La Stampa, 28 settembre 2024
Inchiesta sull’aborto: in italia sempre meno garantito
Ci sono le lettere della Cgil a regioni come Lazio, Puglia, e Umbria dove l’aborto è un continuo salto tra ostacoli. Ci sono i sondaggi che dimostrano come anche gli italiani che votano a destra considerino l’interruzione di gravidanza un diritto irrinunciabile. E c’è la battaglia europea a rendere questo 28 settembre, giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro, un momento di lotta collettiva. Da Berlino a Roma, a Praga e a La Valletta, oltre mille volontarie e volontari si sono uniti nella più grande raccolta firme in Europa per i diritti riproduttivi. È la campagna «My Voice My Choice» di cui l’Associazione Luca Coscioni è promotrice in Italia. L’obbiettivo è di raccogliere un milione di firme per chiedere alla Commissione Europea e ai nuovi membri del Parlamento Europeo di proteggere i diritti all’aborto in Europa. L’iniziativa, promossa da oltre 200 organizzazioni in Europa (di cui 30 in Italia) è diventata la più rapida petizione alle istituzioni europee nella storia. Con oltre 580 mila firme raccolte da aprile, ha superato le soglie minime di firme in ben 10 Stati membri. L’Italia è vicina al raggiungimento del tetto di 53 mila firme necessario, conta di raggiungerlo in questo fine settimana di mobilitazione in occasione del 28 settembre. «Sono oltre 80 gli eventi organizzati in Italia in sole 2 settimane. È un risultato importante per il diritto all’autodeterminazione individuale, verso la creazione di una coalizione internazionale per un’Europa dei diritti e delle libertà, in alternativa all’Europa “Dio, Patria e Famiglia” che alcuni vorrebbero imporre», avverte Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, che ha sostenuto l’iniziativa. La campagna «My Voice My Choice» punta a istituire un meccanismo di finanziamento specifico dedicato a garantire a tutte le donne e le persone dell’Ue l’accesso ai servizi di aborto e all’assistenza sanitaria riproduttiva. Il fondo dell’Ue sosterrebbe le persone nei Paesi in cui l’aborto non è disponibile, come in Polonia e a Malta, e in cui non è gratuito, come in Austria e in Germania, nonché nei Paesi in cui l’aborto è legale ma non facilmente accessibile, come ad esempio in Croazia e in Italia. Inoltre, il programma sosterrebbe le donne delle comunità emarginate che in alcuni Paesi non hanno accesso all’assicurazione sanitaria e a cure abortive sicure. «È importante che ci sia un’iniziativa europea – spiega Cappato –. L’opinione pubblica non è disposta a tornare indietro sui diritto ma i sostenitori del “Dio, Patria e Famiglia” si stanno organizzando a livello internazionale, quindi se ci si limita a mantenere la battaglia all’interno dei confini nazionali si rischia di seguire strategia perdente nel lungo periodo». E non bisogna accontentarsi delle promesse più volte ripetute da parte di diversi esponenti di governo di non toccare la legge 194, prosegue Cappato.
«Sarebbe un errore accontentarsi dello status quo perché si rischiano passi indietro come dimostra quello che sta accadendo negli Stati Uniti. Quindi non basta trincerarsi nella difesa di quello che già c’è, ma si deve avere il coraggio delle proprie idee migliorando la 194 sia nell’applicazione pratica che nella modifica di alcune regole imposte dalla legge».Le affermazioni di Cappato si basano su diverse analisi che confermano le idee degli italiani in fatto di aborto. In base a un’indagine realizzata la scorsa primavera da SWG per l’Associazione Luca Coscioni, per esempio, risulta che il 75% del campione intervistato è favorevole all’aborto. Di questo, la quasi totalità (il 90%) ritiene che la legge attualmente in vigore sia da migliorare. In particolare, a essere favorevole all’aborto è il 64% tra chi vota il partito di Giorgia Meloni, il 71% tra chi vota Lega e il 74% tra chi vota Forza Italia. Per la maggior parte degli italiani la 194 è da modificare: solo per il 12% in senso più restrittivo, per il 69% in modo migliorativo, in termini di accesso alla interruzione volontaria di gravidanza e tutela al diritto all’autodeterminazione e alla salute. Anche in questo caso le percentuali tra chi vota i partiti di governo sono molto diverse dalle affermazioni degli esponenti di maggioranza: chiedono un cambiamento in modo migliorativo il 62% degli elettori di FdI, il 61% di Lega e Fi. In particolare, secondo chi si augura un’evoluzione della legge 194 (il 55% degli italiani) occorre agevolare l’interruzione di gravidanza farmacologica, permettendo l’autosomministrazione del secondo farmaco, il misoprostolo, e ove possibile a domicilio, come avviene nel resto del mondo. La pensa così anche il 49% del popolo di Fratelli d’Italia, il 48% di quello della Lega, e il 65% degli elettori Forza Italia.Un’area di miglioramento comunemente intesa riguarda anche la gratuità della contraccezione per tutti: lo chiede il 35% (43% FdI, 38% Lega, Fi 29%) insieme a un migliore accesso alla tecnica, necessario per il 45% degli italiani (FdI 42%, Lega 48%, Fi 52%).