Corriere della Sera, 30 settembre 2024
La noia di Luna Rossa in tv
Lo dico? Sì, lo dico, pronto a subire la riprovazione dell’intera Italia marinara. Questa Louis Vuitton Cup mi annoia profondamente, è totalmente priva di fascino. Sullo schermo televisivo è solo un videogame, a riprova che ormai il mondo virtuale non rappresenta solo il divertimento dei nerd ma un aspetto della nostra vita quotidiana. Dal vero, sono aliscafi mossi da energia rinnovabile: al posto delle vele potrebbero issare pale eoliche. L’effetto sarebbe uguale (Mediaset e Sky Sport).
«Non giudicar la nave stando a terra», dice un vecchio proverbio. Lo so, sono nato in campagna, non ho mai frequentato il centro velico di Caprera, ma non sono qui a teorizzare lo zen e l’arte della vela. Conosco un po’ di letteratura marinaresca e l’epica dei grandi velieri per apprezzare i racconti di Herman Melville o di Joseph Conrad, per sapere che è una vocazione, quella del marinaio, nella quale si devono fare i conti con l’ignoto, da affrontare con coraggio e perizia, ma anche con un filo di rassegnata disperazione.
Le vele hanno sempre posto di fronte a sé destini esistenziali, sia che affrontino le tempeste che scuotono le imbarcazioni sia che subiscano le bonacce che le inchiodano senza scampo a un mare immobile come uno specchio. Conosco bene alcuni film come Il vecchio e il mare, Ammutinamento sul Bounty, Master and Commander, solo per citarne alcuni, dove le vele e soprattutto i marinai che le governano svolgono un ruolo fondamentale. Mi viene in soccorso il grande Cino Ricci: «Queste non sono barche, sono rospi: dovrebbero trovargli un altro nome. Le mie barche, invece, erano cigni, non solo Azzurra. La mia vela aveva i protagonisti, oggi ci sono i sistemi idraulici. Sotto il casco a Barcellona non vedi nemmeno le facce dei velisti: come fai a innamorarti? È diventato un altro sport».
E poi ci sono quei ciclisti che pedalano come su un pattino («e come l’anno scorso, sul mare col pattino, vedremo gli ombrelloni lontano lontano...»), la cosa più ridicola che il mondo velico ci abbia offerto fino ad ora. Pedale per pedale, ieri ho preferito seguire i Mondiali di ciclismo Zurigo 2024.