Corriere della Sera, 29 settembre 2024
L’influenza per i maschi è davvero più «pesante»?
Gli americani la chiamano «man flu», influenza maschile: i social traboccano di video e meme che prendono in giro gli uomini per le loro reazioni esagerate quando contraggono anche solo un banale raffreddore. Secondo il classico stereotipo, mentre l’uomo giace mezzo moribondo con in mano il suo pacchetto di fazzoletti, la sua compagna, anche lei con il naso che cola, continua a lavorare da casa, fa le faccende domestiche, cucina e si prende cura dei figli piccoli e naturalmente anche di lui, il maschio malato.
La «man flu» è persino una voce inclusa nel Cambridge Dictionary ed è così descritta: «una malattia come un raffreddore, che non è grave, ma che la persona che ne è affetta vive e descrive come grave, solitamente quando questa persona è un uomo».
Naturalmente l’influenza maschile non è una malattia diagnosticabile ed è chiaro che non tutti gli uomini diventano lamentosi per un semplice raffreddore. «Nella mia esperienza clinica non ho mai notato differenze» precisa il professor Dario Manfellotto, del Dipartimento di Emergenza e Medicina Interna, Ospedale Isola Tiberina, Gemelli-Isola di Roma.
Tuttavia, il tema incuriosisce la scienza da anni e alcuni ricercatori si sono posti la domanda se esista una base biologica che possa giustificare la reazione alla malattia, apparentemente esagerata, di alcuni uomini.
Il dibattito ha preso il via nel 2017 con la pubblicazione sul British Medical Journal di uno studio intitolato «La scienza dietro la man flu» a firma di Kyle Sue, medico canadese che cita una serie di dati scientifici a sostegno del fatto che gli uomini potrebbero effettivamente manifestare sintomi più gravi rispetto alle donne. E quindi andrebbero giustificati, perché dietro al lamento ci sarebbe una spiegazione.
Il punto di partenza è che gli uomini avrebbero in generale un sistema immunitario più debole rispetto a quello delle donne e maggiori probabilità di contrarre infezioni gravi.
«Questo è un aspetto che abbiamo potuto osservare durante la pandemia da Covid, con gli uomini che avevano un tasso di ospedalizzazione e mortalità più elevati» dice Manfellotto, che è anche presidente della Fondazione Fadoi (Federazione degli internisti ospedalieri). Ma il quadro è meno chiaro con altre infezioni come l’influenza dove i dati sono più variabili.
Alcuni scienziati lo spiegano con fattori comportamentali: in linea del tutto generale le donne sembrano essere più propense a mettere in pratica misure protettive (come lavarsi le mani, indossare le mascherine ed evitare luoghi affollati) mentre gli uomini tendono a seguire con maggiore frequenza cattive abitudini come fumare o bere alcolici e sono di solito più restii a rivolgersi a un medico quando non si sentono bene.
Anche gli ormoni sessuali sembrano avere un ruolo importante. Kyle Sue ha riferito di studi sui topi che evidenziano come il testosterone sembri ridurre il funzionamento di alcune cellule del sistema immunitario e la difesa dalle infezioni virali; al contrario gli estrogeni, in particolare l’estradiolo, sembrerebbe potenziarlo. «In altre parole, gli ormoni sessuali femminili sarebbero immunoprotettivi, mentre quelli maschili sarebbero immunosoppressivi. Ma gli studi sono limitati, si tratta soltanto di ipotesi e vi sono poche conferme scientifiche» sottolinea Dario Manfellotto.
Diversi geni che regolano il sistema immunitario si trovano sul cromosoma X. «Questa è un’altra delle tante spiegazioni formulate – afferma Manfellotto – perché possedere due X, come le donne, potrebbe spiegare un sistema immunitario più potente, efficace e, in qualche modo migliore». Un piccolo studio su neonati pretermine ha mostrato che i maschi sembrano essere più suscettibili alla sepsi a causa di un sistema immunitario innato di difesa meno valido. Ma i dati sono limitati.
Altre teorie, giudicate anti-maschiliste, chiamano in causa l’evoluzionismo e la procreazione. Secondo queste idee, mentre l’uomo limiterebbe il suo contributo all’evoluzione della specie all’atto sessuale, la donna deve essere più forte per portare avanti la gravidanza e occuparsi della prole.
Ma quindi gli uomini hanno davvero influenze peggiori delle donne? In realtà le cose non sembrano così scontate. Le ricerche sull’immunologia mostrano come una risposta immunitaria più forte porti a sintomi più gravi, almeno durante la patologia lieve. Febbre, stanchezza e congestione durante la malattia sono causate dalla risposta dell’organismo all’infezione. Diversi studi sulla vaccinazione antinfluenzale suggeriscono che le donne rispondono in modo più efficace al vaccino, producono anticorpi in modo più efficiente, ma riferiscono più frequenti sintomi e reazioni locali generali.
È noto che quanto più è vivace la risposta immunitaria, tanto maggiori sono i sintomi generali dell’infezione.«L’uomo, che questa narrazione sull’influenza maschile dice si lamenti di più, ha una risposta alle infezioni più o meno efficace? Difficile dirlo. Fattori genetici, epigenetici, ormonali e ambientali contribuiscono alle differenze tra i due sessi, ma la loro interazione è solo parzialmente conosciuta. Per ora l’esistenza della “man flu” appare qualcosa di aneddotico e non supportata da dati scientifici solidi».