ItaliaOggi, 25 settembre 2024
Il Cancelliere ha i giorni contati
Quanto potrà durare ancora la coalizione di Olaf Scholz? Vale la pena di sopravvivere per un anno, fino alle elezioni nazionali del settembre 2025, o sarebbe meglio giocare il tutto per tutto con elezioni anticipate? Sono un evento raro nella Repubblica Federale, avvenute solo tre volte, e sono un rischio. Potrebbero essere un regalo all’Afd, il partito dell’estrema destra, e a Sahra Wagenkencht che con il suo Bws, nato appena a gennaio, continua a crescere. Ma esitando si rischia un logoramento lento.
La vittoria dell’Spd del Cancelliere, domenica nel Brandeburgo, il Land che circonda Berlino, non può illudere. I socialdemocratici hanno superato l’Afd allo sprint finale per poco più dell’uno per cento, bastano circa ventimila voti per essere ottimisti? I verdi non hanno raggiunto il minimo del 5 per entrare al Parlamento per 4 o 5mila voti, e non sono riusciti a conquistare per poco un mandato diretto che avrebbe, secondo la legge elettorale, promosso il partito evitando lo sbarramento. Se ce l’avessero fatta, non ci sarebbero problemi a formare il governo regionale. I liberali sono scomparsi, crollati sotto l’uno, è una parte vuole uscire dalla Coalizione, e andare alle urne subito, l’anno venturo il piccolo Fdp rischia di scomparire anche a livello nazionale. È ritenuto responsabile di aver aggravato la crisi economica ostinandosi a evitare debiti, ma sarebbero vitali interventi per risanare autostrade, ferrovie, la scuola, gli ospedali, aumentare le pensioni minime. E i verdi hanno imposto scelte per salvare il clima, mettendo a rischio posti di lavoro. È colpa loro se le case automobilistiche sono in difficoltà, e per la prima volta dalla fondazione, prima della guerra, la Volkswagen sarà costretta a chiudere due stabilimenti. Scholz è un debole che non si è mai imposto sui suoi due alleati, in disaccordo su tutto. La responsabilità è sua, come Cancelliere.
È un debole, ed ha lasciato agire la sua ministra degli esteri, la verde Annalena Baerbock, che ha provocato problemi internazionali. Ha convinto il ministro della Difesa, il socialdemocratico Boris Pistorius a inviare una fregata nello stretto di Taiwan. Un gesto provocatorio che ha irritato Pechino. Ma l’industria tedesca ha bisogno della Cina. La politica estera dovrebbe essere decisa dal Cancelliere. Un governo, sono convinti i tedeschi, dovrebbe risolvere i problemi non provocarli.
Scholz ha cambiato linea sull’immigrazione, ora chi arriva viene controllato sui confini, ma le misure sono più severe solo in apparenza. Ancora un compromesso, e i tedeschi non hanno più fiducia.
Nessuna maggioranza è possibile senza chiedere l’aiuto di Sahra, e lei pone condizioni, non solo una efficace politica sociale nel Brandeburgo, anche un intervento della Germania per giungere alla pace in Ucraina, e un no deciso allo stazionamento di armi nucleari americane sul suolo tedesco. Anche Gerhard Schröder rifiutò di aiutare Bush nella guerra contro l’Iraq, e Frau Merkel non volle intervenire in Siria. La Germania deve avere una politica estera autonoma La risposta, al momento, è di demonizzare Sahra. Lo Zdf, il secondo canale pubblico, rivela che il Bws ha ricevuto una sovvenzione di cinque milioni di euro da una coppia del Mecklemburgo, altra regione della ex Ddr. È una delle più alte nella storia, ma è legale. Lotte Salinger e il compagno Thomas Stenger sono proprietari di una società che gestisce interventi, ed è hanno dovuto provare di aver guadagnato i milioni in Germania e pagato le tasse. Sahra non è pagata da Putin.
A Berlino molti vorrebbero mettere fuori leggere l’Afd, e forse anche il Bws. Ma come si può mettere il bavaglio a due partiti che hanno oltre il 40 per cento dei consensi? In un’intervista all’Ard, l’altro canale pubblico, domenica sera, la giornalista ha chiesto a Joacjim Gauck, ex presidente della Repubblica, nato nella Ddr, se l’Afd fosse un partito neonazista. Non lo è ha risposto, anche se lo sono alcuni suoi leader, e non basta questa accusa per evitare che venga votato. Bisogna capire gli elettori e convincerli a votare per chi può agire per il bene del paese. Un consiglio difficile da seguire.
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