Libero, 28 settembre 2024
Il presidente di Haiti (che all’Onu beve dalla caraffa)
Un vassoio d’acqua scambiato sovrappensiero per un bicchiere e usato come tale, con inevitabile versamento addosso. È la gaffe di cui è stato vittima il presidente del Consiglio di transizione di Haiti Edgar Leblanc Fils all’Assemblea generale dell’Onu, mentre ascoltava le domande dei giornalisti, e si è appunto servito direttamente con il contenitore più grande che si trovava sul podio. In realtà sono cose che possono capire a tutti, specie in momenti topici, ed essendo acqua il danno concreto è stato minimo: giusto il tempo di asciugare. Ma purtroppo per lui nell’epoca dei Social il video è diventato virale, ed ha avuto un effetto evidentemente controproducente per le almeno tre questioni importanti che era venuto a portare avanti davanti alle Nazioni Unite.
Prima di tutto, c’era la richiesta del riconoscimento del “debito morale e storico” della Francia, che nel 1825 per riconoscere la indipendenza della sua ex-colonia e minacciando se no una invasione chiese il pagamento di una somma colossale, oggi stimata nell’equivalente di 150 miliardi di dollari, e che finì di essere pagata solo nel 1947. Forse è eccessiva la recriminazione che quel salasso sia stato all’origine della povertà di Haiti, ma è vera l’asserzione di Leblanc Fils che nessun altro Paese ha mai dovuto pagare per la sua indipendenza, e tutto sommato tra tante richieste di risarcimento per il passato che oggi impazzano questa non è delle più cervellotiche. C’è poi una emergenza che ad Haiti dura dal 2018, che dal 24 maggio 2020 è degenerata in una guerra civile interminabile di almeno una trentina di bande armate, tra di loro e contro le autorità, che è culminata il 7 luglio 2021 nell’assassinio del presidente eletto Jovenel Moïse da parte di un complotto per cui sono stati accusati sia la vedova che l’ex-primo ministro Claude Joseph, e per risolvere la quale è intervenuta una missione Onu con la partecipazione di 18 Paesi, e in cui sono una componente importante 600 poliziotti kenyani. Il punto però è che altre simili operazioni Onu c’era state nel 1993-96, con un ruolo gui
da degli Usa, e nel 2004-17, con un ruolo guida del Brasile. Sorge evidentemente in molti la sensazione che, responsabilità o no francesi nel 1825, Haiti sia irrecuperabile.
Appunto, Leblanc Fils non è il presidente eletto ma un leader ad interim, in attesa che si possano fare nuove elezioni. A parte quasi 5000 morti, la crisi ha provocato 700.000 sfollati, la cui ondata ha creato evidentemente disagi in varie aree degli Stati Uniti: anche al di là di quella storia degli haitiani che mangiavano i gatti di Springfield, che dopo essere diventata virale sui Social era stata rilanciata da Trump, ma che lo stesso suo candidato alla vicepresidenza J.F. Vance ha ora riconosciuto essere una fake. Appunto, però, anche smentire questa immagine degli haitiani come incivili era un obiettivo del presidente a interim. E non è che bere da una caraffa, sia pure per distrazione, fosse uno dei modi migliori per ottenerlo.
LA GAFFE DEL TECNOCRATE
E sì che, comunque, la biografia di Leblanc Fils dovrebbe togliere ogni dubbio sulla sua preparazione. Nato il 18 agosto 1955 a Miragoâne nel sud di Haiti, presidente del Senato dal 1995 al 2000, secondo alle presidenziali del febbraio del 2016 con un partito riconosciuto dall’Internazionale Socialista da lui fondato e poi presidente del Consiglio presidenziale di transizione dal 30 aprile 2024, a parte una carriera politica comunque iniziata nel 1976 fondando una organizzazione giovanile e continuata lottando contro la dittatura dei Duvalier, è comunque un ingegnere del genio civile, che dopo la laurea alla Université d’État d’Haïti ne ha anche presa una in economia e gestione dei trasporti presso l’Academy of Advanced Traffic di New York ed un’altra presso l’Instituto de Transporte de Queretaro, intanto che lavorava nel settore dei trasporti presso il Ministero dei Lavori Pubblici dal 1979 al 1991. Insomma, è una figura peculiare di politico e tecnocrate che il bon ton dovrebbe conoscerlo. Ma, appunto, una caraffa traditrice può essere sempre in agguato.