Avvenire, 1 ottobre 2024
Storia del biliardo
«Se vuoi comprendere il cosmo, devi almeno saper giocare a biliardo». Lo diceva già secoli fa uno dei padri della scienza moderna, Isaac Newton. Lui che studiava le leggi della matematica e quelle dell’universo riconosceva alle bilie sul panno verde una centralità decisiva. Il biliardo è sovrano. E così ora il gioco cresciuto proprio alla corte dei re chiama a raccolta tutti gli appassionati alla Reggia di Venaria, alle porte di Torino. Qui da oggi fino a domenica si sfideranno 64 fuoriclasse provenienti dai cinque continenti nella 26ª edizione del Campionato del mondo di biliardo – specialità “stecca 5 birilli”. Uno scenario unico, in linea con la storia di uno sport che affonda le sue radici addirittura nel Rinascimento. Il primo tavolo di cui si ha notizia è quello ordinato da Luigi XI, re di Francia, nel 1470. Ma dicono che anche la regina di Scozia, Maria Stuarda, non riuscisse a farne a meno. Luigi XIV, il noto “Re Sole”, che di certo a tavola non si risparmiava, era solito giocarci per digerire. E anche Napoleone Bonaparte in esilio a Sant’Elena fece salti di gioia quando dall’Inghilterra gli arrivò un tavolo da biliardo.
Un fascino che non risparmiò nemmeno i pontefici. Pio IX pare ne fosse patito, ne ordinò uno anche per le stanze del Vaticano. E aveva fama di abile giocatore anche san Giovanni Bosco che per alcuni anni fece il garzone di un bar a Chieri per pagarsi studi e alloggio. È curioso che perfino Shakespeare lo menzioni nella tragedia “ Antonio e Cleopatra” (1607) con la celebre regina intenta a giocare una partita con il suo eunuco.
Di sicuro il primo regolamento scritto attestato (e per certi versi valido ancora oggi) è del 1674 (“ The compleat gamestet” di Charles Cotton).
Il panno verde ha contagiato pittori (compare anche in un famoso dipinto di Van Gogh “Il caffè di notte”) e musicisti. Giocatore accanito era Giuseppe Verdi si dice ma molto prima anche Mozart confidò a un amico che solo il biliardo «poteva rilasciare muscoli e nervi, dopo le fatiche creative più stressanti».
L’ennesimo omaggio d’autore a una disciplina che da noi è stata riconosciuta dal Coni nel 1998 ed è oggi gestita dalla Federazione sportiva sport biliardo e bowling (Fisbb), la diciottesima federazione su 47 in Italia per associazioni e società sportive affiliate.
Un movimento in crescita che solo per il biliardo e le sue discipline (stecca, carambola, pool, snooker e boccette) è forte di 805 società, quasi 21 mila tesserati al maschile, ma anche circa 650 giocatrici, senza contare gli oltre 4 mila pre-agonisti e i circa 766 amatori. Un seguito importante testimoniato anche dalla copertura mediatica: 65 ore di dirette all’anno e 20 ore di differita sulla Rai. Di rilievo anche il canale YouTube interamente dedicato che ormai conta più di 46mila iscritti da tutto il mondo. L’Italia è punto di riferimento internazionale, basta pensare che ha curato già 14 edizioni del Campionato del mondo prima di questa rassegna a Torino. Il biliardo 5 birilli è la specialità più rappresentativa del biliardo all’italiana con il 70% dei tesserati totali. Il gioco prevede un tavolo senza buche in cui l’obiettivo è colpire sia la bilia avversaria che i birilli per accumulare il maggior numero di punti. A questo Mondiale sono approdati i 48 migliori atleti selezionati da ciascuna nazione partecipante affiancati da altri 16 giocatori provenienti dai tornei di qualificazione “Open” a cui erano iscritti per quest’edizione più di mille giocatori. Gli azzurri dominano nell’albo d’oro delle competizioni internazionali sia come nazione che a livello individuale. È italiano il campione del mondo in carica Andrea Quarta, considerato uno dei più grandi talenti di sempre. Ma anche al femminile è una vera icona Daniela Romiti, attuale campionessa del mondo e d’Europa. Uno sport per tutti visto che da tre anni anche in Italia è diventato disciplina paralimpica e sono già più di 70 i tesserati. Una diffusione che ha portato anche al primo campionato nazionale l’anno scorso. Pioniere del biliardo italiano in carrozzina è Fabio Del Zoppo che a luglio ha conquistato uno storico argento ai Campionati Europei di Pool Wheelchair Specialità Palla 9, la prima medaglia azzurra in questa competizione. Alla Reggia di Venaria sarà tra i protagonisti del 5-Pins World Paralympic Tournament, l’appuntamento internazionale che accompagna il Campionato del mondo. Un gioco senza barriere e senza età visto che alla Federazione sono iscritti più di 500 atleti juniores (9-18 anni). Brilla tra questi il talento di Emanuel Cucchiara, da tre anni di fila campione europeo senza rivali. Sarà in gara anche lui nel 1° Campionato del mondo juniores che si disputa per la prima volta in assoluto proprio all’interno della rassegna iridata torinese. Un torneo unico a eliminazione diretta con i migliori 12 atleti juniores under 22 provenienti da Argentina, Germania, Danimarca, Francia, Repubblica Ceca, Uruguay e Italia.
Come ribadisce il presidente federale Andrea Mancino, il biliardo vuole essere uno «strumento educativo» per trasmettere i valori dello sport di lealtà e rispetto dell’avversario oltre a puntare sulla capacità di aggregazione. Non è un caso se da gioco da bar il biliardo sta conquistando anche le scuole.
Dal 2011 la Fisbb promuove il “Progetto Scuola” che porta tavoli, stecche e bilie all’interno delle scuole secondarie di prime e secondo grado in tutt’Italia: oltre 2200 gli studenti coinvolti. Difficile allora trovare un’altra disciplina in cui è possibile trovare atleti anche con una sensibile differenza d’età: fa bene anche a chi è più in là negli anni, dicono gli esperti, perché previene l’atrofia cerebrale e quindi le patologie neurodegenerative.
È vero, non si suda come in altri sport, ma riuscire ad essere lucidi e concentrati anche per otto ore richiede comunque tanto allenamento. Contro ogni pregiudizio questo è uno sport che fa bene al corpo e alla mente. Non a caso un cervellone come Albert Einstein sosteneva: «Il biliardo costituisce l’arte suprema dell’anticipazione. Non si tratta affatto di un gioco, ma di uno sport artistico completo che necessita, oltre che di buona condizione fisica, del ragionamento logico del giocatore di scacchi e del tocco del pianista da concerto».