la Repubblica, 1 ottobre 2024
Intervista al procuratore D’Avino su Petrolini
Parma – La procura di Parma vuole il carcere per Chiara Petrolini, la studentessa universitaria che nel giro di un anno ha seppellito nel giardino di casa due neonati appena partoriti e che si trova ai domiciliari su disposizione del gip con l’accusa di omicidio. «C’è il pericolo che lo faccia di nuovo, lo dice la legge», sostiene la procura e per questo è stato presentato appello al tribunaledel Riesame di Bologna.Procuratore Alfonso D’Avino, è la seconda volta che chiedete il carcere per Chiara Petrolini. Perché?«La mia procura chiede soltanto l’applicazione della legge».Chiara deve stare in carcere perché è una donna pericolosa che potrebbe commettere altri omicidi?«La pericolosità sociale, intesa come pericolo di commissione di altri reati con violenza personale o della stessa specie, è presunta per legge e nonperché lo riteniamo noi».Non sono sufficienti gli arresti domiciliari?«La legge prevede che per certi tipi di reati, come l’omicidio, ci siano le esigenze cautelari e la misura prevista è il carcere. È la premessa, a meno che il pubblico ministero, prima, o il giudice, dopo, dimostrino che ci sono elementi che fanno ritenere che le esigenze cautelari non ci siano o che il carcere non è necessario. Noi riteniamo che quello che il giudice ha spiegato per dimostrare l’adeguatezza degliarresti domiciliari non sia sufficiente».Può spiegare meglio?«Non siamo d’accordo – come ritiene il giudice – che l’efficacia degli arresti domiciliari venga demandata a un terzo. In questo caso i genitori dell’indagata, cioè proprio coloro che non si erano accorti di cosa avveniva in casa propria».Se il giudice avesse disposto i domiciliari col braccialetto?«Avremmo fatto ricorso comunque perché il presupposto è lo stesso: il braccialetto è una modalità ulteriore di controllo. La legge, per superare quella presunzione di necessità del carcere, richiede che vengano esposti degli elementi di fatto. Noi riteniamo, invece, che quelle del giudice siano argomentazioni e supposizioni».Nel vostro appello puntate anche sul riconoscimento della soppressione di cadavere, reato più grave dell’occultamento. Qual è la differenza?«L’occultamento, dice la Cassazione, è il “celamento” temporaneo, destinato ad essere provvisorio. La soppressione è invece il “celamento” tendenzialmente destinato a non essere mai scoperto. In pratica noi sosteniamo che, come il seppellimento di maggio 2023 non è stato mai scoperto (se non a seguito di indagini mirate dopo oltre un anno), anche il seppellimento di agosto aveva la stessa finalità tanto più che Chiara aveva dichiarato che non aveva intenzione di spostare il corpicino da lì».Chiara Petrolini ha chiesto di essere risentita?«No, in questi giorni no».Le indagini proseguono in quale direzione?«Sicuramente c’è da capire tutto quello che è successo nel primo caso, quello del bambino partorito il 12 maggio 2023. Ci è completamente ignoto. E Chiara non ha riferito nulla di preciso».I genitori di Chiara sono ancora indagati?«Stiamo finendo gli ultimi accertamenti e poi il fascicolo verrà chiuso».Voi pensate che Chiara abbia davvero fatto tutto da sola?«Noi prendiamo atto di quello che emerge dalle indagini. Che dicono due cose: Chiara avrebbe fatto tutto da sola e nessuno avrebbe saputo nulla del suo stato di gravidanza. Per quanto possa sembrare incredibile, questo è quello che emerge dalle indagini».