Libero, 1 ottobre 2024
Chi guida un’auto elettrica provoca più incidenti
E per fortuna che l’auto elettrica doveva essere l’Uovo di Colombo della mobilità sostenibile, economica, magari anche a basso impatto. Adesso salta fuori che guidare un velivolo elettrico è anche più pericoloso e che le eventuali riparazioni costano mediamente tra il 19 e il 25% in più.
La sorpresa è saltato studiando i comportamenti e le abitudini di guida (e di impatto) di 14.642 veicoli che hanno circolato tra gennaio 2022 e ottobre 2022 nei Paesi Bassi. Lo studio – secondo quanto ha scovato l’Agenzia sull’Energia e le Infrastrutture, Ageei – ha messo in fila i dati telematici di 125 milioni di viaggi di veicoli di flotte commerciali mettendo a fattore comune anche le ventuali richieste di risarcimento assicurativoo. Secondo la ricerca (condotta da Kevin McDonnell, dal dott. Barry Sheehan, dal professor Finbarr Murphy, tutti del Lero presso l’Università di Limerick, e dalla professoressa Montserrat Guillen dell’Università di Barcellona), i conducenti di veicoli elettrici (EV) «hanno maggiori probabilità di essere coinvolti in incidenti stradali per colpa loro rispetto ai conducenti di auto a benzina e diesel.
Non proprio il massimo considerando la gran cassa mediatica partita negli ultimi anni da autorità (prima fra tutte la Commissione europea, fino all’ultima delle case automobilistica) per convincere milioni di consumatori e automobilisti a convertirsi e mettersi alla guidare di pacchi dai batterie a 4 ruote silenziose quanto costose.
Ma non basta: incrociando i dati aggregati delle richieste di risarcimento assicurativo (e mettendo in colonna i dati dei sensori di bordo, pubblicata sulla rivista Accident Analysis & Prevention), balza all’occhio che solitamente i conducenti di veicoli elettrici e ibridi hanno «comportamenti diversi» rispetto ai conducenti di veicoli tradizionali. Sta di fatto che statisticamente i veicoli elettrici circolanti registrano più “sinistri per colpa” rispetto ai veicoli tradizionali. E come se non bastasse i veicoli elettrici sono mediamente più costosi da riparare del 6,7%.
Secondo il professor Finbarr Murphy – preside esecutivo della Kemmy Business School presso l’Ul e coautore della ricerca – i mezzi elettrici hanno «maggiore probabilità di incorrere in una richiesta di risarcimento assicurativo per colpa di un conducente con meno chilometri». Per di più i danni appaiono solitamente più significativi così come i costi della batteria, i veicoli a energia alternativa sono più rischiosi e hanno un onere di gestione maggiore rispetto a benzina e diesel.
Scavando scavando si scopre (è sempre l’agenzia Ageei la fonte) che non solo le auto elettriche inquinano più di quelle a benzina durante il loro ciclo vitale, ma in caso di incidente, anche lieve come un tamponamento durante un parcheggio con la macchina ferma e spenta, le assicurazioni preferiscono la rottamazione alla tradizionale riparazione. A svelarlo è la Thatcham Research, società di Intelligence sui rischi automobilistici. Con le attuali caratteristiche tecniche le batterie sono garantite dai costruttori per una durata di circa 200mila km. Oltre questa soglia scatta una sensibile riduzione delle prestazioni, con un calo medio dell’autonomia di circa il 10% ogni 500 cicli di ricarica. Dato il costo iniziale, superiore rispetto alle macchine con motore termico, l’acquirente ha necessità di ammortizzare la spesa utilizzandole per il maggior numero di km possibili, ma basta anche un piccolo tamponamento per rischiare di veder annullato l’investimento e di trovarsi costretti a “buttare” l’auto. Questo perché le batterie entrano in modalità protetta a causa dell’urto ed il loro ripristino è complesso. Le case automobilistiche utilizzano telai connessi con le batterie e quindi in caso di danneggiamento del primo, la sostituzione delle seconde è un procedimento complesso e costoso. Un esempio: nel Regno Unito le richieste di indennizzo per i veicoli elettrici sono del 25,5% più costose: un costo medio per le riparazioni superiore del 14%.