https://www.storicang.it/a/moda-a-versailles-nel-xviii-secolo_14950, 1 ottobre 2024
La moda a Versailles nel XVIII secolo
In un’occasione l’imperatore d’Austria Giuseppe II d’Asburgo-Lorena affermò che l’intricatissima acconciatura di sua sorella, la regina Maria Antonietta di Francia, era «troppo delicata per sostenere una corona». Si riferiva alla creazione del parrucchiere reale, Léonard, nota come pouf: consisteva in un’altissima parrucca decorata con ogni tipo di adorno. E in effetti l’imperatore d’Austria non era del tutto in torto.
Ritratto di Maria Antonietta eseguito dalla sua ritrattista e amica Louise-Elisabeth Vigée Le Brun verso il 1785, che mostra la regina nello splendore dei suoi giorni di gloria alla corte di VersaillesFoto: Gérard Blot / RMN – Grand PalaisLa passione di Maria Antonietta per la moda attirò sulla regina l’odio e il rancore dei francesi, che la vedevano come una donna frivola e spendacciona. Tuttavia non sarebbe giusto far ricadere su di lei tutta la colpa della passione per la moda che imperava al suo tempo a Versailles. Infatti, già nel XVII secolo, presso la corte francese vigeva una rigida etichetta che stabiliva l’abbigliamento adatto per ogni occasione. Ad esempio, durante gli ultimi anni di regno di Luigi XIV prevalsero gli abiti austeri e di colori scuri, un riflesso del rigore mentale che l’anziano monarca volle imporre alla corte. Ma alla sua morte tutto cambiò: uomini e donne misero da parte i toni severi, come il nero e il marrone, per preferirne altri decisamente più vivaci.
Invece del panno si introdussero tessuti sontuosi come il velluto, la seta o il broccato e linee degli abiti femminili divennero più vaporose e seducenti. Questa nuova eccentricità era il riflesso di un cambio culturale più ampio, la transizione dal barocco al rococò. Quest’ultimo fu un periodo caratterizzato dallo spirito esuberante ed eccessivo che invase Versailles e Parigi e che da lì conquistò le altre corti europee.
La moda femminileNel XVIII secolo ogni dama sognava di impressionare la corte con il proprio abito, ma la missione era tutt’altro che semplice e la concorrenza spietata. Le rigide norme della corte di Versailles non permettevano alle signore di indossare per due volte un abito identico e imponevano di apportare modifiche al vestito originale se si voleva riutilizzarlo. Il successo degli abiti femminili impegnativi portò a un ritorno in voga di gonne molto ampie, sostenute da una struttura interna. Il guardinfante, segno distintivo della moda spagnola del XVII secolo e pensato inizialmente per proteggere il ventre delle donne in gravidanza, nel XVIII secolo venne reinterpretato. Passò a chiamarsi panier, letteralmente “cesta” in riferimento alla forma di cesta invertita che prendeva la gonna.
La “robe à la française” del XVIII secolo consisteva in un vestito composto da tre parti: la giacca aperta sul davanti, la gonna e il corpetto. 1760. Museo d’Arte di Los AngelesFoto: Scala, FirenzeLa “robe à la française” del XVIII secolo consisteva in un vestito composto da tre parti: la giacca aperta sul davanti, la gonna e il corpetto. 1760. Museo d’Arte di Los Angeles
Il panier – noto in italiano come pannier – poteva raggiungere dimensioni considerevoli, finanche 5 metri di diametro. Era un capo che causava continui inconvenienti alle signore, costrette a passare attraverso le porte una alla volta o a sedersi di fronte in carrozza. A differenza del guardinfante spagnolo, il panier spostava l’attenzione degli ammiratori sui fianchi delle donne, risaltandone la silhouette. Sempre a questo scopo, nel XVIII secolo era d’obbligo l’uso del corsetto, che elevava il busto, migliorava il portamento e assottigliava la cintura. Si allacciava con dei nastri o delle stringhe sulla schiena, e di conseguenza le nobildonne avevano bisogno di aiuto per vestirsi. Riguardo all’intimo, di solito le signore indossavano una camicia di tela leggera lunga fino alle ginocchia e un sottogonna che andava dalla cintura alle caviglie.
Gli abiti, sia maschili che femminili, si adornavano con pizzi e merletti, preferibilmente Chantilly di Bruxelles
La variante più conosciuta di questo tipo di moda di corte fu il cosiddetto robe à la française, vestito “alla francese”, che si affermò in Francia nel 1740 grazie a Madame de Pompadour, la favorita di re Luigi XV. Era caratterizzato da una gonna meno esagerata rispetto agli abiti anteriori, e inoltre conferiva una maggiore libertà di movimento. Madame de Pompadour rese popolari anche i volant e i nastrini, nonché l’abitudine di mettere in risalto il collo con un nastro di velluto ornato da fiori o gioielli. Gli abiti – sia maschili che femminili – venivano adornati da pizzi e merletti, preferibilmente Chantilly o di Bruxelles, perché più morbidi e facili da lavorare. Le calze, di seta o di cotone, erano sorrette da giarrettiere di pizzo o di seta ricamata.
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Informalità e vanitàIntorno al 1760 si introdussero a corte degli abiti femminili leggermente più formali. Uno di questi era noto come la robe à la polonaise, il vestito “alla polacca" caratterizzato da una donna rigonfia sul didietro che poteva arricciarsi grazie a un nastro. Era leggermente più corto del vestito alla francese e lasciava intravedere il sottogonna e le caviglie, rendendo più agevole il camminare.
Un altro tipo di abito che ebbe la sua dose di popolarità in Francia fu la robe à l’anglaise, il “vestito all’inglese”, esempio del crescente gusto per tutto ciò che era britannico tra le classi benestanti francesi. L’abito includeva elementi ispirati alla moda maschile, come ad esempio la giacca corta con ampi risvolti e maniche lunghe che ricordava la redingote, un capo a metà tra un mantello e un cappotto.
’Franklin alla corte di Francia, 1778. Maria Antonietta e Luigi XVI sono seduti sulla destra; Benjamin Franklin, con un abbigliamento decisamente più sobrio rispetto al resto, si trova al centro della salaFoto: The Granger Collection, New York / Cordon PressNon perderti nessun articolo! Iscriviti alla newsletter settimanale di Storica!
Ma il vero tocco finale era dato dagli accessori. In tutte le cerimonie ufficiali le donne erano obbligate a indossare i guanti per coprire mani e braccia. Solo in estate potevano indossare delle miteinas, o guanti a mezze dita. Gli uomini d’altro canto indossavano i guanti solo in viaggio. Ma solo un accessorio era veramente fondamentale per ogni dama che varcasse la soglia della reggia di Versailles: il ventaglio. L’ambiente licenzioso della corte di Versailles aveva reso necessario lo sviluppo di un linguaggio di seduzione fatto di gesti e occhiate più che di parole: il ventaglio giocava un ruolo chiave negli scambi di sguardi e sorrisi. D’altra parte bisogna tenere presente che questo accessorio non era prerogativa esclusiva delle signore: anche gli uomini erano soliti utilizzarlo, in versioni più sobrie, soprattutto nelle grandi cerimonie.
Stilista famoseMa non tutto ciò che circondava la moda nella Francia del XVII secolo era frivolo: al contrario, intorno all’abbigliamento nacque un’importante industria tessile, erede delle politiche protezionistiche di Jean-Baptiste Colbert, il celebre ministro di Luigi XIV. A Lyon nacque così una rampante industria della seta e i progressi tecnici nell’ambito dei colori favorirono la creazione di numerose fabbriche di calze, cappelli e biancheria. Basti pensare che l’azienda tessile di Christophe-Philippe Oberkampf, a Jouy-en-Josas (Yvelines), nel 1774 annoverava 900 operai. Gli imprenditori e i lavoratori dell’epoca seppero approfittare del momento, preparando la Francia, e in particolare Parigi, per ricoprire il ruolo di capitale della moda europea durante il XIX e il XX secolo.
Tra i professionisti della moda francese del XVIII secolo bisogna ricordare Marie-Jeanne Bertin, conosciuta come Rose Bertin (1747-1813). Pioniera dell’haute couture francese, aprì il suo negozio d’abbigliamento a Parigi nel 1777 e in pochissimo tempo divenne la stilista preferita dell’aristocrazia. La sua consacrazione definitiva avvenne quando la duchessa de Chartres le presentò Maria Antonietta. La regina, entusiasmata dai suoi modelli, aprì per lei una sartoria a Versailles, dove Rose, nota come la «ministra della moda» creò modelli nuovi per la regina, come il denominato Grand habit de cour.
Ventaglio rococò del 1730. Museo Czartoyski, CracoviaFoto: BridgemanLa sua vicinanza alla sovrana le conferì fama internazionale e i suoi vestiti iniziarono ad essere esportati nelle corti europee: Londra, Venezia, Vienna e Lisbona, per citarne alcune. Bertin aveva finanche creato delle bambole abbigliate con i suoi vestiti che si collezionavano o piuttosto venivano usate come manichini, una sorta di catalogo in tre dimensioni grazie al quale le donne di mezza Europa potevano commissionare alla stilista un vestito degno della regina Maria Antonietta di Francia.