Corriere della Sera, 1 ottobre 2024
Brontë scritto sbagliato a Westminster
Il cognome di Charlotte, Emily e Anne Brontë – autrici di capolavori ottocenteschi che hanno segnato la storia della letteratura – scritto senza dieresi nella targa commemorativa dell’abbazia di Westminster? Incredibile ma vero. Che il Regno Unito fosse diventato con Boris Johnson (il premier pronto a invadere l’Olanda per prendersi i vaccini covid) una sorta di Repubblica delle banane, confusionaria e inaffidabile, lo sapevamo. Ma che gli inglesi potessero essere stati anche in passato un po’ disattenti alle regole è una vera novità. Rispettarle dovrebbe essere sempre un obbligo, anche se qui si tratta – vorremmo dire «soltanto» – di ortografia. L’unica attenuante per questo clamoroso errore – scoperto ottantacinque anni dopo da Sharon Wright, direttrice della Brontë Society Gazette – è che la targa fu collocata nel Poet’s Corner dell’abbazia londinese l’8 ottobre 1939, un mese dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Tutti avevano altro a cui pensare. Nel settembre 1940 le bombe naziste avrebbero cominciato a seminare distruzione nella città magistralmente raccontata da Graham Greene (con la e finale, meno comune di Green) in Fine di una storia .
La svista è stata corretta. Sarà contento il padre delle sorelle, Patrick Brontë (nato Brunty) che decise il cambiamento forse per celare le proprie origini irlandesi. Rimane la brutta figura. Ve lo immaginate, passando a scrittori novecenteschi, il premio Nobel Heinrich Böll ricordato in Germania senza Umlaut? No, i tedeschi sono (o erano) più precisi.