Corriere della Sera, 29 settembre 2024
Micheal Douglas e Catherine Zeta-Jones
In una puntata della prima stagione de Il metodo Kominsky (serie tv che è un piccolo gioiello, disponibile su Netflix), Michael Douglas – nei panni di un attore un tempo famoso, ora un po’ spiantato —, spiega al suo grande amico Norman (interpretato da Alan Arkin) come mai sia finita la storia con la sua ultima, giovane fiamma: «Non avevamo molti argomenti in comune, ha la metà dei miei anni». Ma l’amico lo trancia: «La metà dei tuoi anni è comunque vecchia».
Quella serie, in cui Douglas – sex symbol assoluto degli anni Ottanta – di fatto racconta, pur con molta ironia, come sia invecchiare, problemi di prostata inclusi, per chi è quasi obbligato ad apparire sempre giovane e in forma, ha più di un accenno autobiografico. Ma non dal punto di vista sentimentale, perché il divo, assieme a Catherine Zeta-Jones, rappresenta una delle coppie più solide e longeve di Hollywood, nonostante i 25 anni di età che li dividono.
Eppure, proprio il 25 sembra essere il numero del loro amore: non solo sono nati entrambi il 25 settembre (del 1944 lui, del 1969 lei), ma si sono conosciuti anche in quella stessa data al Deauville Film Festival, in Francia, dove l’attrice presentava il film La maschera di Zorro mentre Douglas Delitto perfetto.
Fu un clamoroso colpo di fulmine e da allora, ogni anno, i due festeggiano insieme quel 25 settembre, compleanno al quadrato e, in qualche modo, anche anniversario. Quest’anno però per l’attore serviva un regalo davvero speciale, avendo soffiato su 80 candeline. C’è chi riceve un orologio, Zeta-Jones aveva pensato a delle palline da golf salvo poi condividere con i quasi sei milioni di persone che la seguono su Instagram un suo ritratto in cui appare nuda ad eccezione delle scarpe col tacco che indossa, definendosi la «seconda opzione».
«Eccomi nel mio vestito di compleanno», ha scritto. Aggiungendo: «Dopo 25 anni in cui condivido il giorno del mio compleanno con mio marito, non ho più molte idee per il regalo...». Uno scatto che esalta la bellezza che folgorò il divo, al punto che, poco dopo averla vista, disse: «La voglio sposare e voglio diventare il padre dei suoi figli». Detto fatto. E, al netto di una crisi nel 2013 che li allontanò per qualche mese, sono entrambi ancora qui, uniti, a scambiarsi pensieri e auguri.
Ma se il regalo per questi 80 anni non poteva certo essere una cravatta, anche la canzone per festeggiarli non doveva essere da meno: sempre in un video condiviso sui social l’attrice ha dedicato l’arcinota Happy birthday to you al marito (che filmava) intonandola però assieme a Bono, leader degli U2.
Inizia così, quindi, questo nuovo capitolo della vita del divo dalle tante esistenze, la prima delle quali incisa nella recitazione: figlio d’arte sia per via del padre Kirk Douglas, che della madre, l’attrice britannica Diana Dill, ha presto deciso che il cinema sarebbe stata anche la sua strada, nonostante il parere contrario in particolare del papà.
Non gli diede retta ed andò bene quasi subito, scegliendo ruoli vari e intensi, capaci di segnare l’immaginario pur con pennellate dai colori completamente diversi.
Tanti ruoli, alcune icone. Una fra tutte: Gordon Gekko. Lo spietato squalo di Wall Street (che è poi anche il nome del film diretto da Oliver Stone), devoto solo al denaro. La sua interpretazione è una di quelle che sono sottolineate con l’evidenziatore nel grande libro della storia del cinema e grazie a essa vinse un Oscar come miglior attore oltre a un Golden Globe, un David di Donatello e un Nastro d’argento.
Fu poi un marito oltre la crisi di nervi nel cult La guerra dei Roses, diretto dal suo amico Danny DeVito (fu lui, quel famoso 25 settembre, a presentargli poi Zeta-Jones) e un innamorato appassionato in film come Basic Instinct di Paul Verhoeven, con Sharon Stone e Attrazione fatale, al fianco di Glenn Close.
Ruoli che contribuirono ad alimentare la sua fama di seduttore, diventata in realtà una vera e propria patologia quando, negli anni Novanta, venne resa nota la sua dipendenza dal sesso.
Per via dei suoi numerosi tradimenti finì il matrimonio con la prima moglie, la produttrice Diandra Luker, concluso con molto dolore e un assegno da 45 milioni di dollari. Superare la dipendenza dal sesso non fu una passeggiata, e proprio l’amore con Zeta-Jones lo aiutò.
Lo stesso accadde quando, nel 2010, disse di avere un tumore alla gola: per affrontare le cure e la malattia Douglas perse moltissimi chili, mostrandosi, per la prima volta, fragile. Ma è stata un’altra battaglia vinta, capace di lasciare in regalo all’attore la voglia di migliorarsi e migliorare. Più che mai negli ultimi tempi, Douglas si è impegnato in campagne umanitarie (di recente è tornato da un viaggio in Ucraina). «Il cancro mi ha reso un uomo libero – aveva detto —. Ora non mi importa più di quello che pensa la gente: vivo uno dei momenti più felici della mia vita».