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 2024  settembre 29 Domenica calendario

Le lettere di Winston Churchill

Londra – I suoi discorsi sono diventati proverbiali: «L’ora più buia», «Sudore, lacrime e sangue», «Una cortina di ferro è scesa da Stettino a Trieste». I suoi libri gli hanno fatto vincere il premio Nobel per la letteratura. Ma Winston Churchill scriveva così bene che anche le sue lettere sono capolavori. Adesso la corrispondenza di uno dei grandi protagonisti del ventesimo secolo è stata raccolta in un volume, Privata e confidenziale, la vita attraverso le lettere ad amici e familiari, pubblicato in Italia da Utet. «Churchill era un avventuriero, un egoista impaziente, un leader macchiato da innegabili errori, ma a un certo punto è riuscito a salvare il nostro mondo», osserva nella prefazione Michael Dobbs, membro della camera dei Lord e autore di House of Cards, la trilogia di thriller politici da cui è tratta l’omonima serie televisiva. «Lo ha fatto tanto con le azioni quanto con le parole, e la sua padronanza della lingua è evidente anche in queste lettere, dalle quali emerge il vero Winston, lo scolaro ostinato, il soldato coraggioso, il marito affettuoso, il comandante risoluto». In un’epoca in cui la comunicazione scritta era una necessità essenziale quanto oggi i telefonini, i suoi messaggi privati si leggono come un picaresco romanzo autobiografico.
Tredicenne, scongiura la madre di portarlo al Circo Barnum: «Voglio vedere Buffalo Bill. Sarò molto deluso se non ci andiamo. Deluso non è la parola, sarò infelice e non crederò mai più alle tue promesse». Ad Harrow, severa boarding school, si lamenta in una lettera al giornale della scuola: «Le aule sono carenti. In alcune la luce è dispensata con parsimonia. In altre, il vento ha libero accesso da ogni dove» . Quindi si iscrive a Sandhurst, celebre accademia militare: «Ieri sono uscito a cavallo con un ragazzo di Eton (altra famosa scuola privata, ndr)» , racconta ai genitori. «Eravamo al gran galoppo quando gli si è allentata la sella ed è caduto battendo la testa. L’ho rianimato meglio che ho potuto con brandy e acqua» . Nel 1895, a 21 anni, durante una licenza visita per la prima volta l’America: «Questo è un grandissimo Paese» , scrive al fratello Jack «Non grazioso o romantico, ma pratico e funzionale. Sembra che non esistano cose come la reverenza o la tradizione. Un popolo giovane e forte».
Di ritorno da una battaglia in cui ha rischiato la pelle, osserva con tipico understatement: «La mia vita è stata gradevole ma mi dispiacerebbe lasciarla» . E poi: «Ho cavalcato lungo la linea del fronte mentre gli altri erano sdraiati a terra. Stupido, forse, ma quando hai un pubblico non c’è atto troppo ardimentoso» . Nel 1898, dopo una battaglia in Sudan, scrive al colonnello: «Non rivedrò mai più una scena del genere. Quarantamila uomini schierati contro di noi. Quando con la mia piccola pattuglia abbiamo sentito le loro canzoni di guerra, ci siamo sentiti piuttosto soli. Mi sono messo al trotto, sono andato verso i nemici, sparandogli in faccia con la pistola e uccidendone diversi. Immagino siano stati i due minuti più pericolosi della mia vita». Nel 1909, entrato in parlamento, sposato con Clementine, scrive alla moglie gelosa: «Carissima, mi preoccupa che tu nutra sospetti così folli, disonorevoli per l’amore e la lealtà che ti porto. So che derivano dall’intenso amore che hai per me e perciò mi fanno tenerezza. Ma allo stesso tempo mi opprimono, perché non amerò mai nessuna se non te». Vede arrivare la Prima guerra mondiale: «Tutto tende verso la catastrofe, Dio protegga noi e quello che siamo riusciti a costruire». Scoppiato il conflitto, al comando di un battaglione di fucilieri, prega la consorte di mandargli «due bottiglie del mio vecchio brandy e una di brandy alla pesca ogni dieci giorni». Gli alcolici hanno un ruolo importante nella sua vita: «Non si deve più comprare champagne» , scrive alla moglie nel 1926, preoccupato per le spese di intrattenimento: «A pranzo o a cena offrire solo vino. E io devo ridurre i sigari a quattro al giorno». Si preoccupa per il comunismo in Russia, «gli estremisti possono costringere la maggioranza a comportamenti violenti», e per il nazismo in Germania: «La guerra può essere meglio della vergogna», dice del vergognoso accordo del 1938 a Monaco fra il primo ministro britannico Neville Chamberlain e Hitler. Ma nel 1940, nominato premier dal re, scrive proprio a Chamberlain: «Caro Neville, la prima cosa che faccio di ritorno da Buckingham Palace è esprimerti la mia gratitudine per avere promesso di starmi accanto e di aiutare il Paese in questo grave momento». L’anno dopo, in un messaggio al presidente Roosevelt, dopo che lo ha convinto a entrare in guerra: «Se è possibile, bruci subito questa lettera. Tutto l’argomento è segreto, ne va della sicurezza di entrambi». In mezzo al dramma, non perde il senso dell’umorismo, così rispondendo al duca del Devonshire che gli ha regalato un leone: «Mio caro Eddie, mi farà piacere diventarne proprietario, a condizione che non debba essere io a nutrirlo» . Dieci giorni dopo lo sbarco in Normandia, i suoi rapporti con il generale De Gaulle non sono idilliaci e allora gli scrive: «Caro generale, nutrivo grandi speranze che avremmo collaborato. Mi addolora che non si siano realizzate. Sono un amico sincero della Francia. Ora mi resta soltanto la speranza che questa non sia l’ultima occasione» . Poi, nel dopoguerra, è fra i primi a capire l’importanza di opporsi a Stalin: «Mio caro Ike», scrive nel 1956 al presidente americano Eisenhower, «se non agiamo subito in armonia, non è esagerato dire che vedremo l’Europa occidentale alla mercé dei russi». Parole profetiche, che valgono ancora.
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da Winston a Neville Chamberlain, 20 OTTOBRE 1940, LONDRA

Mio caro Neville, 
Spero davvero che tu te la passi bene e che trovi ristoro nel riposo. Le settimane a Londra sono diventate molto pesanti adesso con la pressione degli affari e le nostre numerose riunioni da organizzare tra preallarmi e allarmi continui. Al numero 10 abbiamo rischiato per un pelo due incidenti con bombe ad alto esplosivo. Sono cadute nel cortiletto accanto al passaggio per il Tesoro, una nell’angolo e l’altra sul Tesoro; la prima ha ucciso una persona e ne ha ferito due, la seconda ha ucciso quattro persone, tra cui due importanti funzionari che prestavano servizio nella guardia territoriale. L’effetto di queste esplosioni è stato di mandare in frantumi tutte le nostre finestre, porte eccetera dalla parte esposta, e rendere inabitabile la maggior parte della casa. Ma la stanza del consiglio è intatta, e al momento vado avanti nelle stanze a piano terra prima utilizzate dai segretari che provvedevano alla corrispondenza. L’altra notte ho sentito un uomo della guardia territoriale osservare: «È una vita da sogno, se non ci indeboliamo». I tedeschi hanno fatto un errore terribile concentrandosi su Londra, con sollievo delle nostre fabbriche, e nel cercare di spaventare una popolazione che hanno solo fatto infuriare. Spero molto nel futuro, e che li logoreremo e li spezzeremo. Ma ci vorrà parecchio tempo.Trasmetti i miei migliori saluti alla signora Neville, sempre tuo, 
(Firmato) Winston S. Churchill 

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da Winston a Clementine, 17 AGOSTO 1944, NAPOLI

Tesoro mio, 
Abbiamo avuto un periodo intenso ma incantevole da quando siamo arrivati qui. Hanno preparato per noi una foresteria molto confortevole, ex villa di un ricco fascista che ora è in campo di prigionia. I pochi giorni che abbiamo trascorso a Napoli sono stati allietati da una piacevole gita all’isola di Ischia il primo giorno, e il secondo a Capri. La Grotta azzurra mi è parsa meravigliosa. In totale abbiamo fatto quattro bagni, che mi hanno fatto tutto il bene del mondo. Mi sento davvero ricaricato e sono molto meno stanco di quando sono partito dall’Inghilterra. Il 14 con due del mio gruppo ho preso un aereo per Ajaccio. Ti ricordi quando ci siamo andati a vedere la casa di Napoleone nel 1910? Sono salpato su un cacciatorpediniere, portando con me due importanti americani che erano arrivati all’ultimo minuto e non avevano niente da fare. Per il viaggio ci vogliono cinque ore, e un po’ dopo l’una ci siamo ritrovati in un immenso assembramento di navi disseminate lungo 30 chilometri di costa, con la povera Saint- Tropez al centro. Abbiamo attraversato tutto il fronte e visto il panorama delle belle coste, con il fumo che saliva dai molti incendi innescati dai bombardamenti e il fumo artificiale emesso dalle truppe di sbarco e i veicoli da sbarco tirati a riva. Se rifletti su quello che ho detto in diverse occasioni riguardo alle questioni strategiche, capirai che le operazioni di Eisenhower sono state un diversivo per lo sbarco e non il contrario, come pensavano i capi di stato maggiore americani. Se avessi potuto fare a modo mio, le armate ora sulla spiaggia a 600 chilometri da Parigi sarebbero arrivate a Saint- Nazaire in una settimana circa, allargando notevolmente il fronte della nostra avanzata e dandoci una certa sicurezza rispetto ai movimenti tedeschi a est di Parigi Che eventi fatidici stanno avvenendo in Francia! Le operazioni Ike (Eisenhower, ndr) – Monty (Montgomery, comandante in capo britannico, ndr) sembrano essere la più grande battaglia della guerra e potrebbero portare alla distruzione del potere tedesco in Francia. Non ho dubbi che raggiungeremo una buona conclusione, ma capirai che la vita non è molto facile.Spero di porre rimedio a tutto. Con tenero amore 
Il tuo sempre amorevole marito W