu un grande successo di critica e di pubblico».
Era una Prinz verde?
«Era una Bmw».
Sei mai andato con una prostituta?
«Ma che domande fai? Mai».
È vero che hai scritto sulla tua biografia che ti sei laureato in Economia e poi hai chiesto scusa perché era una bugia?
«Era una cazzata. Mai scritto la biografia, mai chiesto scusa. Fu un regalo di Zincone che sbobinò alla carlona, sul Corriere della Sera. Tutto falso».
Subito nella Democrazia Cristiana.
«Con persone che si chiamavano Bodrato, Sarti e Goria».
Poi Forza Italia.
«La Dc non c’era più da 7 anni...»
Eletto per tre volte deputato.
«Poi fondai con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa Fratelli d’Italia».
Non superaste la soglia del 3 per cento.
«Del due, partivamo da zero».
Eri grande amico di Tremonti…
«Era un rapporto vivace».
Talmente vivace che l’hai definito «un bollito senza cuore».
«Senza cuore posso averlo detto, ma bollito proprio no».
Lo dicesti proprio a noi di Un giorno da Pecora. Ti chiedemmo: se fosse un alimento? Tu rispondesti: «Un bollito».
«Risposi un brasato, piatto ottimo».
Hai fondato Fratelli d’Italia con un ex fascista.
«Ignazio La Russa? Un ex missino».
Un po’ fascista.
«Un convinto democratico».
Questa non è male.
«Un po’ di sinistra».
Questa è ancora meglio. Che cosa ci trovavi di bello in La Russa?
«Di bello proprio niente. Ma era ed è di un’umanità straordinaria».
Perché non vuole dire di essere un antifascista?
«È dell’Inter, d’altronde».
È un difetto?
«Eh, abbastanza».
Tu?
«Juventus».
Veramente? Juventus?
«Perché?»
Stai con i ladroni?
«Siete voi perdenti che ci chiamate ladri».
Tu lo dici che sei antifascista?
«Lo sono sempre stato».
Me lo dici adesso che sei antifascista?
«Lo sono sempre stato».
No, mi devi dire: «Sono antifascista».
«Sono antifascista».
Vedi che è facile? Diglielo a Ignazio… Meloni e Schlein si sono presentate alle europee sapendo che non avrebbero accettato l’elezione.
«Si sono presentate come leader di partito. Non sono state le prime e non saranno le ultime».
Conte non l’ha fatto.
«Perché aveva paura».
Perché è più onesto.
«Pensavo fosse un’intervista seria».
Come spieghi il successo di Vannacci alle europee?
«Più è stato attaccato più ha preso voti. Il mito di Vannacci è stato costruito da Repubblica».
Chi non ti piace a destra?
«Perché devo farmi dei nemici?»
Ma ci sono persone che a destra non ti piacciono?
«Eh! Molti, ma sono di più quelli ai quali non piaccio io…».
E chi ti piace a sinistra?
«Ho amici anche tra gli avversari. La Schlein mi pare per bene».
Dicono che sei la sinistra della destra.
«Il termine sinistra con me non funziona. Io sono un democristiano».
Giorgia come l’hai conosciuta?
«Alla Camera».
Quindi niente di speciale.
«Non l’ho conosciuta in discoteca se è questo che volevi sapere».
Ci andava in discoteca?
«Era una delle persone più straordinarie con cui fare festa. Adesso non più. Nessuno di noi lo è più».
Io una volta sono riuscito a farle dire un sacco di parolacce.
«Non le dice mai le parolacce».
No, no, le dice, le dice.
«Dice quelle romane che non sono più parolacce».
Tu le dici le parolacce?
«Certamente».
Alcune preferite?
«“Testa di cazzo”. La usai al telefono con Bechis parlando di Berlusconi».
Berlusconi fu contento?
«Testa di cazzo era un termine che usavo sempre con lui».
Quando hai preso in braccio Giorgia davanti a tutti volevi fare l’imitazione di Benigni con Berlinguer?
«Glielo dissi anche a lei: oggi ti faccio diventare virale».
C’era una sottile paraculaggine.
«È il mio senso della notizia».
Volevi andare sulle prime pagine.
«Dava il senso del nostro rapporto».
Le hai mai fatto il filo?
«No».
In un’altra vita le avresti fatto il filo?
«No».
Non è il tuo tipo?
«No. È troppo piccola».
Quante Meloni ci stanno in un Crosetto?
«Almeno quattro».
Tu l’hai definita «nana malefica».
«La chiamavo sempre così».
Dicesti: «Quella nana malefica è la mia stalker».
«Confermo: quella nana malefica è stata in alcuni periodi la mia stalker personale».
Il premierato spacca il Paese?
«No. È la politica che spacca il Paese sul premierato».
Giorgia vuole essere chiamata «il Presidente».
«Se lei preferisce essere chiamata Presidente, la chiamo Presidente».
Libero l’ha proclamata «uomo dell’anno». Una battuta? Uno sgarbo?
«Giorgia l’ha presa bene. Giorgia non dà troppo peso ai giornali. Come me».
Tu non leggi i giornali?
«Leggo solo le pagine che non parlano di politica».
Perché?
«Perché quando le leggo mi arrabbio».
Hai detto che Giorgia non è aggressiva, è combattente.
«Ha dovuto sempre combattere, sempre difendersi, sempre giustificarsi. Per ogni cosa che ha fatto nella vita le è stato chiesto di chiedere scusa. Aggressioni continue. È logico che il suo modo di difendersi sia molto duro».
E tu?
«Io ho vissuto una vita molto più tranquilla, sono stato accettato facilmente, non ho dovuto combattere. E poi sono un uomo».
Cioè?
«L’Italia è ancora molto maschilista. E aggiungi la difficoltà di arrivare dalla destra del Paese».
Chi è più a destra in Italia? Fratelli d’Italia o la Lega?
«Le cose più fasciste in Italia sono rappresentate da Casa Pound e da quelli come loro».
E quando picchiano un giornalista?
«Come si può accettare che venga picchiato un giornalista?»
A te non viene mai voglia di picchiare un giornalista?
«Insultarlo sì, magari denunciarlo».
Chi?
«Eh, un sacco».
Formigli?
«Formigli non l’ho neanche insultato. Però mi sono alzato e gli sono andato contro».
Se tu venissi contro di me mi faresti paura. Anche senza toccarmi.
«Lo spostamento d’aria».
Chi è il peggior giornalista?
«I peggiori sono quelli che deformano la verità per attaccare i nemici».
Fa bene Giorgia a fare le smorfiette?
«Quando mai?»
Per esempio quando ha nascosto la testa sotto la giacca.
«Quelle che tu chiami smorfiette sono la cosa che arriva all’elettorato».
Quindi è una paraculata?
«No, è un modo di trasmettere un’emozione».
Le smorfiette come forma di comunicazione avanzata…
«In modo che a casa capiscano tutti».
Cacciari dice che Meloni cade presto.
«Cacciari parla di tutto. Chiediamogli chi vince il campionato».
Che canzoni ti piacciono?
«La musica l’ascoltavo quando ero giovane. Gente che nessuno più ricorda: Pink Floyd, Genesis, Jethro Tull».
E oggi?
«Non ho più tempo. Ascolto la musica che ascoltano i miei figli, drammaticamente. La canto anche, qualche volta».
Non ci credo.
«Ti rimane in mente».
Canta!
«Pillole, pillole, pillole. Prendo pillole dentro una stanza. Pillole, pillole, pillole…».
Basta, grazie, è sufficiente. Parliamo di sport.
«Basket».
Giocavi sul serio?
«Ero quasi un professionista».
Ti pagavano?
«Fino a tre milioni».
Tre milioni a stagione?
«Al mese».
La guerra in Ucraina. È stata raccontata bene finora? Perché Zelens’kyj non è realmente uno stinco di santo. Nel Donbass per esempio…
«Se anche non lo fosse, ma non lo penso, forse le nazioni che hanno un presidente che non è uno stinco di santo possono essere invase?».
E in Palestina? Dei criminali assassini hanno fatto una strage orrenda. Ma la reazione è stata peggio dell’azione che l’ha generata.
«E io che cosa sto dicendo da mesi? La reazione ha superato una linea di proporzione. La soluzione è due popoli e due nazioni».
Come può finire?
«La Russia smette di bombardare, Israele smette di bombardare. Non c’è altra soluzione. Purtroppo però si sono aperti anche altri fronti».
La Russia deve ottenere qualcosa.
«Si apre un tavolo e si cerca di ripristinare le condizioni del diritto internazionale e l’integrità territoriale».
Parliamo del tuo amico Vannacci, il generale omofobo diventato parlamentare europeo.
«Non do giudizi».
Come ha fatto a diventare generale?
«Suppongo facendo il suo dovere. Ho chiesto come fosse a molti di quelli che l’hanno conosciuto. Tengo per me le risposte».
Anche Fratelli d’Italia gli aveva offerto la candidatura.
«Non posso escluderlo».
Giorgia gliel’ha offerta?
«Escludo che sia stata Giorgia».
Sei contrario al ritorno della leva obbligatoria. Ma hai parlato di una «riserva».
«Servono forze armate professionali e un bacino di riserva che in caso di occupazione o guerra si possa attivare, come succede in tutto il mondo».
Qualcosa tipo Gladio?
«No, perché è ufficiale. Lo dico da ministro della Difesa. Non vado a parlarne in luoghi segreti».
Quante armi abbiamo mandato in Ucraina? Lo tenete il conto?
«Certo che lo teniamo».
Me lo dici?
«Stai scherzando? Segretate».
Dimmi l’equivalente in euro.
«Segretato».
9 pacchetti?
«9 pacchetti».
E ogni pacchetto quanto vale?
«Ma dai…»
Qual è lo stato di salute delle nostre Forze Armate?
«Non ottimo. Sono state costruite, fino a due anni fa, tenendo conto tutt’al più della possibilità di utilizzare i militari nelle missioni di pace, senza un conflitto combattuto sul terreno».
E adesso?
«La realtà ci impone di cambiare».
Stiamo già cambiando?
«Stiamo già cambiando. Ma cambiare le Forze Armate significa avviare un processo i cui risultati si vedranno in anni se non in decenni».
Ti piaceva Berlusconi?
«Sì. Mi manca spesso».
Il fatto che fosse un pregiudicato non ti ha mai dato fastidio?
«È stato condannato una sola volta e la sentenza grida vendetta».
Raccontava le barzellette anche a te?
«Di tutto mi raccontava».
Tu facevi finta di divertirti?
«Se scrivessi un libro su Berlusconi...»
Scriviamolo.
«Non l’ho mai fatto e non lo farò».
E allora scrivi la tua autobiografia.
«L’ho già scritta, ma non l’ho finita».
Titolo?
«Storia di un ragazzo di provincia».
Magari ne troviamo uno meglio.
«Abbiamo tempo».
Berlusconi aveva un difetto, non concepiva di avere un numero due.
«Non sopportava l’idea di fare le primarie per stabilire chi avrebbe dovuto sostituirlo».
E infatti le primarie non si fecero.
«Fu il motivo per il quale io e Giorgia ce ne andammo e fondammo Fratelli d’Italia».
Quindi c’è stato Berlusconi alla base del vostro successo.
«Lo si potrebbe sostenere».
Cosa pensi delle gaffe del tuo ex collega ministro della cultura Sangiuliano?
«Quali gaffe?»
Era presidente della giuria del premio Strega e non aveva letto i libri.
«Ma è un lapsus. A tutti può capitare».
E il ministro Lollobrigida, quello che ha fermato un treno?
«Il treno era già fermo e lui è sceso. Aveva fretta, doveva arrivare a una manifestazione istituzionale».
Stai battendo tutti i record di arrampicata sugli specchi. Tu sei mai sceso da un treno?
«Raramente prendo il treno».
Altro record battuto. Vogliamo parlare di Giambruno?
«Cioè?»
Lui che fa il galletto durante una trasmissione tanto che Giorgia lo lascia.
«No, faceva il simpatico. Giocava con una sua compagna di trasmissione».
Toccandosi le palle?
«Non so… non guardo la tv».
Ne hanno parlato tutti i giornali.
«Non leggo i giornali».